Nell’aula del palazzo di giustizia di Asti erano due gli ex sindaci – Renato Maiolo da Santo Stefano Roero e Carla Bonino da Vezza d’Alba, comune dal quale era anche presente l’ex vice Giuseppe Steffanino. Assente invece l’ex primo cittadino di Montaldo Roero, Fulvio Coraglia, pure lui tra i destinatari delle quattordici misure cautelari che nel dicembre 2022 erano state disposte nei confronti di altrettanti soggetti, i nomi di dodici dei quali ricorrono ora nella richiesta di rinvio a giudizio che il sostituto presso la Procura della Repubblica di Asti Davide Lucignani ha avanzato in seguito alla chiusura delle indagini sulle presunte malversazioni nei tre municipi della Sinistra Tanaro e dell’unione collinare, quella denominata "Roero Tartufo e Arneis", che li ricomprendeva.
A condurle, si ricorderà, era stato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Cuneo nell’ambito dell’operazione battezzata "Feudo 2". Un’inchiesta che anche nel nome riprendeva quella già avviata sulle presunte irregolarità contabili del solo Comune di Santo Stefano Roero, il cui ex sindaco Maiolo è ora imputato in due altri procedimenti già istruiti da qualche tempo presso lo stesso tribunale.
Per valutare la posizione dei quattro ex amministratori e delle altre otto persone destinatarie della richiesta di rinvio a giudizio, il Gup presso il tribunale astigiano Beatrice Bonisoli aveva convocato indagati e difensori per la mattinata di ieri, martedì 7 novembre, in un’udienza che, oltre alla costituzione di parte civile del Comune di Vezza d’Alba nei confronti di tutti gli imputati per il tramite dell’avvocato Giulio Calosso di Torino, si è risolta nel disbrigo di una serie di eccezioni e questioni procedurali, che hanno poi portato al rinvio a una seconda data già fissata per il prossimo 28 novembre.
Con Maiolo (avvocati Roberto Ponzio e Pierpaolo Berardi), Bonino (avvocati Elisa Anselmo e Marco Calosso), Steffanino (avvocato Silvia Calzolaro) e Coraglia (avvocato Giorgio Piazzese), la richiesta della Procura interessa l'ex responsabile del servizio finanziario dell'Unione Federica Borello, 51 anni, di Sommariva Perno (difesa da Cristina Preti e Vittorio Gromis), il 61enne geometra albese Giovanni Careglio (difeso da PierMario Morra), il 61enne imprenditore di Cavallermaggiore Felice Scotta, il 73enne perito industriale di Castagnole delle Lanze Piermichele Gallo, il professionista carmagnolese Aldo Pugnetti (66 anni), il 64enne di Cherasco, anche lui professionista, Valter Peisino, la 56enne architetta braidese Cinzia Gotta e il 55enne funzionario della Regione Gianluca Comba, residente a Demonte, difeso dall’avvocato Alessandro Ferrero di Cuneo.
La Procura chiede che vengano giudicati per le ipotesi di reato – a vario titolo – di truffa aggravata, falso ideologico, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà degli incanti, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio.
Tra i fatti ripercorsi nella corposa documentazione riassunta nella richiesta degli inquirenti si parla di gare e appalti sui quali professionisti e imprenditori coinvolti si sarebbero accordati per riconoscersi reciproci vantaggi, come nel caso del bando "Comuni Smat", finalizzato alla posa di sistemi di rilevazione acustica, telecamere di sorveglianza e pannelli luminosi Oppure di finanziamenti ottenuti dalla Regione Piemonte su opere che in realtà erano state già realizzate. Tra le irregolarità accertate dalla Fiamme Gialle anche bilanci consuntivo dell’ente sovracomunale fatti risultare in attivo, anche se per poche migliaia di euro, quando per effetto dell’esistenza di debiti fuori bilancio il risultato della gestione era in verità in rosso per oltre 85mila euro.