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Attualità | 21 agosto 2023, 12:33

Il 70% dei lupi del nord Italia sono sulle Alpi piemontesi. Coldiretti: "Le contromisure attuali non bastano"

A seguito anche dei recenti attacchi vissuti dai territori di saviglianese e saluzzese Enrico Nada e Fabiano Porcu chiedono a gran voce interventi strutturali e sostenibili

Una delle caprette nane attaccate a Savigliano

Una delle caprette nane attaccate a Savigliano

Sulla gestione dei lupi basta ambiguità, che favorisce l’espansione incontrollata. Serve un piano nazionale di gestione, adeguato e sostenibile, specie nelle Alpi piemontesi dove si concentra il 70% dei lupi del nord Italia: non bastano gli strumenti di mitigazione attuali come reti elettrificate e cani da guardia”. L’allarme arriva dai vertici provinciali di Coldiretti, che chiede che il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia non sia approvato dalla conferenza Stato-Regioni nella sua versione aggiornata a luglio ma invece adeguato alle necessità delle Alpi piemontesi.

Richieste che arrivano anche a seguito del monitoraggio nazionale pubblicato lo scorso anno nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU in sinergia con l’ISPRA: sono circa 600 i lupi sulle Alpi piemontesi, ma il moltiplicarsi degli avvistamenti quotidiani persino in zone collinari e di pianura fa ragionevolmente dedurre che gli esemplari da allora siano ulteriormente aumentati.

L’equilibrio è saltato, così com’è accaduto per i cinghiali – sottolinea Enrico Nada, presidente Coldiretti Cuneo - . Da specie gravemente minacciata, il lupo non è più in pericolo d’estinzione, anzi è una presenza sempre meno discreta. Questa situazione sta incidendo seriamente sulla zootecnia, in particolare su quella cuneese, con danni per la pastorizia e per gli allevamenti tali da minacciarne seriamente la sopravvivenza con gravi conseguenze ambientali ed economiche. È del tutto evidente come i vari strumenti di mitigazione proposti, dalle reti elettrificate ai cani da guardiania, non siano in grado, anche laddove correttamente applicati, di prevenire efficacemente i conflitti”.

Negli ultimi due mesi la provincia di Cuneo ha vissuto diversi momenti di tensione derivanti proprio da aggressioni attribuite (o comunque ragionevolmente attribuibili) a uno o più esemplari di lupo. Tre in particolare: il 29 luglio a Vottignasco con l’uccisione dell’ariete della fattoria ‘Gallina Golosa’, il 18 agosto a Staffarda, vittima l’asina della Tenuta Braida Agriturismo e – ancor più recentemente – il 19 agosto in frazione San Salvatore di Savigliano con l’uccisione di nove caprette nane di proprietà del gestore del ristorante ‘La Cascina’ in località Oropa.

Dalle Istituzioni serve responsabilità nella difesa dei pastori e degli allevatori che, con un aggravio di costi per gestire la difesa delle mandrie e delle greggi dai lupi, continuano a presidiare con coraggio i territori, a mantenere la biodiversità nelle aree pascolive, a conservare conoscenze e tradizioni secolari da cui nascono prodotti che tutto il mondo ci invidia, a garantire la bellezza del paesaggio contro degrado, frane e alluvioni” ha aggiunto Fabiano Procu, direttore Coldiretti Cuneo.

La difficile situazione che gli imprenditori agricoli vivono in montagna non solo mette a rischio la sopravvivenza della pastorizia, ma compromette la possibilità che nelle nostre vallate alpine permanga un tessuto sociale produttivo, con un danno rilevante per l’intera collettività”.

Simone Giraudi

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