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Politica | 12 settembre 2023, 07:05

Azione e Italia Viva divisi su tutto ma d’accordo in Piemonte ad appoggiare Cirio

Gli indugi del Pd e il mancato decollo del “campo largo” spingono le forze centriste nelle braccia del governatore il quale è ben lieto di accoglierli. Ma nel centrodestra c’è chi – a partire da Fratelli d’Italia - comincia a guardare con preoccupazione alla lista civica del presidente e vorrebbe impedirne la nascita

Calenda e Renzi sono divisi

Calenda e Renzi sono divisi

Gianluca Vignale, il potente capo della segreteria di Cirio, continua a tessere la sua tela per dar vita ad una “lista civica del presidente” che sia la più forte possibile.

Alberto Cirio, in questo modo, una volta ricevuto il via libera da Meloni che si annuncia prossimo, conta di rafforzare ulteriormente la sua posizione lavorando su due fronti

Da un lato vuole portare nel centrodestra - in nome del civismo - tutto ciò che sa di “centro” sottraendolo ad un Pd che appare incerto e poco interessato a quest’area frammentata e rissosa; dall’altro, cercare di emulare (per quanto possibile) il modello Zaia in Veneto.

È curioso, a questo proposito, osservare come Azione e Italia Viva, naufragato il progetto del Terzo polo, si stiano rincorrendo per accasarsi l’uno prima dell’altro sotto l’ala di Cirio.

Carlo Calenda e Matteo Renzi, divisi a Roma su tutto e prossimi ad un divorzio traumatico, vedono i loro colonnelli sul territorio piemontese propensi (pur con qualche distinguo) a chiedere asilo politico al governatore albese.

Le modalità della legge elettorale sono infatti tali da sconsigliare ad Azione e a Italia Viva di correre in proprio.

Tuttavia, la “lista del presidente” comincia a turbare i sonni di qualcuno, a partire da Fratelli d’Italia per arrivare fino a Forza Italia.

Quest’ultima perché teme di essere cannibalizzata, mentre FdI guarda con qualche preoccupazione ad un presidente che possa uscire troppo forte dalle urne.

Fratelli d’Italia – se non riuscirà a stoppare la lista del presidente - alzerà le sue richieste nel “listino” a scapito di Lega e Forza Italia, facendo sì che anche i due partiti alleati si innervosiscano e provino a far desistere il governatore dai suoi propositi.

Da FdI lasciano intendere un possibile “paletto” proprio in questo senso prima del via libera da parte di Giorgia Meloni.

In questa situazione, in Piemonte, Enrico Costa, commissario di Azione e le donne e gli uomini di Italia Viva, cercano di incunearsi per strappare qualche strapuntino.

Se riusciranno nell’operazione e se il loro apporto si rivelerà percentualmente significativo avranno voce in capitolo al momento della formazione dell’esecutivo regionale.

In caso contrario, avranno semplicemente svolto la funzione di mosche cocchiere.

Interessante notare come – a dieci mesi dal voto - (si voterà con ogni probabilità a giugno e non a marzo come ipotizzato da qualcuno) sia a destra che al centro l’esito della partita elettorale venga dato quasi per scontato.

La storia e le vicende politiche nazionali (e non solo) dicono quanto sia invece pericolosa la spartizione anticipata di un bottino che è ancora tutto da conquistare.

Giampaolo Testa

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