Il pronunciamento del Tribunale amministrativo del Piemonte chiude, spero, una brutta pagina della recente storia amministrativa di Borgo San Dalmazzo.
Il Tar dichiara il ricorso irricevibile perché presentato fuori dei tempi limite. Una brutta figura per l’amministrazione Robbione: la Sindaca aveva dichiarato in ogni sede (assemblea dei Sindaci dell’azienda per il trattamento rifiuti, il Consiglio Comunale, le assemblee con i cittadini) la volontà di osteggiare il progetto del biodigestore. Si è però ricordata solo tardivamente di comunicare i motivi della propria contrarietà ai giudici che avrebbero dovuto decidere della validità delle sue opinioni. Una brutta figura dolorosa e dannosa per la Città. La Sindaca Robbione infatti si è scontrata (perdendo) con la maggioranza dei Comuni e dei Sindaci del cuneese; ha speso inutilmente diverse decine di migliaia di euro dei cittadini per un ricorso infruttuoso; costringerà i borgarini a pagare (in quota parte) anche le spese processuali sostenute dall’Azienda di trattamento dei rifiuti e dal Consorzio di raccolta.
Improvvisazione e superficialità sintezzano l’operato dell’amministrazione Robbione nella gestione di questa delicata vicenda: si è preferito correre dietro al facile consenso (con il paradosso di scontentare per primi i sostenitori del no al biodigestore, che vedono vanificate le loro opinioni da questa gestione approssimativa) invece di riflettere e ponderare i contenuti di un progetto che si propone, attraverso la lavorazione dei rifiuti organici, di recuperare energia e risorse economiche per il territorio.
Sarà difficile immaginarlo, ma come Consigliere comunale che lavora per l’interesse pubblico, mi auguro che ora si depongano gli strumenti della contrapposizione per tornare ad affrontare, con le considerazioni della scienza, il problema dell’ottimizzazione delle risorse rinnovabili.
Pierpaolo Varrone
capogruppo consigliare BORGO PER TUTTI