/ Attualità

Attualità | 20 luglio 2023, 07:02

Capitale della Cultura 2026: ecco chi sono le 25 sfidanti di Alba, Bra, Langhe e Roero

In corsa le temibili Lucca, L’Aquila e Rimini, senza dimenticare realtà dal fascino indiscusso quali Senigallia, Todi, Maratea e Pantelleria. Il direttore del comitato Mauro Carbone: «Città importanti, ma quello che conta è il progetto. Abbiamo visto vincere territori o realtà più piccole della nostra»

Mauro Carbone, il direttore del Comitato per la candidatura di Alba, Bra, Langhe e Roero a Capitale italiana della Cultura 2026 (Foto Guazzone)

Mauro Carbone, il direttore del Comitato per la candidatura di Alba, Bra, Langhe e Roero a Capitale italiana della Cultura 2026 (Foto Guazzone)

«Una sfida facile? Tutt’altro. Ma tra i candidati al riconoscimento 2026 ci presentiamo rappresentando l’unione di 88 comuni. Tutto un territorio ancora una volta pronto a lavorare insieme per il raggiungimento di un nuovo importante obiettivo». Così il sindaco albese Carlo Bo, che, nella serata di presentazione della 93ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, svoltasi a Bossolasco nella serata di martedì 18 luglio, ha aggiornato i tanti colleghi sindaci presenti sull’importante traguardo posto con la candidatura di Alba, Bra, Langhe e Roero a Capitale Italiana della Cultura 2026.

Un lavoro a un dossier che sta andando avanti con grande passione e lavoro da parte di tutti, dopo la prima data importante del 4 luglio, quando, il comitato presieduto dallo stesso Bo, ha presentato la propria manifestazione di interesse al Ministero della Cultura. Un primo passo formale di un percorso che ora prevede la consegna delle sessanta pagine del dossier, entro il prossimo 27 settembre, in attesa dell’assegnazione finale prevista per il primi mesi del 2024.

Sarà così un’estate bollente, in cui gli 88 Comuni protagonisti si stanno fasando per presentare un dossier che possa convincere i giudici ad assegnare quello che sarebbe un traguardo dalla grande eco nazionale e internazionale.

Da inizio luglio è stato reso noto l’elenco delle città e dei luoghi che si sfideranno, e sono stati organizzati due incontri, uno a La Morra con i sindaci ed imprenditori (leggi articolo), e l’altro a Magliano Alfieri con artisti, intellettuali e personalità (con flashmob annesso - leggi articolo) per rendere il territorio più consapevole di questa importante sfida che si sta affrontando.
Una curiosità: mai nessuna zona del Piemonte è stata capitale italiana della cultura. Con i debiti scongiuri, speriamo che sia la volta buona: per il nostro territorio sarebbe ancora più speciale perché coinciderebbe con i dieci anni del riconoscimento Unesco di Doha (2014-2024).

Stiamo con i piedi per terra e vediamo quali sono le rivali (in ordine alfabetico): Agnone (Isernia) – Molise, Bernalda (Matera) – Basilicata, Carpi (Modena) - Emilia Romagna, Cleto (Cosenza) – Calabria, Cosenza – Calabria, Gaeta (Latina) – Lazio, L’Aquila – Abruzzo, Latina – Lazio, Lucca – Toscana, Lucera (Foggia) – Puglia, Maratea (Potenza) – Basilicata, Marcellinara (Catanzaro) – Calabria, Massa (Massa - Carrara) – Toscana, Moliterno (Potenza) – Basilicata, Nuoro – Sardegna, Pantelleria (Trapani) – Sicilia, Potenza – Basilicata, Rimini - Emilia Romagna, Senigallia (Ancona) – Marche, Todi (Perugia) – Umbria, Treviso – Veneto, Unione dei Comuni dei Monti Dauni (Foggia) – Puglia, Unione de Comuni Terre dell’Olio e del Sagrantino (Perugia) – Umbria, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena) – Toscana, Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana (Arezzo) – Toscana.

