Nel film Paterson del 2016 il regista Jim Jarmush segue le tracce di un poeta, guidatore di bus, che si vergogna di leggere le sue opere. La poesia- sembra dirci il cuore della sceneggiatura- nasce esattamente quando qualcuno l'ascolta, altrimenti rimane sospiro, sfogo o forma non del tutto realizzata. E l'ascolto è una dei passaggi più importanti del Premio Roddi, giunto alla XXVII edizione con novità costanti e un percorso sorprendente, come ci spiega la presidente dell'omonima associazione culturale Laura Della Valle: "Quest'anno c'è stata una grande partecipazione con 1586 poesie inviate sia dall'Italia che dall'estero, numeri che ci onorano e ci fanno capire quanto sia apprezzato e conosciuto il concorso e quanto sia vivo l'interesse per la poesia".
La poesia è indomabile, cambiamento, specchio dei moti dell'animo, delle epoche storiche e regala spaccati molto interessanti. "Le poesie che abbiamo letto- prosegue la presidente- danno peso all'impatto emotivo, i bambini hanno il coraggio di usare la rima, che si perde con l'aumentare dell'età, come se fosse qualcosa di infantile. I giovani scrivono di passione, dolore, guerre, amori complicati, di un vivere moderno in cui ha grande importanza la memoria dei luoghi".
Una delle novità più importanti di questa edizione è stata la presenza di Roberto Vecchioni, come super giurato. Aggiunge Laura Della Valle: "L'anno scorso lo avevamo premiato con il riconoscimento "Testimone di Bellezza" e si è offerto spontaneamente come giurato. Ha scelto due poesie vincitrici, una in italiano e una in piemontese, per noi è stato un onore e un riconoscimento della nostra attività".
La menzione speciale del professore e cantautore è andata alla poesia "Di mia madre" di Nunzio Buono per la sezione italiano e a Vegna insì di Livio Rossetti per la sezione piemontese. La cerimonia di premiazione di tutte le poesie vincitrici nelle sezioni italiano, piemontese, scuole e opere collettive, è prevista per domenica 27 agosto alle ore 16.30 al castello di Roddi.