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Politica | 31 luglio 2023, 10:25

Lauria riparte dalla destra sociale e si associa all’ex ministro Alemanno per contestare la premier Meloni

Un anno fa – dopo la sconfitta amministrativa alle comunali di Cuneo - aveva annunciato che si sarebbe dimesso dopo quasi 30 anni trascorsi sui banchi della minoranza, ma è ancora in municipio. Dopo varie peripezie, torna alle origini innestando la baionetta contro Fratelli d’Italia e la sua leader

Lauria riparte dalla destra sociale e si associa all’ex ministro Alemanno per contestare la premier Meloni

Lo scorso anno, all’indomani del voto amministrativo di Cuneo che aveva segnato una batosta per lui e le sei liste civiche che lo appoggiavano nella sua corsa da sindaco, Beppe Lauria aveva annunciato il ritiro dalla politica, dopo quasi 30 anni trascorsi in municipio.

Senonché il “boia chi molla!” è in lui un richiamo talmente irresistibile che non gli ha consentito di mantenere la promessa.

A distanza di un anno è ancora lì, sui banchi della minoranza, nonostante i colleghi di opposizione Boselli e Sturlese gli abbiano, via via, rubato la scena.

Non ce ne voglia Chiarenza, se diciamo che Lauria è probabilmente l’esponente più a destra a ricoprire oggi un ruolo politico (per lo meno istituzionale) in provincia di Cuneo.

Come avviene in base ai cicli e ai ricicli della storia, dopo varie peripezie (Msi, Alleanza Nazionale, Casapound, Italexit di Paragone, agit prop contro il green pass durante la pandemia) è ritornato al punto di partenza, quella destra sociale che ha come leader Gianni Alemanno e nella quale aveva mosso i primi passi.
    
E così quando l’ex sindaco di Roma ed ex ministro all’Agricoltura lo ha chiamato per dirgli che stava avviando il cantiere “Forum per l’indipendenza italiana”, Lauria non ha saputo dire di no.

Dopo le traversie giudiziarie, Alemanno ha deciso di tornare in campo chiamando a raduno i suoi fedeli nel Palazzo del Capitano del Popolo (già il nome è evocativo) della città umbra per un seminario tenutosi lo scorso fine settimana (29/30 luglio).

Da qui sono piovute pesanti critiche all’indirizzo di Giorgia Meloni, accusata – dopo la sua recente visita alla Casa Bianca – “di essere supina a Biden più dei vecchi Dc, che non avrebbero mai accettato di farsi trascinare in una guerra come quella in corso in Ucraina”.

“L’Italia non è mai stata così allineata con gli Usa come in questo periodo. Questo – ha affermato Gianni Alemanno - è il governo più atlantista della storia repubblicana".

E poi, sempre per segnare un distinguo rispetto alla politica estera della premier, un’esortazione: “L’Italia resti nella 'Via della Seta'. Uscire dagli accordi stipulati con la Cina, per fare un favore agli americani – ha spiegato -, sarebbe un errore”.

Come si evince, a destra c’è fermento.

E Lauria, nonostante le batoste elettorali (e il passare degli anni) lo abbiano un po’ acciaccato, non vuole lasciarsi sfuggire quest’ultima occasione.

Non fosse altro per rompere, ancora una volta, le uova nel paniere agli odiati ex compagni (pardon, “camerati”) di strada che oggi siedono nelle stanze dei bottoni.

A Roma i Fratelli si stanno spartendo la torta del potere e in Piemonte, e nel Cuneese, si apprestano a farlo.

E per lui, considerato l’eterno gianburrasca della destra, non è prevista nemmeno una ciliegina di consolazione.

Giampaolo Testa

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