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Eventi | 07 novembre 2023, 16:12

“Viaggi di sola andata”: Davide Demichelis ospite a Dronero per il “Ponte del Dialogo”

Gambia, India, Senegal, Cina, Ucraina, Ghana, Bolivia, Ruanda: otto viaggi indimenticabili, per otto storie memorabili. Presente ieri sera una delle protagoniste del libro: Jeanette Chiapello

“Viaggi di sola andata”: Davide Demichelis ospite a Dronero per il “Ponte del Dialogo”

“Avete mai fatto un viaggio di sola andata?” Questa domanda, fatta da Matteo Monge, ha introdotto ieri sera, lunedì 6 novembre, l’incontro al teatro Iris di Dronero con Davide Demichelis, in occasione del festival letterario diffuso il “Ponte del Dialogo”.

Il giornalista, volto televisivo e reporter di Rai 3 con i programmi “Timbuctu”, “Radici”, “Nanuk”, “Geo” e “Kilimangiaro” ha presentato il suo libro, intitolato “Viaggi di sola andata”. Una serata fortemente voluta ed organizzata insieme all’associazione “Voci del Mondo”. Sul palco, insieme a Matteo Monge e Davide Demichelis anche la presidente di questa importante ed attiva realtà dronerese, Elda Gottero.

Un dialogo profondo quello di ieri sera con Demichelis, lui che dell’incontro con l’altro ne fa risorsa, conoscenza e profonda crescita umana. Di lui quel camminare, viaggiare costante, scoprendo nei luoghi incredibili storie di vita. Di lui l’entusiasmo, ma soprattutto quell’essere autenticamente sensibile.

Qui tra il pubblico ci sono Nino Perino e Franco Baudino - ha detto - le sentinelle della Valle Maira, due grandi conoscitori che ho avuto il piacere di incontrare. Camminare, proprio come dice Baudino, è fatica e sacrificio ma è soprattutto bellezza. Io sono nato nel 1965, negli anni della emigrazione a Torino, quando la gente dal sud arrivava al nord, quando quelli del nord erano diffidenti e ad esempio non affittavano le case a chi arrivava dal sud. Ho vissuto un mix di cultura, ma soprattutto mi sono reso conto che è proprio il non conoscere che ci fa paura e che essa si supera solo nel momento in cui conosci l’altro. Nella convivenza, più che nella integrazione (forse perché questo termine mi fa pensare ad una sorta di appiattimento delle differenze ed io credo invece che esse siano la nostra più grande ricchezza) vi è la possibilità di scoprire la bellezza di ognuno, di non avere paura.

Gambia, India, Senegal, Cina, Ucraina, Ghana, Bolivia, Ruanda: il suo libro racconta otto viaggi indimenticabili, per otto storie memorabili. Racconta le sue avventure nelle più lontane latitudini, con donne e uomini che dopo aver lasciato i loro Paesi tornano alla terra d'origine. Aneddoti, peripezie e incontri, in un giro del mondo che emoziona, diverte e commuove.

Presente ieri sera una delle protagoniste del libro: Jeanette Chiapello. Adottata a 5 anni da una famiglia dronerese, si è salvata a 18 mesi dal terribile genocidio che colpì la Ruanda nel 1994 ed in cui morirono la sua mamma biologica, la sorella gemella ed il fratello. Dopo aver trascorso più di due anni in un orfanotrofio l’arrivo in Italia e l’adozione.

Nessuna notizia della sua famiglia d’origine, nessun ricordo, fino a qualche anno fa. Una lettera ricevuta da parte del fratello, il test del DNA compatibile e l’incontro con il padre biologico, con la sua famiglia ruandese. Ad accompagnare Jeanette nelle sue origini Davide Demichelis, in quello che per la giovane non è stato soltanto un semplice viaggio, ma il viaggio.

Finalmente mi potevo riconoscere nei volti delle persone, non era mai successo - ha raccontato Jeanette - quando ero piccola a Dronero non c’erano molti stranieri e per esempio non sapevo a chi chiedere come curare i miei capelli, diversi da quelli degli altri bimbi. Ricordo che mia mamma aveva telefonato ad Elda Gottero, la quale ci aveva messo in contatto con una signora che sapeva come fare ad esempio le treccine, ricordo la prima volta che me le fece e ricordo che me le fece anche prima di partire per il viaggio. Anche in Ruanda, però,  seppur riconoscendomi nei volti mi sono sentita diversa, perché la mia cultura è diversa, non conosco la lingua e comunque essendo cresciuta qui, io mi sento italiana.

La propria storia, tra ciò che si viene a scoprire e potenti flashback, le molte domande e quell’affrontarle. Jeanette e la sua famiglia, sua mamma, suo papà e suo fratello, ma anche quell’essere riuscita ad andare a conoscere la sua famiglia biologica. Jeanette, giovane donna e mamma: “Della Ruanda porto con me quegli abbracci stretti, strettissimi, porto la fatica di fare quel passo ma anche la bellezza di conoscere la mia storia. Qui in Italia ho avuto una vita felice, ma credo che se anche fossi rimasta in Ruanda sarei stata felice. Sono qui però, credo che ci sia un motivo, un significato. Credo di essere stata destinata ad essere qui.

Una bellissima foto di gruppo con l’associazione “Voci del mondo”, gli organizzatori del festival e le autorità presenti, con il papà ed il fratello di Jeanette.

Storie, la straordinarietà di ogni storia. Si è scoperto, così, che l’unico viaggio di sola andata è per tutti la vita. E dei viaggi che si fanno risuonano le parole di Davide Demichelis: “Il bello dei viaggi, che poi è il bello della realtà, è che supera la fantasia e quello che ti aspetti, quello che ti immagini!

Beatrice Condorelli

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