Politica - 22 agosto 2023, 09:23

Il caso del generale Vannacci agita la politica e, in particolare, la destra

La rimozione decisa dal ministro della Difesa Crosetto non è stata condivisa da tutti in Fratelli d’Italia, mentre critiche gli sono giunte dal segretario della Lega Salvini. Imbarazzante silenzio delle segreterie regionali e provinciali del partito che non hanno espresso alcuna attestazione di solidarietà all’esponente più autorevole del partito in Piemonte

Il caso del generale Roberto Vannacci, rimosso dalla guida dell’Istituto Geografico Militare di Firenze dal ministro della Difesa Guido Crosetto dopo le frasi contenute nel suo libro “Il mondo al contrario”, sta agitando la politica e in particolare il centrodestra .

Un libro autoprodotto nel quale l’autore ha espresso idee discutibili: la tesi del generale, in estrema sintesi, è che ormai vige una dittatura delle minoranze, del “politically correct”, non senza riferimenti di carattere omofobico.  

La scelta di Crosetto è stata contestata da vari esponenti della destra; tra i primi, l’ex ministro dell’Agricoltura ed ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, cui hanno fatto seguito prese di posizione di Vittorio Sgarbi e del collega ministro delle Infrastrutture nonché segretario federale della Lega, Matteo Salvini, il quale non si è fatto sfuggire l’occasione per rintuzzare Fratelli d’Italia.

Perplessità sono state espresse anche da uomini vicini a Giorgia Meloni, come Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di FdI.

Crosetto non si fa intimorire e tira dritto per la sua strada: "Io sono diverso da chi mi attacca da destra e da sinistra", così replica a chi ha criticato la sua scelta.

Certo è che la vicenda sta sollevando un polverone soprattutto nel partito di Giorgia Meloni, la quale tuttavia ha finora evitato un pronunciamento ufficiale al riguardo.

La componente ex missina del partito guarda con fastidio alla decisione assunta da Crosetto, mentre dalla componente liberale del centrodestra – è il caso di Giorgio Mulè di Forza Italia - e dal Pd si plaude alla scelta di Crosetto definita “coraggiosa” ed “inevitabile”.

Il Partito Democratico, dall’opposizione, vorrebbe anche che il governo assumesse una posizione ufficiale sulla questione.

Silenzio – fino a questo momento - anche dalle Federazioni Regionali e provinciale di FdI: nessuna attestazione di solidarietà è giunta a Crosetto né dal segretario regionale Fabrizio Comba, uomo di sua stretta fiducia, né dal collega cuneese William Casoni.

Un silenzio di incerta interpretazione nei confronti dell’esponente di governo più autorevole del partito in Piemonte.

Il “caso” non accenna a placarsi e continua ad agitare e imbarazzare la destra alla vigilia di appuntamenti elettorali importanti, quali le europee, le regionali e le amministrative.

Giampaolo Testa