Dal 1° aprile 1982 al 30 giugno 2023: 41 anni di onorato servizio per la salute dei suoi pazienti. Un periodo che può bastare, e per il medico di base Roberto Anfosso si sono aperte le porte della meritata pensione da dedicare alle sue tre passioni: l’equitazione, la barca a vela, ed il karate (disciplina sportiva imparata dai 40 anni e in cui ha raggiunto la cintura nera di Terzo Dan).
A 69 anni chiude così la borsa medica un dottore che non è passato inosservato: infatti il suo amore per i cavalli lo ha portato a essere soprannominato il “dutur a caval”, perché andava a visitare i suoi pazienti a cavallo, un mezzo di locomozione decisamente più veloce delle auto, per raggiungere le case sparse di alcune zone del Comune di La Morra.
E così all’originalità possiamo aggiungere anche un approccio medico da “pet therapy”: la visione del cavallo Ambra ha sempre incuriosito gli anziani pazienti di Anfosso, facendoli dimenticare per un po’ i loro acciacchi.
Ora del dottore restaranno il bel ricordo delle sue “scorribande” a cavallo, il biglietto che annuncia la sua pensione, attaccato dallo stesso dottore sulla bacheca dell’ambulatorio di La Morra che recita “Dopo 41 anni di servizio, vado in pensione. Ringrazio tutti coloro che mi hanno accordato fiducia e vi auguro fortuna e salute. Roberto Anfosso”, e un bel bagaglio che le due dottoresse in arrivo dovranno onorare.
Ma il richiamo della medicina è troppo forte, ed il dottore ha già fatto sapere che continuerà ad assistere i suoi vecchi pazienti, quasi per chiudere un cerchio professionale e di amicizia con persone di cui ha conquistato la fiducia, grazie alla sua professionalità e simpatia.
«Se mi guardo indietro - ha dichiarato il dottor Roberto Anfosso - vedo 41 anni di servizio in cui ho sempre cercato di approcciarmi ai pazienti in modo amichevole, per creare la giusta fiducia. La mia passione per l’equitazione credo che mi abbia aiutato, in quanto l’utilizzo del cavallo mi ha permesso di essere veloce quando ce n’era bisogno nel raggiungere le case sparse del Comune, e di essere accolto già con il sorriso, grazie ad Ambra, la mia cavalla. Una passione nata dopo il sogno infranto nel calcio, sport che non ho potuto praticare per il mio asma bronchiale manifestatosi all’età di 14 anni. Mi piaceva correre, l’ho fatto lo stesso, grazie ai 12 cavalli che ho avuto. Ho fatto anche gare ad ostacoli dai 30 ai 50 anni e, da quest'ultima età, ho iniziato ad andare dai pazienti a cavallo. Prima Sissi e, attualmente, Ambra, sono state le mie compagne a quattro zampe che mi hanno permesso di raggiungere i clienti passando anche tra vigneti e sentieri. Unire il mio lavoro alla passione per l’equitazione è stata una “medicina” sia per me che per i pazienti».
E ora in pensione ci sarà più tempo sia per l’equitazione che per la barca a vela: «Continuerò a seguire i miei vecchi pazienti, sono pur sempre un medico, ma avrò sicuramente più tempo per le mie due passione: l’equitazione e la barca a vela che condivido con mio figlio a cui piace anche andare per mare.
Lascio alle due nuove dottoresse, una albanese e l’altra rumena, il compito di continuare a curare le persone del territorio, se non a cavallo, sicuramente con la passione e la professionalità che ogni medico deve avere. Purtroppo ci sono sempre meno medici italiani, a causa della poca lungimiranza dello Stato, che, con il numero chiuso per i test di sbarramento, ha fatto desistere molti giovani ad intraprendere la professione di dottore. Ringrazio i miei pazienti per gli attestati di stima che ho ricevuto dopo la notizia del mio pensionamento. Un evento che li ha sbigottiti, ma io ho tranquilizzato le persone che seguo da anni, compito che continuerò a svolgere. In fin dei conti sono un medico», ha concluso il medico.
Ora il dottore Roberto Anfosso, che iniziò giovanissimo a 28 anni e che oggi ne ha 69, verrà ricordato con affetto e il suo nome non mancherà di riecheggiare nell’ambulatorio. E chissà se qualche paziente, anche meno anziano, affacciandosi alla finestra di casa, immaginerà di vederlo passare o arrivare per una visita, in sella alla sua amata Ambra. Ai pazienti più anziani succederà di sicuro, e lo vedranno: essere medico è una missione che dura tutta la vita.
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