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Attualità | 09 novembre 2023, 07:02

Infortuni sul lavoro nell'Asl Cn2. "Fare di più con prevenzione, risorse e corsi di sicurezza nelle scuole"

Giuseppe Calabretta, direttore del Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Asl Cn2 fa il punto della situazione: "Quest'anno ci risultano 6 morti in occasione di lavoro e 37 casi di infortuni di una certa entità. I numeri devono essere contestualizzati e ci indicano una tendenza"

L'elicottero del 118 sulla piazzola dell'ospedale di Verduno

L'elicottero del 118 sulla piazzola dell'ospedale di Verduno

"Fino a quando i morti sul lavoro non tenderanno allo zero nella nostra Provincia, vorrà dire che ci sarà ancora da lavorare; la situazione nell'Asl Cn2 non è fuori controllo rispetto al resto della penisola. Il tema della sicurezza sul lavoro è un’emergenza nazionale che coinvolge tutta la società”. A parlare con estrema chiarezza e precisione è Giuseppe Calabretta, medico del lavoro e direttore S.Pre.S.A.L. (Servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro) Asl Cn2.

Possiamo partire da qualche numero?
"A ottobre 2023 a quanto risulta dai nostri canali e dalle nostre fonti, ossia Pronto Soccorso, carabinieri e ‘sistema Informo regionale’ si sono registrati nel territorio di competenza dell’Asl Cn2, 6 incidenti mortali in occasione di lavoro e 37 infortuni, ossia con una prognosi superiore a 40 giorni. I numeri devono essere contestualizzati e rappresentano una tendenza, anche perché i dati ufficiali dell'Inail arrivano con un ritardo di oltre un anno, in quanto l’ente deve avere il tempo di differenziare gli infortuni denunciati rispetto a quelli riconosciuti come correlati all’attività lavorativa”.

Cosa ci dicono i dati?
"Nonostante la presenza sul nostro territorio di attività ad alto indice infortunistico, gli incidenti gravi tendono a diminuire, anche se negli ultimi anni la decrescita è piuttosto lenta rispetto al passato. Per quanto riguarda gli incidenti mortali, la maggior parte riguarda il comparto agricolo e lavoratori pensionati: la metà sono stati determinati da cause naturali indipendenti dall’attività lavorativa, uno è inquadrabile come incidente domestico. I dati degli ultimi anni indicano che l’attività di prevenzione ha funzionato in modo parziale, ma è necessario fare un ulteriore sforzo agendo in più direzioni”. Come sono cambiati gli incidenti sul lavoro?

Come sono cambiati gli incidenti sul lavoro?
"La dinamica degli infortuni è cambiata. Le attrezzature, le macchine, gli impianti sono generalmente più sicuri, ora incide in maniera maggiore il comportamento dell'uomo con alcune imprudenze, le quali possono  anche essere correlate a disfunzioni organizzative".

Un esempio di imprudenza?
"Nello nostra zona spesso la causa di incidenti è rappresentata da uso improprio di trattrici con la disabilitazione dei dispositivi di protezione".

Come si può ancora migliorare?
"Innanzitutto bisogna investire più risorse statali per la Prevenzione. La sicurezza sul lavoro è responsabilità collettiva di ognuno di noi, per cui è fondamentale fare rete, coinvolgendo non solo gli addetti ai lavori ma tutti coloro che anche indirettamente possono contribuire allo scopo. Un esempio è rappresentato dai Piani mirati di prevenzione".

Di cosa si tratta?
"Sono strumenti in grado di sviluppare alleanze ed organizzare in modo sinergico l’attività di assistenza e vigilanza alle imprese. È importante incrementare tutte le azioni che contribuiscono al cambiamento culturale nell’esercizio del comportamento quotidiano non solo sul lavoro ma anche in ambiente domestico, sulla strada, nelle attività hobbistiche. Questo processo dovrebbe partire già dalla scuola primaria introducendo specifici percorsi formativi specifici sulla sicurezza, al fine di sensibilizzare le future generazioni all’adozione di comportamenti sicuri in ogni ambito".

Non basta, insomma, solo la vigilanza.
"Deve integrarsi in un discorso più organico; noi come S.Pre.S.A.L. siamo sottorganico, attualmente 7 tecnici della prevenzione, 3 medici ed una assistente sanitaria, oltre al personale amministrativo), seguiamo una zona di circa 170 mila abitanti, con una stima di 20.000 aziende e 80.000 addetti. Concentriamo le nostre energie principalmente nel comparto agricolo ed edile, su indicazione del Piano nazionale di prevenzione. È necessario implementare la formazione qualificata al fine di agevolare il passaggio culturale e le attività di promozione della salute per favorire il benessere nei luoghi di lavoro".

Lei ha detto che siete sottorganico, non trovate personale?
"L'impiego pubblico evidentemente non è più attrattivo, molti preferiscono lavorare nel privato. I concorsi vanno deserti, ed anche quando sono di ruolo nella nostra Asl, dopo alcuni mesi chiedono il trasferimento presso la città di origine".

Come vede il futuro?
"Nonostante varie criticità, sono fiducioso per il futuro in quanto opero in un territorio  virtuoso, disponibile alla collaborazione ed al dialogo,  a tutti i livelli: lavoratori, aziende, associazioni di categorie e associazioni sindacali".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Daniele Vaira

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