L'ombra dei disagi e dei travagli vissuti dal territorio torinese nel rapporto tra la Città della Salute di Torino e l'advisor Ernest&Young relativo a un progetto finanziato tramite partenariato pubblico-privato si allunga sulla Granda. In particolare sul cuneese e sull'iter che porterà al capoluogo il suo nuovo ospedale unico.
Che il consigliere comunale di minoranza Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) sia uno strenuo oppositore della soluzione pubblico-privata non è cosa nuova.
Il 21 ottobre scorso, circa dieci giorni dopo la pubblicazione da parte dell'ASO S. Croce e Carle di un avviso pubblico di ricerca di un advisor per l'analisi di fattibilità tecnico-economica della proposta avanzata dalla INC, ha inviato al commissario Livio Tranchida una lettera in cui ripercorre e commenta la cronaca del rapporto tra l'ente torinese ed E&Y: “La vicenda portata trova forti analogie con quel che sta accadendo nella nostra struttura – ha scritto - . Non voglio far altro che portare alla questione elementi di riflessione, con spirito di collaborazione”.
Proprio sull'argomento dell'advisory lo stesso Tranchida – ospite nella serata di martedì 7 novembre dello spazio “Quarta Parete” sulla pagina Facebook del nostro giornale – ha annunciato che la sua nomina effettiva avverrà probabilmente entro la fine della settimana.
"A Torino costi oltre il milione di euro e pochi risultati"
Ed è la cronaca in sé a ingenerare nel consigliere i dubbi e le preoccupazioni più forti. “Le due gare per l’aggiudicazione delle concessioni di partenariato pubblico-privato risalgono ai primi mesi del 2019 e, pur essendo trascorso un tempo molto lungo, sono messe male” scrive nella lettera.
“Il costo dell’incarico conferito ad E&Y è raddoppiato ma i risultati languono – prosegue Bongiovanni - . Per quella di Torino l’A.O.U. C.S.S.T., stazione appaltante, ha gettato la spugna e la Regione Piemonte insieme al Comune di Torino, dopo quasi 5 cinque anni, ha chiesto al Governo centrale la nomina di un Commissario straordinario incaricato di portare a termine la gara. I costi hanno già superato il milione di euro, almeno per la parte monitorata, senza che si sia ancora conclusa la Fase 1 e con l’entrata in scena del Commissario”.
"Tranchida non perda tempo: ci sono altre soluzioni"
L'eventualità peggiore paventata dal consigliere, insomma, è che con il nuovo ospedale cuneese le cose finiscano per andare allo stesso modo, con lo spreco di tempo e risorse economiche. Vero punto di differenza tra le due situazioni è che, Cuneo, un commissario già ce l'ha.
“Lei si prepara a spendere 100mila euro, che si aggiungeranno a quelli già spesi da chi l’ha preceduta per avere supporto in ordine alla valutazione della proposta pubblico-privata presentata ormai 17 mesi”.
Bongiovanni continua a sostenere, nella lettera, che “la proposta di partenariato, in relazione ai ricavi dell'ASO, non è sostenibile. Mentre l’assessore Icardi, com'è successo ancora pochi giorni fa a Cuneo, mostra di avere un conflitto non risolto con i numeri, le somme e le divisioni, lei di certo avrà già verificato matematicamente il fatto. Così come sa che esistono altre soluzioni applicabili, con costi inferiori”.
“Non perda altro tempo. Non spenda inutilmente altre risorse pubbliche. Adotti, come è stato fatto dall’ASL Cn1, una delibera con la quale dichiara che 'la Proposta non ha i profili tecnici ed economico-finanziari per essere accolta'” conclude il consigliere nella lettera.