Farinél - 30 luglio 2023, 10:20

Farinèl/ Chi nega che sia in atto una crisi climatica offende solo la propria intelligenza

Italia ed Europa bruciano e vengono messe in ginocchio da fenomeni atmosferici mai registrati in precedenza, ma c’è ancora chi nega che sia in atto una crisi climatica

La fuga dei turisti da Rodi, messa in ginocchio dagli incendi

Mentre l’Europa brucia e si trova a fare i conti con temperature medie mai registrate e con fenomeni come uragani o tifoni che mai si erano abbattuti sul vecchio continente e sul nostro Paese, c’è ancora chi prova a negare quello che è sotto gli occhi di tutti. A che pro?

Una settimana fa, in queste ore, io e mia moglie eravamo nell’inferno di Rodi. In questi sette giorni ho raccontato ciò che ci è successo molte volte.

Senza tediare il lettore, ripercorrerò per sommi capi una vicenda che si è sviluppata da sabato 22 luglio, a partire dalle 12.50, quando siamo stati accolti nel resort Lindos Mare, dove avremmo dovuto trascorrere una piacevole e rilassante vacanza di una settimana.

La temperatura era torrida, 44 gradi, resa insopportabile dagli incendi che divampavano da giorni sull’isola. Dopo un primo bagno, giusto il tempo della cena e dalle 23.42 l’inizio dell’incubo con l’arrivo su tutti i cellulari del messaggio di allarme della Protezione civile greca che invitava a evacuare immediatamente dal Comune di Lindos, quello in cui soggiornavamo, per la presenza di incendi. L’invito era a scappare immediatamente verso nord.

Dopo ore di panico e dopo aver riempito le valigie appena svuotate, alle 3 siamo stati trasportati presso un altro hotel distante pochi chilometri, il Lindos Royal dove siamo stati caricati su un pullman diretto verso nord.

Lo stato d’animo è immaginabile, di sconforto, smarrimento, per essere stati buttati giù dal letto in piena notte con la paura di conseguenze peggiori.

Abbiamo trascorso quasi tre ore su un vetusto pullman prima di essere riportati al Lindos Royal perché secondo la Protezione Civile, in collegamento con il nostro autista, era rientrata, per quanto riguarda l’hotel Lindos Royal. Peccato che il nostro hotel (il Lindos Mare) rimanesse chiuso perché vicino agli incendi.

Altre ore di incertezze con il nostro tour operator, Alpitour, totalmente non pervenuto, nonostante la presenza di un numero verde attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a cui nessuno ha risposto fino alle 17 della domenica, dopo 17 ore e 18 minuti dall’arrivo del messaggio di allarme.

Dopo altre interminabili ore nella hall del Lindos Royal, rimasto senza elettricità e quindi senza climatizzazione, siamo stati informati che il nostro hotel aveva riaperto e siamo stati invitati a raggiungerlo con mezzi di fortuna.

Al ritorno abbiamo trovato un resort quasi deserto con la piscina invasa dalla cenere e la camera dove non si respirava dal fumo. Nel frattempo, si era fatto il pomeriggio della domenica 23 luglio e poi la sera. Dopo una fugace cena, l’annuncio di una nuova evacuazione, a causa del fumo che aveva ormai invaso l’aria. Due giorni con le valigie costantemente pronte. A questo punto finalmente il tour operator ci ha proposto un volo di rientro su Bergamo, nonostante avessimo l’auto a Malpensa, prendere o lasciare. Abbiamo preso, ormai la vacanza era rovinata.

Alle 4 della notte tra domenica e lunedì abbiamo lasciato una Rodi in fiamme per tornare a casa, dopo che una vacanza attesa mesi si era trasformata in un incubo da cui scappare al più presto e con ogni mezzo.

Ho cercato di non soffermarmi troppo sull’angoscia vissuta e su ciò che si prova nel sentirsi in pericolo in un momento in cui si vorrebbe solamente vivere qualche giorno di spensieratezza, ma è qualcosa che mi ha provato e che ha messo a dura prova il mio inguaribile ottimismo.

