Avrà come parola chiave “Cuneocultura” e, come riferimento d'immagine, la stilizzazione della figura che regala il nome al capoluogo, il primo “city brand” dedicato alla narrazione delle iniziative culturali di Cuneo.
L'iniziativa è stata presentata nella serata di ieri (martedì 17 ottobre) alle commissioni consiliari III e VI. Presenti all'incontro gli assessori Cristina Clerico e Andrea Girard, i dirigenti Pier Angelo Mariani e Fabio Guglielmi, e i rappresentanti dell'azienda albese hellobarrio Andrea Viberti e Francesco Maggi.
Per l'iniziativa si prevede una spesa di 36.000 euro in tre anni (riguardanti specialmente la gestione dei siti), più ulteriori 36.000 (per la manutenzione del portale).
Un nuovo cappello per l'offerta culturale della città
“Grazie ai fondi PNRR abbiamo potuto ripensare il modo in cui, attraverso i portali digitali, Cuneo dialoga con l'esterno – ha detto Clerico - . L'idea era estrapolare i temi legati al settore cultura dal sito internet istituzionale della Città e trovar loro una nuova casa, più agile, moderna e specifica. Una sorta di cappello unico per i fenomeni culturali cuneesi”.
L'ingegner Mariani ha ricapitolato i passaggi che hanno condotto alla convocazione della commissione stessa, un lavoro inter-settoriale che nella primavera 2023 ha visto la definizione della partnership con hellobarrio (a cui si è arrivati tramite un tavolo di lavoro, e dopo un bando di gara aperto a oltre 70 aziende andato però deserto).
“Una svolta davvero importante perché tramite la definizione del 'city brand' si smette di ragionare unicamente nell'ottica del sito web e si passa a individuare un'identità appetibile e riconoscibile per la città – ha aggiunto Guglielmi - . L'intenzione è dare la sensazione che esista, d'ora in avanti, un contenitore unico e unificante riservato all'offerta culturale cuneese; certo non ci aspettiamo che gli utenti applichino il nuovo paradigma immediatamente, ma siamo certi che tutti arriveranno a capirlo e interiorizzarlo con grande facilità”.
L'anima del brand: la riconoscibilità
La presentazione realizzata da Viberti e Maggi si è concentrata sostanzialmente sulla proposizione di due differenti tipi di logo – di brand, appunto – per l'iniziativa “Cuneocultura” o, per dirla con un hashtag, #CuCu. Diversi i colori possibili, diverso il senso estetico e narrativo, invariata l'idea di raccontare la città e il suo patrimonio nel modo più interessante e fresco possibile.
“Una città, e soprattutto il suo tessuto culturale, devono avere un'identità e quindi un brand ben specifico – ha detto Viberti, menzionando anche Porto come esempio di contemporaneità della narrazione di una città - ; l'offerta culturale della città è ampia più di quanto spesso si percepisce 'dal di fuori' e serve darle dinamismo, movimento, omologando il livello visivo e intuitivo degli utenti. Agendo in maniera efficace sulla riconoscibilità”.
“Ideare questo city brand è davvero una svolta epocale per la comunicazione della città, che ci permetterà di definirle un'identità ben precisa e definita – ha concluso Girard - . Siamo aperti a valutare le soggettività di tutti i consiglieri”.