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Schegge di Luce | 17 settembre 2023, 07:55

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di monsignor Francesco Savino

Commento al Vangelo del 17 settembre, XXIV domenica del tempo ordinario

Monsignor Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio e vice presidente della Cei

Monsignor Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio e vice presidente della Cei

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello» (Mt 18,21-35).

Oggi, domenica 17 settembre, la Chiesa giunge alla XXIV domenica del tempo ordinario (Anno A, colore liturgico verde). A commentare il Vangelo della Santa Messa è monsignor Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio e vice presidente della Cei.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che sono come scintille per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

La richiesta di perdono a Dio non può mai essere disgiunta dal perdono fraterno. È Gesù stesso che lo dice: «Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi, ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe» (Mt 6,14-15).

Nel Vangelo di Matteo, a conclusione del quarto discorso definito ecclesiale o comunitario perché contiene orientamenti per la vita dei discepoli, Gesù, dopo aver puntualizzato l’importanza fondamentale della correzione fraterna, risponde con un’espressione iperbolica per affermare che il perdono è smisurato, è per sempre, è frutto dell’azione dello Spirito Santo che opera in noi la misericordia di Dio.

Il cristiano sa di essere stato perdonato dal Signore con una misericordia gratuita e preveniente, sa di aver beneficiato di una grazia insperata, per questo non può non perdonare i debitori verso di lui. Gesù non parla di quante volte si deve perdonare, ma ci richiama a riconoscere che siamo perdonati per perdonare. Chi non perdona l’altro senza calcolare le volte in cui lo fa, e non lo fa con tutto il cuore, non riconosce il perdono che ha ricevuto. Dio perdona gratuitamente, il suo amore non è meritato, ma è da accogliere come dono da diffondere.

Il perdono di Dio non ci raggiunge se non perdoniamo a nostra volta chi ci ha fatto del male. Così invochiamo la misericordia di Dio nel Padre Nostro: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». Nella Chiesa dove «Nessuno vive e muore per se stesso» (Rm 14,7) il perdono trova la sua “casa” ed è sempre una festa.

Chiediamo al Signore che il Suo Spirito ci renda trasfigurati dal Suo perdono e capaci di trasfigurare il mondo con la Sua misericordia.

Silvia Gullino

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