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Politica | 16 agosto 2023, 07:50

Provincia, probabile proroga dell’attuale Consiglio in attesa del ritorno all’elezione diretta

Scade a dicembre, ma potrebbe restare in carica fino a quando non sarà stata definita la nuova legge, ora ferma in Commissione al Senato. Attesa una legge-ponte alla riapertura delle Camere per fare chiarezza

Il consiglio provinciale a guida di Luca Robaldo

Il consiglio provinciale a guida di Luca Robaldo

Sono una sessantina le Province italiane i cui Consigli provinciali sono in scadenza a fine anno e tra questi anche quello di Cuneo.

A settembre, alla riapertura delle Camere, è attesa una legge-ponte che dica se dovranno essere rinnovati con il vecchio sistema, cioè con elezione di secondo grado riservata ai soli amministratori comunali o – come appare più probabile – verranno prorogati fino al varo dell’elezione diretta.

Il presidente dell’Amministrazione provinciale di Cuneo Luca Robaldo – e come lui i suoi colleghi - aspetta disposizioni dal momento che tra un mese dovrebbe indire i Comizi elettorali per l’elezione del nuovo Consiglio.

Sotto l’aspetto politico si tratterebbe di un passaggio per lui non agevole, considerato che la maggioranza elettorale (Azione-Pd-centro-sinistra civico) che lo aveva sostenuto un anno fa nella corsa alla presidenza contro il sindaco di Lagnasco Roberto Dalmazzo, sostenuto dal centrodestra, difficilmente sarebbe riproponibile.

Robaldo, sindaco di Mondovì, gode oggi di una maggioranza ben più ampia di quella che ne aveva determinato l’elezione, essendosi Forza Italia e Lega riallineati subito dopo il voto.

Pur con qualche distinguo, conta infatti su una maggioranza “ecumenica” non dissimile da quella unitaria che aveva caratterizzato la gestione del suo predecessore, Federico Borgna, allora sindaco di Cuneo.

L’unico a chiamarsi fuori dalla “grosse koalition” di corso Nizza è stato il consigliere Marco Bailo, sindaco di Magliano Alpi, esponente di Fratelli d’Italia.

Sul fronte del ritorno all’elezione diretta, è tornato nei giorni scorsi il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, dicendo che il suo partito auspica che possa divenire operativa già nel 2024.

In realtà, il Senato ha chiuso i battenti lasciando da sciogliere gran parte dei nodi all’esame della Commissione.

Oltre all’aspetto delle risorse finanziarie da destinare alle nuove Province, questione tutt’altro che marginale, altro scoglio resta la legge elettorale.

Dai resoconti della commissione parlamentare risulta che sia stata ipotizzata una norma transitoria che prevede collegi provinciali unici.

Sul sistema da adottare c'è però distanza tra i partiti di maggioranza e di opposizione ma anche tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia non c’è, sul tema, unanimità di vedute.

Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento, a firma del presidente della Commissione Alberto Balboni, per optare sul cosiddetto “Provincellum” (lista unica su base provinciale) mentre la Lega punta su un modello regionale con collegi più piccoli, in modo da garantire rappresentatività a tutte le realtà territoriali, anche quelle periferiche .

Lega e Forza Italia sostengono che si possa procedere con celerità mentre Fratelli d’Italia si mostra prudente osservando che in questo momento le priorità sono altre.

La proroga del Consiglio provinciale appare al momento la soluzione più facilmente perseguibile a condizione che non si vada oltre il 2024, quando – nella primavera – potrebbe esserci l’election day insieme ad europee, regionali e amministrative.

Ma anche sull’election day i pareri risultano non essere concordi.

Giampaolo Testa

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