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Politica | 09 ottobre 2023, 07:05

I Fratelli affilano i coltelli in vista del congresso provinciale

Entro novembre FdI procederà al rinnovo degli organi di partito. In pole per la presidenza resta William Casoni ma Guido Giordana, sindaco di Valdieri, potrebbe tentare di insidiarne il ruolo. Gli iscritti sono più che triplicati nell’arco di poche settimane. Alla scadenza del tesseramento (30 settembre) se ne contano in provincia all’incirca un migliaio

A sinistra William Casoni, a destra Guido Giordana

A sinistra William Casoni, a destra Guido Giordana

Fratelli d’Italia, il partito che i sondaggi continuano ad accreditare in crescita, si appresta a celebrare il congresso provinciale, verosimilmente nel mese di novembre.

Un appuntamento che precede la partita ben più interessante (e complessa) delle candidature, in particolare le regionali 2024.

È interessante annotare come, in queste ultime settimane, si sia registrata una corsa senza precedenti al tesseramento, conclusosi il 30 settembre con all’incirca un migliaio di iscritti.

Essendo Fratelli d’Italia un partito strutturato secondo i canoni della politica tradizionale, il tesseramento ha un significato rilevante: serve infatti a definirne – in questo caso a livello provinciale - gli equilibri interni.

I bookmaker danno ancora in pole il presidente uscente William Casoni, forte dell’appoggio della deputata Monica Ciaburro e del capogruppo in Regione Paolo Bongioanni e di vari altri notabili del partito, compresi i “crosettiani”.

“Il partito è in buona salute e mi pare che sul mio nome si stia registrando un’ampia convergenza, ragioni che mi inducono a riproporre la mia candidatura alla presidenza provinciale. Mi auguro – aggiunge Casoni – che ci possa essere una soluzione unitaria utile al partito per affrontare le imminenti sfide elettorali, dalle europee alle regionali, senza dimenticare le amministrative”.

Ad insidiarne il ruolo potrebbe provarci Guido Giordana, sindaco di Valdieri, uomo vicino a Paolo Chiarenza, la componente che rappresenta la parte più ancorata alla storia della destra cuneese.

“Accetterò – afferma Giordana – solo se qualche autorevole esponente del partito proporrà la mia candidatura e mi sosterrà. Il mio nome è venuto fuori perché qualcuno, in verità, lo ha già fatto”.

Frase sibillina che lascia intendere la volontà di non dare per scontato l’esito di un congresso dove non è in discussione la linea politica e meno che mai la leadership di Giorgia Meloni, quanto piuttosto aspetti metodologici e organizzativi su cui qualche frizione di tanto in tanto emerge.

Sullo sfondo degli equilibri interni, la partita vera, quella della “polpa” più succosa: i prossimi appuntamenti elettorali: europee, comunali e regionali.

È soprattutto su quest’ultimo fronte che la schiera degli aspiranti è particolarmente fitta.      

Toccherà alla nuova dirigenza provinciale dipanare la matassa avviando una prima scrematura, pur sapendo che l’ultima parola spetterà a Via della Scrofa.

Vedremo come evolverà il confronto nelle prossime settimane, se cioè si arriverà alla conta o se si raggiungerà un compromesso per una tregua armata.

L’eventuale armistizio si giocherà – è facile intuire - proprio sul terreno della spartizione delle candidature regionali.

I giochi di posizionamento entrano nel vivo: in passato la conta era facile anche se la storia congressuale della destra è costellata di epiche battaglie. E non per finta.

Adesso – col favore del potere – gli sparuti drappelli di militanti sono diventati truppe cammellate di democristiana memoria: non bastano più le dita delle mani o il pallottoliere, serve la calcolatrice.

Giampaolo Testa

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