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Attualità | 31 agosto 2023, 12:33

Saluzzo, chiude il giardino botanico Villa Bricherasio di Domenico Montevecchi

Una decisione presa a malincuore, afferma il creatore del giardino, uno dei più conosciuti in Europa, oltre 12 mila metri, migliaia di specie. “Ci vuole passione e cultura per continuare questo progetto. Ma ora è tardi”. Con l’amministrazione ad oggi non si è giunti ad una soluzione, ma sono annunciati altri incontri. "Sono amareggiato" commenta il vicesindaco. Il giardino sarà ancora aperto al pubblico fino al 15 ottobre. Poi chiuderà per sempre

Domenico Montevecchi in un angolo del suo giardino botanico "Villa Bricherasio"

Domenico Montevecchi in un angolo del suo giardino botanico "Villa Bricherasio"

“Non facciamo polemiche. La risposta è semplice: sono anziano. Sono gli anni la motivazione principale della chiusura, anche se un po' di delusione c’è. E qualche aspettativa l’avrei avuta". Parla Domenico Montevecchi, 84 anni, esperto botanico, giardiniere, frutticoltore dagli anni ’70, creatore del Giardino Botanico Villa Bricherasio di Saluzzo, in via Bodoni, che ha iniziato a plasmare dal 2000.

La collezione sarà ancora aperta fino a metà ottobre. Poi chiuderà per sempre. “La primavera prossima comincerò a potare per sfoltire la vegetazione, anzi ho già iniziato. Qui c’è un patrimonio che spaventa per estensione e mole di lavoro. Fa  paura anche a me pensare di continuare a gestirlo, in un certo modo”.

Sono circa 12 mila metri quadrati divisi in tre distinte zone fito-climatiche, migliaia di piante e specie (oltre 3500) dalle rose alle ninfee giganti dell’Amazzonia, cromatismi che virano ad ogni stagione, scorci studiati inquadrando il paesaggio di Saluzzo. La sua  bordura mista all’inglese è una delle più ricche d’Europa, premiata dalla Royal Horticultural Society. Numerosi i riconoscimenti e gli articoli dedicati a lui e alla sua opera. Una fotografia di un angolo del suo giardino firmata da Roberta Castrini, è stata premiata nel prestigioso concorso londinese Garden Photographer of the Year.

“Ma ormai è tardi. Quante cose abbiamo perso. Mi aspettavo più sostegno verso questo patrimonio da parte dell’Amministrazione. Magari due o tre anni fa avrei avuto ancora modo di preparare a gestire questo giardino. Non è solo una questione di soldi, sottolinea Montevecchi, anche se certe gestioni sono costose. - Ma di interesse per questo patrimonio che è una attrattiva turistica, oltre ad avere interesse scientifico e ambientale. Per esempio avrebbe potuto essere aggregato nel  Parco del Monviso. Un parco non ha senso senza una raccolta botanica”.

"Ci vuole una persona che abbia molta passione per farlo continuare a vivere. Io l’ho fatto perché ero appassionato, fin da piccolo – continua Montevecchi, che è stato docente di corsi in varie città e consultato per problematiche relative al verde urbano. “Saluzzo invece sull'argomento ha sembra avuto un po’ di riservatezza marchionale”.

Mio padre Enrico Montevecchi, faentino, era venuto nel Saluzzese per seguire le coltivazioni e i frutteti di Amleto Bertoni, mio padrino. Io sono cresciuto nel giardino di Bertoni e per insegnarmi mi mandavano nei garden inglesi. Dopo tanti anni di lavoro un po’ di vanto comincio ad averlo, senza esagerare troppo perché poi la  natura mi bastona".

Con l’Amministrazione sono stati fatti incontri. “Sono molto amareggiato – commenta il vicesindaco Franco Demaria-. Da anni frequento il Giardino botanico e da anni con il sindaco ed i colleghi dell’amministrazione comunale affrontiamo con il signor Montevecchi il problema della continuità. Sappiamo che sarà difficile replicarne le competenze e la passione. La soluzione? Non è mai emersa, però le proposte di sostegno, anche scritte, sono state formulate e sono molte. Solo la settimana scorsa, con le colleghe Attilia Gullino e Fiammetta Rosso abbiamo incontrato la Famiglia Montevecchi. Ci siamo lasciati con l’appuntamento ad inizio settembre per valutare soluzioni diverse".

Sono i passi e l'intenzionalità per tentare di scongiurare la chiusura del giardino botanico di via Bodoni aperto al pubblico nei mesi estivi, tra i primi a comparire nei motori di ricerca, riferimento per altre collezioni vegetali nel mondo. Tra tanti il Fairchild Tropical Botanic Garden di Maimi, il più grande degli Stati Uniti, il cui direttore George Lowther mantiene rapporti con Montevecchi guardando con interesse alla sua Victoria Amazzonica, rara pianta acquatica che il giardiniere – frutticoltore è tra i pochi in Europa a riuscire ad impollinare a questa latitudine e far fiorire nel laghetto all’aperto.

Il giardino sarà visitabile ancora fino al 15 ottobre. Chiuso solo il lunedì. Poi, se qualcosa non cambierà, chiuderà senza prospettive di riapertura dalla prossima primavera.

Vilma Brignone

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