Mancano meno di venti giorni alla 627° edizione della Fiera di S. Andrea di Peveragno. La prima – almeno in epoca recente – che si svolgerà senza l'apporto delle risorse della Pro Loco e, il rischio c'è, senza che il paese ai piedi della Bisalta ce l'abbia davvero, una Pro Loco.
L'intero direttivo presieduto da Giorgio Re ha consegnato infatti le proprie dimissioni nell'assemblea pubblica dello scorso 3 novembre.
Battibecchi e incongruenze, ma niente nuovo direttivo
Chi pensava che l'assemblea pubblica dello scorso settembre, teatro di scontro tra lo stesso Re e il sindaco Paolo Renaudi e che aveva di fatto allontanato la Pro Loco dagli ultimi eventi paesani come la giornata dedicata alla Madonna del Borgato, avesse rappresentato il culmine della magmatica situazione relativa all'associazione si è dovuto ricredere.
L'incontro della scorsa settimana ha visto il direttivo comunicare a soci e membri della Pro Loco le dimissioni. Una decisione che Re ha motivato parlando genericamente di “cose che non ci andavano più molto bene” e che nelle sue intenzioni avrebbe portato, contestualmente alla serata, all'elezione di un nuovo direttivo.
Il primo intoppo, però, è stato di natura burocratica. L'assemblea era stata convocata in forma ordinaria, non adatta a un passaggio così importante per il futuro dell'associazione.
I presenti (circa l'80% dei soci) hanno quindi votato per procedere comunque alla votazione – essendo presente una lista di diciannove nuovi nomi “pronta all'uso” - incontrando però il contrasto del consigliere di minoranza Pierangelo Mattalia. Mattalia ha lamentato mancati inviti formali alla serata e criticato la creazione dell'elenco di candidati senza comunicazione preventiva.
I toni si sono alzati, molto e molto in fretta. Re, allora - formalmente presidente “ad interim” - ha deciso di rimandare le elezioni. Nello specifico al prossimo 20 novembre, data di una nuova assemblea pubblica.
Re: “Alla Pro Loco, la politica ha portato solo disagio”
“Mi prendo la responsabilità dell'errore nella convocazione, un cavillo che ha portato ulteriori malumori che sono stati sfruttati a livello politico” commenta Re, a qualche giorno di distanza.
Ed è proprio contro la politica in senso largo che si scaglia l'ormai ex presidente. Un mondo che, alla Pro Loco, secondo lui ha portato solo disagio e ipocrisie e che ne ha inevitabilmente segnato la fine: “Dal 15 settembre scorso feste ed eventi non sono più gestite da noi per decisione dell'amministrazione – aggiunge - . Sono 'del Comune' e la Pro Loco deve in caso solo dare una mano. A noi, questo, non è mai andato bene perché non consideriamo la Pro Loco un organo comunale. Il mio rammarico più grande è aver cercato di tenere fuori la politica e non esserci riuscito”.
“In un ambiente come quello generatosi nel corso della serata non me la sono sentita di procedere con l'elezione - prosegue - . Attualmente quindi rimango in carica soltanto io ma per il paese e i suoi eventi non è un problema: la fiera di sant'Andrea e Natale in Contrada si faranno. Si stanno già organizzando grazie a un gruppo di volontari che, tocca prenderne atto, non si è mai messo a disposizione delle attività della Pro Loco. Evidentemente il problema era proprio la nostra gestione delle cose”.
Il sindaco e il nuovo direttivo
Anche il sindaco Renaudi era all'assemblea del 3 novembre. “Tutta la questione del cambio di direttivo è nata su richiesta, specialmente, dei comitati frazionali - spiega - . Un appello di cui l'amministrazione ha deciso di farsi carico ma che è stato visto, specialmente dalla minoranza, come se volessimo 'mettere le mani' sulla Pro Loco. Non è così: abbiamo semplicemente lavorato per garantire che tutte le frazioni e i comitati fossero rappresentati”.
Il sindaco imputa insomma il caos generatosi durante l'incontro all'intervento della minoranza, indispettita dal fatto che fosse già pronto un consistente gruppo di volontari da presentare all'elezione.
“Mi auguro non si arrivi, nuovamente, a un innalzamento dei toni così grave – conclude il sindaco - . Il lavoro di definizione dei diciannove candidati è stato portato avanti per mesi assieme a comitati frazionali, gruppi e associazioni intenzionati a non lasciare Peveragno scoperto dal punto di vista degli eventi”.
Mattalia: “Si esca dallo stallo, per il bene di Peveragno”
“Palese che una convocazione sbagliata sotto più fronti configuri un problema – ha detto invece Mattalia - : anche nelle associazioni minori certe prassi vanno rispettate. Magari qualcuno avrebbe voluto presentarsi e non aveva idea si sarebbero tenute le elezioni”.
Il membro di SiAmo Peveragno si dice sicuro della buona fede del sindaco nel definire i candidati al nuovo direttivo ma continua a considerarla un'operazione dubbia e rischiosa: “I giochi erano già fatti ma non tutti sono stati d'accordo. Molti nominativi erano delegati, nemmeno presenti in sala, e i volantini della fiera di S. Andrea già realizzati”.
“L'importante è liberare il paese da questo stallo – conclude Mattalia - . A me non importa da chi è costituito il direttivo, mi importa che le cose vadano fatte nella giusta maniera; insomma, non ci è stato nemmeno presentato un bilancio nel corso della serata. Si deve tornare, tutti, a lavorare per il bene di Peveragno”.