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Politica | 21 agosto 2023, 09:45

Regionali, la Lega si prepara ad un impegnativo derby con Fratelli d’Italia

Nel 2019 il partito di Salvini aveva trascinato il centrodestra con 108.392 voti (41,30%) ottenuti in provincia di Cuneo. Ora Fratelli d’Italia ambisce ad invertire i rapporti di forza. Scontate le ricandidature di Icardi, Demarchi e Gagliasso insieme alla newentry fossanese Simona Giaccardi. Ancora incerto il ruolo di Gianna Gancia

Lo stato maggiore della Lega al termine del congresso prov di Cussanio (dicembre 2022)

Lo stato maggiore della Lega al termine del congresso prov di Cussanio (dicembre 2022)

A trascinare la coalizione di centrodestra alle elezioni regionali nel maggio 2019 era stata la Lega.

Ovunque in Piemonte il partito di Matteo Salvini aveva avuto un ruolo trainante, ma ancor più nella Granda dove il risultato era stato plebiscitario: 108.392 voti pari al 41,30%.

Decisamente inferiore l’apporto dato dagli altri due partiti della coalizione, che, insieme, non erano arrivati al 15%: Forza Italia aveva ottenuto nella Granda 23.980 voti (9,14%), Fratelli d’Italia 14.743 (5,62%).

La Lega, grazie a questi numeri, aveva mandato a Torino dal Cuneese tre consiglieri: l’ex sindaco di Santo Stefano Belbo Luigi Genesio Icardi (4596 preferenze personali); il saluzzese Paolo Demarchi (3845) e, grazie ai resti, il saviglianese Matteo Gagliasso (2420).

All’indomani del voto, Icardi – in virtù del consenso personale e della cospicua dote portata dalla Lega cuneese alla maggioranza – era stato chiamato in giunta con l’incarico di assessore alla Sanità.

Sin qui la fotografia di quanto successo nella tornata di quattro anni fa.

Ora il senatore e segretario provinciale Giorgio Bergesio – d’intesa col segretario piemontese e capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari - si appresta a scegliere la “cinquina” da mandare in campo il prossimo anno.

Il quadro politico è cambiato, non perché sfavorevole al centrodestra ma perché i rapporti di forza interni (in base ai risultati delle politiche del settembre scorso) sono cambiati.

A Cuneo la lista della Lega è forse, al momento, l’unica ad essere in larga parte già definita.

Non esistono infatti plausibili ragioni perché i tre consiglieri uscenti, Icardi, Demarchi e Gagliasso, non siano ricandidati.

A loro si affiancherà, con tutta probabilità, Simona Giaccardi, presidente del Consiglio comunale di Fossano nonché consigliere provinciale.

Manca solo un nominativo, che – data la già robusta compagine – avrà verosimilmente un ruolo “di servizio”.

Questo il quadro per quanto concerne la quota proporzionale.

Diverso il discorso del “listino”, dove viene dato per certo il nome dell’europarlamentare Gianna Gancia, già presidente della Provincia dal 2009 al 2014 e poi capogruppo in Regione nella consiliatura 2014-2019, quando il centrodestra era all’opposizione di Sergio Chiamparino.

In quest’eventualità, la Lega potrebbe garantirsi due eletti nel Cuneese, cosa  difficile se l’eurodeputata uscente dovesse invece far parte della lista proporzionale.

È appena il caso di ricordare che l’unica nei cui confronti sia Molinari che Salvini hanno sovranità limitata è proprio lei.

Gianna Gancia deciderà a tempo debito, d’intesa col coniuge Roberto Calderoli, ministro delle Autonomie e delle Riforme, se fare la doppia candidatura in Europa e in Regione e in quale ruolo nel secondo caso.

In ogni caso la partita si prospetta particolarmente impegnativa: il duello elettorale sarà soprattutto con Fratelli d’Italia, che ambisce ad invertire i rapporti di forza a Palazzo Lascaris.

Bongioanni&C, sperando di confermare il trend delle politiche, sono convinti di puntare all’elezione di tre consiglieri.

Si annuncia dunque un derby difficile per la Lega, una sfida all’ultimo voto da cui dipenderà la futura mappa del potere nella Granda.

Ammesso e non concesso che tra dieci mesi – quando si tornerà alle urne per la Regione -  il quadro politico sia ancora quello che dipingono oggi i sondaggisti.

 

Giampaolo Testa

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