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Sanità | 04 luglio 2023, 13:41

Dagli Stati Uniti a Cuneo per dire grazie a chi, un anno fa, gli ha salvato la vita

A raccontare la vicenda di questo giovane produttore americano la dottoressa Roberta Rossini, direttore della struttura complessa di Cardiologia del Santa Croce e Carle. "La cosa più difficile? Fargli capire che poteva fidarsi di noi, perché siamo un centro di eccellenza"

La gioia del produttore americano dopo essere uscito dall'ospedale di Cuneo

La gioia del produttore americano dopo essere uscito dall'ospedale di Cuneo

La vita gli ha dato una seconda chance e lui a fine luglio sarà a Cuneo per celebrare questo regalo e per dire grazie a chi ne è stato artefice e testimone.

Tommy Nguyen, produttore televisivo americano, il 1° agosto del 2022 è stato letteralmente strappato dalle grinfie della morte e curato e salvato all'ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo. A ricordare quel caso così particolare è la dottoressa Roberta Rossini, dal novembre 2020 direttore della struttura complessa di Cardiologia del nosocomio cuneese. 

"Tornerà qui per celebrare il suo anno di rinascita. Tra noi si è creato un bel legame, siamo rimasti in contatto, perché abbiamo condiviso un pezzo di vita, breve ma importantissimo", evidenzia la dottoressa, che ricorda perfettamente quei giorni caldissimi di un anno fa.

"Parliamo di un uomo di 40 anni, sano e attivo. Era in vacanza qui, nel Cuneese, quando ha avuto un arresto cardiocircolatorio improvviso, non legato ad alcuno sforzo fisico. Stava camminando a poca distanza dai campi da tennis di un resort quando è crollato a terra. Una persona presente sul posto gli ha subito fatto un massaggio cardiaco e questo ha fatto la differenza. Non era un sanitario, ma il suo intervento tempestivo è ciò che ha permesso di salvarlo. Nel frattempo è sopraggiunta la medicalizzata. I sanitari hanno provveduto a trasportarlo in ospedale, dove è arrivato intubato. E' stato subito ricoverato in Rianimazione e poi, una volta estubato, è stato trasferito in Cardiologia".

Qui, è stato necessario conquistarne la fiducia. "Quando si è svegliato, si è trovato in un letto di ospedale, con tubicini ovunque, in un ambiente straniero, in mezzo a volti sconosciuti... era comprensibilmente spaventato e spaesato. Voleva solo andarsene", ricorda la Rossini. 

La lingua inglese, che molti dei medici dell'equipe della Cardiologia parlano perfettamente, ha permesso una comunicazione efficace. E' stata messa in campo una grande empatia. "Il messaggio è stato semplice e diretto, senza fronzoli: capiamo la situazione in cui ti trovi, ma siamo qui per aiutarti e puoi fidarti di noi. Noi vogliamo salvarti la vita e siamo in grado di farlo".

Ma è stato tutt'altro che semplice, al punto che il paziente aveva fatto arrivare dagli Stati Uniti un amico, medico neurologo ad Harvard. La Rossini ricorda perfettamente le parole di quel dottore all'amico allettato: "A Los Angeles o in qualunque altro posto in America, non potrebbero fare di meglio".

Nel frattempo si erano studiate alcune possibilità, tra le quali il life-vest, una specie di giubbotto salvagente che avrebbe agito come un defibrillatore in caso di arresto cardiaco, durante il volo dall'Italia agli Stati Uniti. Ma alla fine Tommy ha accettato di farsi curare a Cuneo, avendo presto capito di essere in ottime mani, seguito da medici e personale sanitario non solo preparati ma prima di tutto attenti e umani.

"La cosa incredibile è che, dopo l'iniziale e comprensibile titubanza, si è affidato totalmente a noi senza nemmeno avere la certezza della copertura assicurativa. Dopo numerosi accertamenti diagnostici, gli abbiamo impiantato un defibrillatore di ultima generazione, lo stesso che era stato impiantato al calciatore Christian Eriksen, colpito da arresto cardiocircolatorio durante la partita Danimarca-Finlandia agli Europei, due anni fa. La sua scelta di fidarsi dice tanto di noi e dell'azienda ospedaliera Santa Croce e Carle, che ci consente di lavorare nel migliore dei modi e con le migliori tecnologie al mondo. Questo è anche il motivo per cui molti medici della mia equipe hanno scelto di lavorare qui arrivando anche da fuori regione, a partire da me, che sono lombarda"

Il suo grazie va quindi alla direzione aziendale, che "ci consente di offrire standard assistenziali di altissimo livello, che nulla hanno da invidiare a quelli americani".

Infine, il suo grazie all'equipe che dirige, dai medici ai tecnici, dagli infermieri agli oss, nessuno escluso. Uno staff eterogeneo e affiatato, con tanti giovani. 

Ci tiene a citare tutti i medici che lavorano con lei: Giorgio Baralis, Paolo Desalvo, Chiara Castelli, Sebastian Cinconze, Diego Civelli, Lucia Coppini, Mauro De Benedetto Fabrizi, Andrea Falcetta, Ilenia Ferraro, Laura Ferrero, Francesca Giordana, Eleonora Guzzafame, Luigi Losardo, Francesco Maiellaro, Luigi Losardo, Andrea Peirone, Emanuela Racca, Enrico Ruffino, Giuseppe Steffenino, Mattia Tanga, Erika Taravelli.

E, ancora, le tre coordinatrici Cristina Battaglia, Vilma Bongiovanni e Marisa Gribaudo.

Conclude la Rossini: "Siamo una grande squadra, in cui i più giovani accettano l'esperienza dei senior così come i senior si lasciano coinvolgere dall'entusiasmo dei più giovani. Siamo sempre aggiornati e facciamo rete anche con altri reparti di Cardiologia in Italia, perché vogliamo essere sempre di più un centro di eccellenza. Quando i pazienti vincono, vinciamo anche noi, come è stato per Tommy, che non vediamo l'ora di salutare".

Barbara Simonelli

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