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Attualità | 02 agosto 2023, 09:07

Ripulita l'area attorno al pilone in memoria di don Giuseppe Dogliani a Roburent

La lapide, sulla strada per Serra Pamparato, era invasa dai rovi. L'intervento è stato curato dalla Protezione Civile comunale

Don Giuseppe Dogliani

Don Giuseppe Dogliani

Importante intervento di bonifica a Roburent, nell'area che ospita la lapide in memoria del cappellano partigiano don Giuseppe Dogliani.

L’associazione “Savin, che si impegna nello studio e iniziative storiche roburentesi, assieme alla onlus “Col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo”, attiva anche per richiamare i valori della Resistenza nel Monregalese, esprimono gratitudine al Gruppo Comunale di Protezione Civile, presieduto da Luigi Ravotti, per il loro intervento, importantissimo, di bonifica del sito “Pilone di Carlet”, sulla strada per Serra Pamparato, ove è posta da parecchi anni, una lapide a memoria di don Giuseppe Dogliani.

L’area era ricolma di rovi ed erbacce ed è tornata perfettamente ammirabile, a buon ricordo della vita spesa dal sacerdote tra i “ribelli per amore”.

Un bel gesto che dimostra che sul territorio giovani e laboriosi rendono ancora onore ai martiri della Restitenza.

Don Dogliani, nato a Carrù nel 1902, frequentò le Scuole Apostoliche, cioè il corso che divenne poi Seminario Minore, presso il Santuario di Mondovì a Vicoforte, fino al 1920; quindi approdò all’Istituto Missioni della Consolata, con Casa Madre a Torino. Fu assegnato al Kenya, ove fu ordinato nel 1927. 

Passò poi in Etiopia, dal fascismo definita “Abissinia”, e nel 1937, rientrato in Italia, ottenendo il decreto di exclaustrazione dalla Congregazione pontificia di Propaganda Fide (prot. 3816 / 37), per approdare al Clero della diocesi di Ventimiglia, incardinato, prima temporaneamente, poi definitivamente nel 1940. Nel 1942 fu Cappellano Militare degli Alpini in Russia, nel 6° Reggimento.

Negli ultimi giorni di dicembre 1943, invitato da partigiani della sua Rettoria di Sealza di Latte di Ventimiglia, raggiunse la Vallecasotto per celebrare il precetto natalizio e non rientrò più nel centro ligure, svolgendo la attività pastorale tra i componenti della Formazione Autonomi del Comandante Enrico Martini Mauri.

Celebrava in vari punti della valle, confessava, assisteva spiritualmente diversi condannati alla fucilazione dai Partigiani poiché spie o collaborazionisti dei nazifascisti. Richiese, senza ottenerla, la nomina a Cappellano dal Vescovo di Mondovì, mons. Sebastiano Briacca, a cui ricorse per il conferimento della Cresima a una dozzina di partigiani, il 13 febbraio 1944. In coda alla massacrante Battaglia della Valcasotto fu ucciso e la data anagrafica è del 22 marzo 1944.

L’atto allo Stato Civile è postumo, come successe in quei momenti terribili di occupazione nazista, per cui il giorno potrebbe essere quello del ritrovamento, nella zona boschiva proprio al confino tra il territorio della Capoluogo di Roburent e  quello di Serra Pamparato. Partigiani supposero fosse stato sepolto ancora vivo.

Le efferatezze naziste non ebbero limite. I due enti hanno consegnato all’Arciprete di San Siro in Roburent, don Gian Mario Olivero, documentazione ampia per sottoporre al Vescovo mons. Miragoli, questo caso onde verifichi se può ricorrere il Martirio, perché sicuramente la morte è dovuta, come dice la morale cattolica “in hodium fidei”.

redazione

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