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Politica | 30 settembre 2023, 07:41

Marco Gallo, sindaco di Busca: ' Con Cirio per cambiare la sanità dalle fondamenta'

"Se scelgo di candidarmi è per l’approccio moderato, pragmatico, coerente che ha dimostrato il governatore Cirio nell’affrontare i temi che stanno a cuore al Piemonte. Lavoriamo a un progetto per cambiare le fondamenta della sanità"

Marco Gallo, 54 anni, odontoiatria. Primo cittadino di Busca, guida l'organismo che riunisce  i sindaci dell'Asl Cn1

Marco Gallo, 54 anni, odontoiatria. Primo cittadino di Busca, guida l'organismo che riunisce i sindaci dell'Asl Cn1

Marco Gallo, primo cittadino di Busca, presidente del consesso che riunisce i sindaci dell'Asl Cn1 ed esponente di Azione: nei giorni scorsi ha aperto di fatto i giochi verso le prossime elezioni regionali anticipando la propria scelta di campo a favore del governatore uscente Alberto Cirio con una campagna di manifesti comparsi in varie località del Cuneese

 

Cosa pensa di portare in Regione con il suo nome e il suo profilo?

"Lavoriamo a un progetto per cambiare le fondamenta della sanità: con noi inizia qualcosa di nuovo. Se scelgo di candidarmi in Consiglio Regionale è per l’approccio moderato, pragmatico, coerente che ha dimostrato il governatore Alberto Cirio nell’affrontare i temi che stanno a cuore al Piemonte. Un metodo da replicare anche nella prossima legislatura. Imprimendo però una svolta a una sanità che ha bisogno di scelte nuove". 

La sua è una candidatura irrituale: un’ufficialità anticipata dai manifesti elettorali

"Non credo siano un azzardo come rilevato da qualcuno. Anche qui è l’approccio che cambia: con noi vince un metodo nuovo. Una volontà di andare al punto e fare chiarezza su chi sono i miei reali interlocutori: i cittadini. A loro, per primi, ho voluto annunciare in presa diretta la notizia. Perché oggi più che mai abbiamo bisogno di messaggi concreti, non di farò. E scendendo tra loro, nelle piazze, per le strade con un volto e un annuncio pragmatico, i cuneesi sanno fin da subito da che parte sto. Sono convinto che il contributo mio e degli amici liberali e moderati sarà utile ad Alberto per lavorare al meglio, in particolare su alcuni temi cari al futuro ai piemontesi. Primo fra tutti la sanità, nodo su cui il Cuneese ha un intero futuro da spendere: dall’ospedale di Cuneo a quello di Savigliano al potenziamento dei presidi sanitari di primo livello fino alla medicina territoriale, ad oggi anello debole del sistema". 

Perché lei?

"Perché credo che quell’area partita da una squadra Granda e che oggi definirei la grande Cuneo, comprendendovi le valli che gravitano sul capoluogo e le città satelliti, meriti un proprio rappresentante a Palazzo Lascaris. Oggi più che mai c'è bisogno che le richieste, le istanze, arrivino a Torino chiare e forti. Un obiettivo che, ovviamente, comprende tutta la provincia".

Cosa vogliono i cuneesi?

"In cima alla lista delle priorità il pianeta salute. Prima di tutto il nuovo ospedale Hub a Cuneo, previsto dalla legge regionale. Ci vuole poi un passo risoluto e anche un altro approccio ai tanti problemi che i cittadini, ogni giorno, si trovano ad affrontare. Penso alle cure domiciliari, all'accesso ai Pronto Soccorso, alle liste d’attesa. E penso infine alle Rsa: quasi ogni paese, in terra cuneese, ha una sua casa di riposo su cui investire per il futuro delle prossime generazioni. Ecco, credo che su ciascuno di questi temi si possa migliorare, proprio puntando a quel pragmatismo che il presidente Cirio ha messo in campo durante la pandemia".

Pensa a un ruolo attivo e strategico in Regione?

"Se ne avrò la possibilità, mi impegnerò in prima persona nella sanità. Credo importante offrire al presidente quella che è la mia esperienza professionale in questo campo. Ovvio non sarà l'unico dei nodi a cui intendo dedicarmi. Mi stanno particolarmente a cuore altri tre filoni: un sostegno più diretto e capillare al mondo del volontariato, una riforma delle Unioni Montane e delle Unioni di Comuni e le infrastrutture".

A proposito, che ne pensa del gap infrastrutturale del Cuneese?

"È un libro nero che ci vede al centro di un grave paradosso: una delle province più operose d’Italia che va avanti con autostrade non finite, la Asti-Cuneo, e tunnel come il Tenda ancora da completare. Sulle infrastrutture sono stati spesi fiumi di inchiostro. Credo sia ora di fare qualcosa in più, con impegno e determinazione. Anche partendo da una strada non ancora segnata. Dar voce alla parte lesa. Facendo quel che finora non è mai stato fatto: chiedere scusa ai cittadini che da anni aspettano opere più volte annunciate e mai realizzate".

R. G.

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