Attualità - 18 luglio 2023, 15:44

L'aeroporto della Granda? Sempre più terminal cargo, ma senza rinunciare (del tutto) ai passeggeri

Presentato questa mattina in Regione il piano industriale per i prossimi anni. A Levaldigi sorgerà anche un grande parco fotovoltaico. Ma non solo...

Uno scalo, quello di Levaldigi, che negli anni ha visto ridurre con costanza la sua offerta. Ne ha parlato diffusamente il collega Cesare Mandrile nei giorni scorsi, suscitando tantissime reazioni fra i nostri lettori.

Il Covid e le enormi ripercussioni sul sistema aeroportuale, la vicinanza con Torino, sicuramente più appetibile per le compagnie aeree, anche solo per il potenziale bacino di utenza, hanno dato un colpo durissimo a Levaldigi, al punto da far mettere in dubbio l'utilità di continuare a mantenerlo in vita. 

Una cosa è ormai evidente: Levaldigi non può essere un aeroporto solo destinato ai voli commerciali. Non è abbastanza appetibile per le compagnie e non può contare su una popolazione tale da renderlo sostenibile.

E' partendo da questa consapevolezza che il nuovo cda della GEAC, società che gestisce lo scalo e presieduta da Paolo Merlo, stamattina, in Regione, ha presentato il piano industriale per il rilancio di Levaldigi. Paolo è il figlio del cavaliere Amilcare Merlo, che tanto si è speso, in vita, per l'aeroporto, al punto che si starebbe pensando di chiamarlo proprio con il suo nome.

Il piano industriale presentato stamattina guarda in molte direzioni.

Levaldigi sarà uno scalo misto: resteranno i voli commerciali e in autunno dovrebbe essere riattivato il collegamento con Roma, come si sta lavorando per ampliare l'offerta. Ma, soprattutto, diventerà preponderante la vocazione del terminal cargo: Levaldigi si specializzerà nel trasporto merci, sfruttando l'interscambio con la ferrovia e con i mezzi su gomma. Sarebbe previsto anche l'allungamento della pista.

Ma non finisce qui: uno dei progetti di sviluppo guarda anche al green e all'energia rinnovabile. E' prevista, infatti, la creazione di un parco fotovoltaico per la produzione di energia.

E l'ultimo possibile sviluppo, anche quello concretamente preso in considerazione, guarda alla Spagna, all'aeroporto di Teruel, diventato il "cimitero degli aerei". Qui arrivano aerei da tutto il mondo per fare manutenzione. Levaldigi potrebbe svilupparsi anche in questa direzione, vocandosi alla manutenzione degli aerei, soprattutto privati.

Tanti, dunque, i progetti per lo scalo. La destinazione passeggeri non sarà l'unica e tantomeno la principale. Il piano industriale è stato apprezzato e la Regione è pronta a dare il suo sostegno.

Non si scarta nemmeno l'ipotesi di una "tassa di scopo": perché non destinare una cifra anche piccola - qualche decina di centesimi per ogni camera venduta in provincia di Cuneo - a sostegno di Levaldigi? Una proposta, questa, che periodicamente torna e che, a fronte di un piano industriale e di rilancio concreto, potrebbe avere un senso.