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Il Punto di Beppe Gandolfo | 26 giugno 2023, 06:58

Sui social tutti responsabili (o colpevoli)

"Mi riferisco alla tragedia di Casal Palocco, borgata di Roma, dove un bimbo di cinque anni è stato ucciso, la sorellina di tre e la mamma ferite in modo grave, da un gruppo di ragazzi che, alla guida di una fuoriserie, effettuavano un test estremo da pubblicare sui social"

Sui social tutti responsabili (o colpevoli)

Da giorni non si parla d’altro. Ed è giusto così.

Mi riferisco alla tragedia di Casal Palocco, borgata di Roma, dove un bimbo di cinque anni è stato ucciso, la sorellina di tre e la mamma ferite in modo grave, da un gruppo di ragazzi che, alla guida di una fuoriserie, effettuavano un test estremo da pubblicare sui social. Si fanno chiamare (o meglio si facevano, perché hanno annunciato l’addio dai social, dopo la disgrazia) Borderline con milioni di seguaci (più esatto dire follower) sulla Rete.

Un coro di critiche, financo insulti. Nei loro confronti e nei confronti dei loro genitori, per come li hanno cresciuti o educati.

Nessun mea culpa.

Chi ha fatto crescere la loro popolarità mettendo “like” ai  video che pubblicavano? E sarebbero milioni le visualizzazioni e i “mi piace” che in questi anni sono fioccati sui profili dei Borderline, con un fatturato di circa 200 mila euro, per ragazzi senza arte né parte.

La macchina sulla quale viaggiavano, e si filmavano, era stata presa a noleggio. Gratuito, ovviamente: in cambio di una bella pubblicità in Rete.

Tutti pronti a condannare i social che non controllano nulla: su Facebook vengono pubblicati 1,7 milioni di post al minuto, su Twitter 20 milioni all’ora, su YouTube ogni minuto vengono caricate 500 ore di video. Impossibile controllare questo immenso oceano di materiale.

Quindi le responsabilità ricadono su di noi.

Su ognuno di noi.

Prima di aprire, prima di vedere, prima di mettere un “like”, mettiamo in azione il cervello. Ogni azione genera sempre una reazione, anche un semplice click.

Il mondo è pieno di pazzi, da sempre. Ma anche di idioti che corrono dietro ai pazzi e applaudono.

Beppe Gandolfo

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