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Attualità | 26 agosto 2023, 15:37

A La Morra commemorato l'eccidio di Cerequio

La cerimonia oggi, sabato 26 agosto, alla presenza della sindaca Maria Luisa Ascheri, nel ricordo dei trentuno partigiani giustiziati nel paese langarolo il 29 agosto 1944

Foto di Barbara Guazzone

Foto di Barbara Guazzone

Celebrata questa mattina, sabato 26 agosto, alla presenza della sindaca Maria Luisa Ascheri, la ricorrenza dell’eccidio di Cerequio, avvenuto il 29 agosto del 1944 a La Morra e in cui furono giustiziati trentuno partigiani.

Un ricordo del sacrificio di tanti, molti dei quali neanche maggiorenni, a difesa della propria terra e della propria patria, molto sentito dalla comunità lamorrese e oggi ancor di più dimostrato con l’ospitalità offerta alle tante famiglie ucraine, perlopiù mamme con bambini, ospitate proprio sul territorio del paese langarolo.

Alla cerimonia hanno partecipato, oltre alla sindaca di La Morra, il vice sindaco Massimo Guarena, l’assessore Pierangelo Bosco, figlio di Costanzo Bosco, ormai 94enne alpino e partigiano, testimone vivente di quel tragico episodio, il consigliere comunale di Bra Raimondo Testa, il comandante della locale Stazione dei Carabinieri, maresciallo Fabio Rabasco, il luogotenente Giuseppe Sallustio, della Stazione dei Carabinieri di Cherasco, il presidente della sezione Alba-Bra, Langhe e Roero dell’Anpi, Michele Cauda, rappresentanti della protezione civile locale e alcuni familiari delle vittime partigiane.  

La cerimonia si è aperta con l’esecuzione del “Silenzio” da parte della tromba della Banda Musicale "Gabetti" di La Morra e con la deposizione di una corona di fiori presso la lapide che ricorda i caduti, poi benedetta dal parroco don Massimo Scotto. Trentuno rintocchi di campana hanno poi evocato la memoria di questi giovani che hanno sacrificato la propria vita per la libertà, in suffragio dei quali sarà officiata la santa messa delle 11 di domani, domenica.

A seguire l’intervento di Maria Luisa Ascheri:A metà mattina, in pieno sole, immersi nel verde dei filari circostanti i nostri sguardi si rivolgono a quei nomi incisi sulla lapide affissa al muro della casa, gli animi silenti e negli orecchi il ripetuto suono della mitragliatrice. Vorrei ricordare quei ragazzi con i loro nomi di battaglia, perché è nella lotta per la difesa dei valori umani e civili che hanno dato la vita: Rico, Chele, Colino, Piero, Reli, Celeste, Nesto, Giovanni, Lam, Vigi, Paolo, Beppe, Giorgio, Ivan, Nino, Lampo, Valanga, Alba, Candela, Nick, Dino, Evelino, Lucio, Freccia, Bil, Gino. Ragazzi pressoché coetanei dei diciottenni che ieri hanno festeggiato a La Morra la loro maggiore età in allegria e spensieratezza.

La mesta ricorrenza di oggi ci unisce nel dolore delle vite perdute, ma ci offre anche l’opportunità di aprirci al ricordo e alla memoria di un sacrificio per la difesa della nostra libertà e della nostra democrazia. Questa lapide è pertanto testimonianza, ma anche monito e insegnamento, per ognuno di noi, della nostra storia. Abbiamo il dovere di raccontare ai nostri figli affinché siano pronti a contrastare violenza, sopraffazione e odio al diverso, in nome di pace, leale convivenza, eguaglianza e difesa dei diritti e della dignità di ognuno. Partecipare e impegnarsi affinché questi valori vengano corroborati ogni giorno nel ricordo consapevole di chi, per noi, ha sacrificato la sua vita.

Ora più che mai ci tocca stare di vedetta, prendere quel testimone di cui parlava Beppe Fenoglio ne 'Il partigiano Johnny' fare in modo che di Partigiano ce ne sia sempre almeno uno”.

Nel suo intervento la sindaca Ascheri ha voluto anche ricordare la figura dell’ingegner Enzo Demaria, presidente dell’Anpi di Alba Bra Langhe e Roero, scomparso a inizio anno e fautore di innumerevoli iniziative promotrici dei valori costituzionali.

In chiusura il racconto dell’eccidio da parte di Luciano Bellunato, della sezione Alba Bra Langhe e Roero dell’Anpi, che si è concluso con l’intonazione del canto da parte di tutti i presenti di “Bella ciao”, inno partigiano per antonomasia.

L'eccidio di Cerequio, avvenuto il 29 agosto 1944, fu l’epilogo di una serie di rastrellamenti effettuati dalle milizie fasciste nei confronti delle brigate partigiane piemontesi, che a seguito dell’armistizio dell’8 settembre '43 avevano intensificato le azioni di sabotaggio e insurrezione nei confronti delle truppe nazifasciste.

La borgata fu l’epicentro dei rastrellamenti avvenuti tra La Morra, Cherasco e Verduno. I partigiani catturati furono portati alla cascina Averame, dove diciotto di loro furono fucilati, mentre altri tredici vennero giustiziati lungo la strada che conduce a La Morra, nel luogo oggi denominato Piazza dei Martiri

Fu di 32 persone il numero totale dei partigiani catturati, 31 le vittime di cui due minorenni. Un solo sopravvissuto, ferito ma finito sotto la pila dei compagni uccisi, non ricevette il colpo di grazia e riuscì a salvarsi.

Andrea Olimpi

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