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Attualità | 25 settembre 2023, 18:07

Posata la nuova croce in ricordo del partigiano Matteo Michelis a Roccaforte Mondovì [FOTO]

Ieri la cerimonia inaugurale, segno di riscatto e unione da parte della comunità, dopo gli atti vandalici dello scorso luglio

Posata la nuova croce in ricordo del partigiano Matteo Michelis a Roccaforte Mondovì [FOTO]

Il riscatto di un’infamia. Con questo spirito ieri, domenica 24 settembre, è stata inaugurata la nuova croce in memoria del partigiano Matteo Michelis a Roccaforte Mondovì.

La nuova lapide è stata donata gratuitamente dalla ditta Ganzinelli marmi grazie a Roberto Ganzinelli, dopo che la precedente era stata irrimediabilmente vandalizzata (leggi qui) lo scorso luglio.

Un gesto condannato all'unanimità dalla popolazione, dall'associazione culturale Ra.Ro che ha scoperto il fatto e dall'ANPI Mondovì.

"Quella di ieri è stata una giornata importante e partecipata - commenta il presidente dell'associazione Ra.Ro, Alessandro Rulfi - "grazie anche alla collaborazione dell'ANPI. Penso che il messaggio che volevamo trasmettere sia passato: la comunità è unita per conservare il patrimonio storico e tenere viva la memoria di chi ci ha preceduto. Da parte nostra continueremo ad impegnarci per questi obiettivi e siamo felici di aver dato il nostro contributo per il nostro paese".

"Dopo il rastrellamento tedesco che costò almeno venti morti alle truppe del Capitano Piero Cosa, - ha ricordato il professor Stefano Casarino, presidente dell'ANPI Mondovì - a Roccaforte si stabilirono le Camicie Nere comandate dal tenente Amsicora - nome prettamente sardo: Amsicora fu il condottiero sardo che nel 215 a.C. guidò la rivolta contro i Romani - Canessa, sardo di origine e impiegato del Consorzio Agrario Provinciale di Cuneo.Dapprima costui si finse amico della popolazione, carpì con l’inganno la fiducia dei residenti e ottenne importanti informazioni per trovare e colpire i Partigiani, agendo sempre con astuta ferocia.

Come fu per Matteo Michelis che, dopo solo dieci giorni dal suo arresto, venne liberato: in realtà Canessa lo fece portare al Ponte sull’Ellero, finse di lasciarlo andare;  ma dopo aver fatto solo una decina di passi, il poveretto fu mitragliato alla schiena: la giustificazione, del tutto falsa, fu che aveva tentato la fuga, procedura impiegata dai fascisti tante altre volte."

Partigiano, sciatore, calzolaio, Michelis perse la vita per la Libertà di cui oggi noi tutti beneficiamo, all'età di 33 anni.

"Nessun processo, nessuna sentenza. - ha sottolineato Casarino - Totale spregio di qualunque minima procedura. Se i Partigiani sono stati definiti 'banditi', cosa sono stati, come si sono comportati i 'repubblichini'? Giova ricordare SEMPRE che il fascismo nacque nell’illegalità e nella violenza e perdurò in esse per tutta la sua esistenza: questo va pacatamente ma ostinatamente ricordato a tutti i 'revisionisti' che pullulano in questi tempi, in cui si fa strame della conoscenza storica e dell’onestà intellettuale. Anche su questo bisogna riflettere".

La cerimonia, intima ma molto sentita, ha visto oltre alla partecipazione delle autorità, del sindaco Paolo Bongiovanni, del presidente dell'associazione Ra.Ro Alessandro Rulfi e dell'associazione "Ignazio Vian", anche la presenza dei partenti di Matteo Michelis, che hanno scoperto la nuova croce, che ha ricevuto la benedizione di don Federico Suria.

In chiusura, Romolo Garavagno dell'associazione Cordero Lanza di Montezemolo onlus, ha ricordato come il “boia” Canessa sia riuscito a farla franca, subendo solo un breve periodo di detenzione a guerra conclusa e potendo poi ritornare tranquillamente nella propria casa.

Accanto alla lapide, che per l’occasione era affiancata dal labaro dell'ANPI Monregalese, sono stati deposti omaggi floreali grazie ai vice presidenti  ANPI Rosa Pesa e Chiorrino Veglia. 

 

Arianna Pronestì

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