Da una prima analisi ci sono otto città capoluogo di Provincia, tra cui le temibili Lucca, L’Aquila e Rimini, senza dimenticare paesi dal fascino indiscusso quali Senigallia, Todi, Maratea, Pantelleria.
Un parterre di candidate molto competitivo sulla carta, sulle quali però non è praticamente dato sapere nulla, in quanto i dossier in divenire sono segreti.

«Stiamo giocando tutti in modo individuale - afferma Mauro Carbone, direttore del comitato – e credo che l’unico aspetto che stiamo condividendo tra candidate sia la curiosità di sapere cosa fa l’una piuttosto che l’altra. Questo per dire che i dossier sono segreti e tutti stanno lavorando alacremente per presentare pagine interessanti alla giuria ministeriale che sarà decretata nel prossimo inverno, e che, una volta insediata, analizzerà tutti i dossier, per poi incontrare le diverse città proponenti all’inizio dell’anno, tra febbraio e marzo, quando ci saranno i colloqui ufficiali al Ministero della Cultura e quindi l’assegnazione».

Se il lavoro è top secret, è molto chiaro come si sta affrontando per il nostro territorio: «Credo che ci siano città importanti tra le candidate - continua Mauro Carbone - ma, come sappiamo, quello che conta è il progetto, ed abbiamo visto vincere territori anche piccoli. Noi uniamo Alba, Bra, Langhe e Roero e gli 88 Comuni che stanno lavorando in sinergia ad una progettazione che, al di là del risultato finale, siamo convinti che sarà utile per dare alla cultura del territorio nuovi spazi, sia fisici che di possibilità, per aumentare quella fame di conoscenza culturale che il territorio ed il suo turismo hanno. Attualmente posso dire che stiamo raccogliendo tutti i dati e la visione d’insieme è sempre più chiara.

Stiamo lavorando ad una progettazione innovativa, anche perché abbiamo sposato il motto della candidatura che punta molto sulla creatività e sul vedere la cultura declinata anche come laboratorio. Lo stiamo facendo tutti insieme, e questo conferma la nostra forza per il futuro del territorio».


Ma cosa significa diventare capitale italiana della cultura?

 La città vincitrice, grazie anche al contributo di un milione di Euro messo in palio, ha la possibilità, per il periodo di un anno, di valorizzare al meglio i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell'intera comunità. (Per approfondimenti: sito del Ministero della Cultura - clicca qui).

L’iniziativa è nata nel 2014, con il decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 (articolo 7, comma 3quater), dietro proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, anche grazie alla grande partecipazione delle città italiane alla selezione per la Capitale europea della cultura 2019 (Assegnata a Matera).

Obiettivo della manifestazione è quello di promuovere progetti e attività di valorizzazione del patrimonio culturale italiano, sia materiale che immateriale, attraverso una forma di confronto e di competizione tra le diverse realtà territoriali, incentivando così la crescita del turismo e dei relativi investimenti.

Nello specifico la vincitrice deve lavorare al miglioramento dell’offerta culturale, alla crescita dell’inclusione sociale e al superamento del cultural divide. Rafforzare la coesione l’inclusione sociale e sviluppare la partecipazione pubblica, il tutto anche in chiave turistica nelle diverse stagioni dell’anno.

Utilizzare nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni e del miglioramento dell’accessibilità, promuovere l’innovazione e il senso di imprenditorialità nell’nell’ambito dell’innovazione culturale, nonché perseguire gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU.

Così la prossima primavera sapremo quale sarà la città o territorio che succederà all’attuale capitale italiane della cultura rappresentata dall’unione di Bergamo e Brescia.

ALBO D’ORO CAPITALI DELLA CULTURA ITALIANA (Assegnate)

2025 Agrigento
2024 Pesaro
2023 Bergamo/Brescia
2022 Procida
2020/21 Parma
2018 Palermo
2017 Pistoia
2016 Mantova
2015 Siena, Ravenna, Perugia, Lecce e Cagliari

Livio Oggero

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium