Rovi, vetri rotti, muri vandalizzati e un pesante stato di abbandono. Nulla è cambiato per quella che una volta era la linea ferroviaria della Cuneo-Mondovì.
Dal 2020, quando l'amministrazione beinettese del sindaco Lorenzo Busciglio aveva chiesto appoggio e collaborazione per la realizzazione di una pista ciclo-pedonale nessun passo è stato fatto per riqualificare e restituire all'infrastruttura quanto meno un aspetto decoroso.
"Ogni anno è sempre peggio - afferma il primo cittadino Lorenzo Busciglio, che puntualmente monitora la situazione in corrispondenza dell'ex stazione del suo comune - il sogno della ferrovia, evocato nel consiglio comunale di Cuneo nell'estate del 2020 quando all'ordine del giorno vi era la proposta beinettese di trasformare in modo reversibile la tratta ferroviaria Cuneo-Mondoví in pista ciclabile, si sta trasformando in un incubo. L'inutilizzo dell'infrastruttura e l'assenza di un presidio costante sulla linea stanno trasformando irrimediabilmente l'area in una landa desolata, piena di rovi e di rifiuti, ma la cosa peggiore è che gli edifici un tempo a servizio della linea si stanno deteriorando a vista d'occhio. É molto deprimente vedere edifici storici, con un certo pregio architettonico, lasciati andare così."
In questo senso il Comune di Beinette sta valutando l'utilizzo in comodato d'uso del magazzino, ma rispetto a qualche anno fa i lavori da fare per renderlo agibile sono diventati più gravosi.
E mentre è sempre stato ventilato il possibile ripristino del traffico ferroviario, nulla è cambiato: non dimentichiamo che servirebbe, infatti, un esborso consistente per rendere la Cuneo-Mondovì nuovamente fruibile, almeno per le merci; per il trasporto di persone il ripristino è ancora meno pensabile, vista anche la collocazione delle stazioni in zone decentrate dagli attuali centri dei paesi (solo quella di Beinette risulta nel centro, ndr).
Di recente anche nel consiglio comunale di Mondovì, attraverso un'interrogazione del centrosinistra, si erano riaccesi per un breve attimo i riflettori sui possibili sviluppi della linea, inserita tra le tratte di “di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico” da parte del Ministero" (leggi qui).
La linea, lunga 33 km, venne aperta tra il 1887 e il 1888 e la circolazione dei treni è stata sospesa nel 2012 e sostituita da un servizio di autobus per volontà della Regione Piemonte nel 2011 a causa della scarsa frequentazione dei treni, ma probabilmente anche la creazione di un "treno storico" sul modello della Val Tanaro sarebbe poco funzionale.
"Da più di un anno la tratta Cuneo-Mondovì è stata inserita nell'elenco delle linee storiche, - aggiunge il sindaco - ma la situazione è restata la stessa, anzi, come pensavamo, è peggiorata perché si è anestetizzato il problema mettendo una pietra tombale sul dibattito in merito a possibili utilizzi alternativi della linea. Nel corso di questi anni ho capito che la ferrovia è rimasto un tema "ideologico": molto spesso chi ne parla, lo fa per dare voce a propri principi e valori, sacrosanti, per carità, ma bisognosi comunque di una contestualizzazione nella realtà locale. Nessuno è contrario al treno in termini generali, ci mancherebbe, ma, se si conoscono i costi del servizio su ferro rispetto a quelli su gomma, l'utenza potenziale della linea in assenza di stravolgimenti del trasporto pubblico locale, le caratteristiche stesse della linea che non entra mai, se non a Beinette, nel centro urbano dei comuni coinvolti, il fatto che la stessa non sia stata inserita nell'ultimo contratto di servizio della Regione Piemonte e neanche in una linea di investimento del PNRR, non si può che concludere che questa linea ferroviaria molto facilmente, anzi quasi sicuramente, non aprirà più nei prossimi decenni."