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Attualità | 31 agosto 2023, 18:18

"Piccolo artigiano, vivo nell'ansia di non poter più lavorare a causa dei blocchi antismog"

Le preoccupazioni di un lettore in merito ai provvedimenti per contenere le emissioni inquinanti che tanto stanno facendo discutere in questi giorni

"Piccolo artigiano, vivo nell'ansia di non poter più lavorare a causa dei blocchi antismog"

Riceviamo e pubblichiamo.

***

Gentile direttore, 

sono un piccolo artigiano, un imbianchino. Da un paio d'anni vivo con ansia il futuro blocco dei veicoli inquinanti perché non ho la possibilità economica di poter cambiare il mio veicolo, diesel Euro 2, che uso sia per lavoro che come mezzo privato. 

Il fatto è che con le mie entrate nessuno mi finanzierebbe nemmeno un triciclo, figuriamoci un'auto abbastanza grande da poter caricare secchi, scale e quant'altro serve per il mio lavoro.

Allo stesso tempo ho provato a immaginare come sarebbe possibile andare al lavoro utilizzando un mezzo pubblico con un secchio da 23 kg di vernice in una mano e nell'altra la scala da 18 kg, portare il tutto in cantiere, prendere un altro autobus, tornare a casa, prendere il restante materiale, salire sull'autobus successivo (ammesso che il conducente sia d'accordo a caricare il materiale) e tornare in cantiere, magari percorrendo 200-300 metri con oltre 40 kg di materiale (tra l'altro violando la normativa antinfortunistica vigente, che limita il carico trasportabile da una persona a 25 kg).

Bisognerebbe far provare questa procedura a chi promulga queste normative, così magari capirebbero il disagio che causano a chi vuole solo lavorare in maniera onesta.

Far calare le emissioni inquinanti è un obiettivo condivisibile, chi non lo vorrebbe, ma se non posso andare a lavorare, respirare aria pura non mi riempie lo stomaco e non mi paga l'affitto.

Lo scorso inverno il Ministero dell'Ambiente ha stabilito che nelle abitazioni la temperatura dovesse essere impostata a 19° C con una tolleranza di + o - 2°. A casa mia c'erano meno di 17° proprio perchè sono costretto a contenere le spese, non per salvaguardare l'ambiente (il risultato comunque è buono sia in un senso che nell'altro).

Mi piacerebbe conoscere che temperatura c'era nelle abitazioni di tutti quelli che si lanciano contro i veicoli inquinanti o magari negli uffici di quelli che impongono questi blocchi. 

Poi una cosa che mi fa sorridere è il sistema "Move in". Col mio veicolo potrei percorrere 2.000 km in un anno. Sono circa 5 km al giorno..... ma siete seri? Potrei muovermi in un raggio di 2,5 km. Non ho nessun cliente in questo range, morirei di fame, non è una soluzione seria.

Ho poi pensato che potrei acquistare due veicoli euro 5, in modo da aver più chilometri a disposizione, ma poi dovrei pagare due bolli, due assicurazioni, due revisioni, raddoppiando tutte le spese. 

Meno male a questo punto che non posso comprarne nemmeno uno, senza contare che i prezzi dell'usato sono saliti tantissimo e che lo Stato prevede incentivi solo sull'acquisto del nuovo, ma per chi non può permettersi un mezzo nuovo a cosa servono gli incentivi?

Questa mattina ho letto che tutto questo pandemonio è stato innescato dal fatto che l'Italia rischia una multa da 250 milioni di euro perché ha sforato i limiti di emissioni delle polveri sottili. 

Non si potrebbe cercare una soluzione alternativa, in attesa che il parco veicoli circolante si rinnovi in maniera "naturale", senza forzare il mercato e senza causare questi contraccolpi sull'economia di famiglie e imprese italiane, che ormai cominciano ad avere dei grossi problemi finanziari?  

Grazie per l'ascolto.

Un artigiano preoccupato

Al direttore

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