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Attualità | 25 luglio 2023, 20:24

Valli senza segnale telefonico, una situazione che troppo spesso mette in pericolo la vita delle persone

Domenica scorsa due casi in Valle Maira hanno rischiato di trasformarsi in tragedia. Il presidente di Uncem, Marco Bussone: "Dove non arrivano i privati investano le Istituzioni"

Valli senza segnale telefonico, una situazione che troppo spesso mette in pericolo la vita delle persone

Il problema di mancanza del segnale telefonico nelle valli di montagna sembra ben lontano dall’essere risolto. E non si tratta solo del segnale utile per collegarsi ad internet, spesso assente in tantissime località, ma anche e soprattutto quello per effettuare o ricevere una semplice chiamata telefonica.

Purtroppo, la questione si presenta in tutta la sua drammaticità.

Appena due giorni fa, domenica scorsa 23 luglio, abbiamo scritto di un ciclista caduto in un dirupo sulle alture di San Damiano Macra, in Valle Maira, mentre stava facendo un’escursione con la sua mountain bike. L’allarme, lanciato dagli amici, era stato reso difficile dalla scarsa copertura della rete di telefonia mobile di quella zona e sarebbe giunto tramite il servizio di sicurezza SOS Emergenze via satellite di Apple, da pochi mesi attivato dal 112 piemontese. La vicenda si era fortunatamente chiusa in modo positivo per il ferito.

Ironia della sorte, sempre domenica pomeriggio, una donna ha accusato un malore mentre partecipava alla messa tenuta nella chiesa della frazione Pagleres, dove era in corso la patronale di San Giacomo.

Anche in questo caso, fortunatamente, la situazione si è risolta nel miglior modo possibile grazie al pronto intervento del dottor Piero Demaria, ma se non ci fosse stato il medico si sarebbe dovuto percorrere 8 km in auto prima di poter chiamare i soccorsi tramite telefono cellulare, perché non c’è copertura.

Una problematica comune ad una serie di borgate, affollatissime durante l’estate per i tanti turisti presenti.

Una situazione mai risolta: le prime segnalazioni dei cittadini - con la richiesta di risoluzione del disagio proprio tramite l'installazione di un ripetitore – risalgono addirittura al 2008. Nel 2018, poi, è tata prodotta una partecipata raccolta firme rimasta apparentemente inascoltata. Tutto inutile.

La situazione è, secondo Uncem, drammatica in tante, troppe parti d'Italia rurali e montane. 

Il Presidente Marco Bussone lo denuncia da tempo: Gli antidoti e le soluzioni ci sono- sostiene -. Nel PNRR ci sono le risorse e altre si possono, si devono trovare. Lo deve fare lo Stato per arrivare - come successe negli anni Sessanta per strade ed energia elettrica - laddove gli operatori privati non arrivano, perché non remunerativo. Ovvero investire, come Stato e Istituzioni centrali e regionali, in pali, tralicci, sui quali gli operatori telco possono installare ripetitori”.

redazione

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