Attualità - 15 agosto 2023, 08:59

"La chiamo dalla Polizia Postale, il suo denaro è a rischio", ma in realtà è un tentativo di truffa

La PolPost, quella vera, mette in guardia dall'ennesimo raggiro. In questo caso attuato millantando l'appartenenza alle Forze dell'Ordine

Nel mondo in costante evoluzione delle truffe e delle frodi online, un nuovo e preoccupante schema criminale è emerso, sfruttando la fiducia naturale che le persone ripongono nelle Forze dell'Ordine.

Questo nuovo stratagemma truffaldino si sviluppa in due fasi ben definite. La prima vede la ricezione di un innocuo messaggio SMS, apparentemente inviato dall'istituto di credito presso cui la vittima ha il proprio conto. Nel messaggio - che si fonde perfettamente con le notifiche genuine della banca, creando un'apparenza di autenticità - la vittima viene allertata di un possibile accesso non autorizzato al proprio conto e di prelievi senza il suo consenso.

Segue quindi la seconda fase, in cui entra in scena il truffatore in persona. La vittima riceve una chiamata da un numero che sembra essere quello della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della sua provincia di residenza. Questo è possibile grazie alla sofisticata tecnica dello "spoofing", che consente ai truffatori di utilizzare la tecnologia VoIP (Voice over IP) per effettuare chiamate da computer e dispositivi informatici, manipolando il numero visualizzato sullo schermo del destinatario. In alcuni casi, il numero visualizzato è stato addirittura quello della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Verona.

Il truffatore, presentandosi come un operatore della Polizia Postale, mette in atto un intricato piano per convincere la vittima a compiere azioni che favorirebbero il truffatore stesso. La vittima viene istruita a recarsi presso un bancomat e a trasferire i propri risparmi su conti correnti che vengono descritti come "sicuri" e "protetti".

L'unico freno al rischio di vedersi completamente svuotato il conto è dato dalla soglia massima di prelievo giornaliero fissata dal proprio istituto di credito, ma in ogni caso il danno arrecato resta potenzialmente enorme. In sostanza, il truffatore sfrutta l'ansia della vittima e cerca di guadagnarsi la sua fiducia, addirittura incoraggiandola a verificare online il numero del chiamante per confermare la sua autenticità.

In un momento di panico e ingenuità, il rischio che la vittima segua pedissequamente le istruzioni del truffatore, spostando inconsapevolmente i propri fondi e cadendo nella trappola ben architettata, è elevato.

Nel mettere in guardia la cittadinanza da questa tipologia di trufa, la Polizia Postale ha anche fornito due specifiche alcune linee guida fondamentali per proteggersi:

1. Diffidare delle richieste di movimentazione di denaro: Nessun operatore delle Forze dell'Ordine chiederà mai di effettuare bonifici o pagamenti. Non comunicate mai le vostre credenziali di home banking. In caso di dubbio, consultate la vostra banca.

2. Verificare l'Identità dei chiamanti: Se ricevete una chiamata da un presunto appartenente alle Forze dell'Ordine, chiedete nome, grado e forza di polizia di appartenenza e cercate online il numero di contatto ufficiale dell'ente. Chiamate il numero ufficiale per confermare l'identità dell'interlocutore.

Gabriele Massaro