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Attualità | 25 agosto 2023, 18:35

L’Odp Paesaggio contro il concessionario Asti-Cuneo: "Eluse le indicazioni arrivate dal Ministero della Cultura"

Il sodalizio ambientalista ancora critico in merito al tracciato del lotto Verduno-Cherasco

L'Osservatorio Paesaggio di Langhe e Roero ancora critico in merito al tracciato del lotto II6A

L'Osservatorio Paesaggio di Langhe e Roero ancora critico in merito al tracciato del lotto II6A

L'Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero torna a esprimersi in termini critici sull’iter seguito per arrivare all’atteso completamento dell’autostrada Asti-Cuneo e in particolare sulla scelta di un più economico tracciato fuori terra, in luogo di quello in galleria sotto la galleria di Verduno, oggetto di un progetto poi abbandonato dalla concessionaria in quanto eccessivamente oneroso.

Destinatario della protesta, oggetto di una nota diffusa dal sodalizio ambientalista, questa volta è proprio la società Asti-Cuneo Spa, criticata per come avrebbe "eluso" le prescrizioni del Ministero della Cultura in merito al tracciato del lotto II.6A tra Verduno e Cherasco, il penultimo ancora mancante (l’ultimo sarà l’adeguamento della tangenziale di Alba) prima che l’A33 possa dirsi terminata con un collegamento che non preveda soluzione di continuità tra i due capoluoghi provinciali.

Si legge nel comunicato stampa: "Il concessionario ha deciso di eludere le due principali prescrizioni avanzate dal Ministero della Cultura: la prima di 'verificare l’effettiva attuabilità tecnica … di una soluzione che, partendo da un’attenta valutazione delle quote altimetriche del tracciato, possa ridurre il tratto stradale in rilevato prospiciente l’ex Tenuta Reale di Pollenzo, eventualmente accentuando ulteriormente i due tratti in trincea che lo intercludono, integrandoli con ulteriori sovrastanti corridoi ecologici o con brevi tratti di galleria artificiale”.

"La seconda di potenziare la pista ciclabile lungo il Tanaro e di realizzare 'un percorso ciclo-pedonale ad hoc, che metta in comunicazione la buffer zone del Sito Unesco dei paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe Roero e Monferrato con il sito Unesco residenze Sabaude – Complesso Carlo-Albertino di Pollenzo, se possibile attraverso la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che utilizzi le strutture residue del Ponte carlo-albertino”.

Il passaggio successivo è dedicato alla disamina del comportamento del concessionario.

"Per la prima prescrizione il concessionario è ricorso all’escamotage di eludere l’analisi del profilo altimetrico alla ricerca della soluzione ottimale. Ha forzato la scelta analizzando la sola soluzione 'estrema', di un tratto di oltre 1 km totalmente il galleria ottenuto abbassando di parecchi metri il tracciato, per giungere alla ovvia conclusione che non era fattibile data la geologia dei luoghi".    

Il Ministero della Cultura – ricorda l’Osservatorio – aveva ipotizzato la realizzazione di solo due tratti in galleria artificiale di lunghezza contenuta, “due ecodotti” attorno ai 400 metri in tutto, che rompessero l’immagine artificiale del tratto all’aperto e consentissero il transito alla fauna selvatica maggiore e minore. Facilmente ottenibili con l’abbassamento di pochi metri del piano di scorrimento dell’autostrada, che avrebbe oltretutto consentito di abbassare i rilevati del tratto all’aperto tra i due ecodotti riducendo così, di molto, l’impatto paesaggistico complessivo del tutto. "Alla fine il concessionario ha optato per la soluzione di minimo impegno, che evitasse la bocciatura del progetto: non cambiare il profilo dell’autostrada e realizzare un ecodotto di 40 metri. Minimo sindacale".   

"Per la seconda prescrizione, del percorso ciclo-pedonale che utilizzi le strutture residue del ponte carlo-albertino, il concessionario ha ignorato la richiesta di 'allungare lo sguardo' al di là delle aree di cantiere e di spendere quattro soldi per il progetto del percorso sino al complesso albertino di Pollenzo. Una vera miseria – attacca qui l’Odp – per un gruppo che fattura miliardi di euro all’anno, mostrando anche in questo caso una totale insensibilità alle tematiche del paesaggio e un totale disinteresse al rapporto con la popolazione".

Guido Chiesa, Cesare Cuniberto, Silvio Veglio per conto del direttivo dell’Osservatorio scrivono anche un'ultima amara considerazione: "Se il concessionario si è potuto permettere di eludere le richieste dei Ministeri è semplicemente perché si è sentito spalleggiato dagli amministratori locali e della Regione, che hanno preferito far sentire la loro vicinanza e sostegno ai 'poteri forti' invece di sostenere le giuste richieste dei tecnici ministeriali e dei cittadini, espresse attraverso i loro rappresentanti come questo Osservatorio, che si dissocia nettamente da questo modus operandi".

Redazione

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