Da una settimana fatico a prendere sonno per la paura di essere svegliato nel cuore della notte e sono certo che d’ora in avanti ogni volta che dovrò partire per un viaggio avrò un po’ di timore dove prima provavo solo entusiasmo.

Purtroppo, la sensazione è che dovremo fare sempre più fare l’abitudine a fenomeni come quello vissuto da noi una settimana fa, dovuti ai comportamenti criminali di farabutti che per interesse o solo per follia si divertono a dare fuoco a boschi secolari, ma non solo. Thodoris Giannaros, ricercatore associato dell'Istituto per la Ricerca ambientale ha sottolineato: «Quello che è successo a Rodi è l'esplosione di un incendio boschivo. Avvenuto a causa delle condizioni piro-meteorologiche, in combinazione con le condizioni dei giorni precedenti: tempo molto caldo e secco. Ma anche i forti venti aiutano l'incendio a diventare molto intenso e a sviluppare carichi termici molto grandi e questo ha portato alla sua esplosione. E per esplosione intendiamo che il fuoco, con tutta questa intensità, ha iniziato a propagarsi ovunque e rapidamente e ad avere comportamenti estremi».

Tradotto in parole povere: i piromani criminali e deficienti ci son sempre stati, ora si crea un combinato disposto con condizioni meteorologiche estreme in grado di creare una miscela altamente esplosiva.

In un’intervista che ho registrato a Roberto Cavallo, il rifiutologo albese ha sottolineato, riguardo alla grandinata che ha messo in ginocchio Langa e Roero: «Giovedì 6 luglio la centralina meteo che ho presso la mia abitazione ha registrato 51 mm di pioggia in 30 minuti, una quantità consistente, ma non da record, folate di vento a 80 Km/h, molto rare, ma già registrate ad Alba e una grandinata, sicuramente non frequente, ma già vista nella città del tartufo. Presi singolarmente questi tre fenomeni non hanno rappresentato una straordinarietà, ma insieme non si erano mai verificati a memoria d’uomo. Questi fenomeni nuovi ci trovano impreparati e impotenti. La sensazione è che possano diventare sempre più frequenti. Il motivo è semplice: il ciclo dell’acqua è appunto un ciclo in cui l’aumento delle temperature ha l’effetto di immettere energia nel ciclo accelerandolo con fenomeni sempre più veloci e imprevedibili».

A chi sottolinea che in estate abbia sempre fatto caldo cercando di banalizzare quello che è IL PROBLEMA della nostra era, non un problema, quello che condiziona parte della nostra esistenza e che sarà la cifra della vita dei nostri figli e nipoti, spiegate che uragani e tifoni in Italia mai si erano visti e a memoria d’uomo nemmeno grandinate con chicchi grandi come palline da golf come quelle abbattutesi sul nostro territorio o su Malpensa, su Milano e gran parte della Lombardia, sfiorando un’Emilia Romagna ancora in ginocchio per l’alluvione.

Fenomeni che sono ormai all’ordine del giorno e che fino a ieri erano straordinari. Voltarsi dall’altra parte non risolverà un problema che riguarda tutti.

So che di fronte a un tema così importante, a parte quei pochi che proveranno comunque a negarne l’esistenza, la tentazione è di sentirsi impotenti, di pensare di nulla potere per invertire un processo FORSE e sottolineo forse, irreversibile, ma non è così.

Bisogna almeno provarci. Ogni generazione è responsabile nei confronti di quella successiva e non vorrei che la mia generazione finisse per essere additata come quella che ha nascosto sotto il tappeto una crisi climatica che ormai occupa tutta la stanza e che sotto il tappeto non può stare.

Fare qualcosa per fermare un processo di autodistruzione in stato avanzato è compito e dovere di ogni Governo del Mondo, dall’Europa, agli Stati Uniti, all’Asia. “Non esiste un pianeta B” è uno slogan quantomai vero e oggi temi come questi non possono avere tifosi o colori, perché viviamo tutti sullo stesso pianeta e tutti portiamo le conseguenze della crisi climatica.

La terribile grandinata che lo scorso 6 luglio ha funestato Langhe e Roero

Marcello Pasquero