Attualità - 28 maggio 2023, 16:25

Contenimento Peste Suina Africana: 300 cacciatori in formazione a Frabosa Sottana

Si tratta del primo corso in zona organizzato per completare la formazione specifica richiesta relativa al conentimento della PSA

Erano circa 300 i cacciatori iscritti al corso di formazione per il piano di controllo del cinghiale che si è tenuto, nella giornata di ieri, sabato 27 maggio, al Gala Palace di Frabosa Sottana

La sezione Federcaccia Mondovì, in collaborazione con la Provincia di Cuneo, ha organizzato l'incontro al fine di dare la possibilità ai cacciatori di completare la formazione specifica richiesta relativa al conentimento della PSA (Peste Suina Africana), acquisendo le conoscenze e l'autorizzazione a partecipare ai piano di controllo del cinghiale anche in caso di ingresso dei territori in zona di esclusione 1 e 2. 

Un incontro fortemente voluto e partecipato perché il timore che la peste suina africana (PSA), che ha già raggiunto il Comune di Saliceto, entrato in zona rossa infetta la scorsa settimana, arrivi a colpire anche altri paesi è grande. 

"Ringrazio tutti i presenti per essere qui per questo importante incontro - ha detto il sindaco Adriano Bertolino, dando il benvenuto ai presenti - "L'avanzare della PSA rappresenta un motivo di preoccupazione per l'intero territorio. Entrare in zona rossa avrebbe un impatto devastante sulle imprese del settore suinicolo, ma anche a livello turistico per la fruizione dei sentieri outdoor. Ringrazio quindi Federcaccia e la Provincia per aver organizzato questo corso, che ospitiamo con piacere e Federcaccia Cuneo per la collaborazione costante sul nostro territorio". 

Nel corso della giornata sono intervenuti anche il consigliere regionale Paolo Bongioanni, il presidente provinciale FIDC Livio Salomone

"Insieme all'amico sindaco Adriano Bertolino - ha detto Bongioanni - abbiamo potuto salutare l'inizio dei lavori e rendere il nostro grazie a chi dovrà impegnarsi in questo compito importantissimo e di assoluta responsabilità, come il professore Emiliano Negro che ha tenuto il corso. Ho molto apprezzato la sensibilità e la capacità di mobilitazione del mondo venatorio per questa emergenza sanitaria e ambientale. È l’unica strada concreta per contrastare la diffusione della peste suina e salvare il patrimonio degli allevamenti suinicoli cuneesi, che annoverano 800.000 capi e fanno della provincia di Cuneo la seconda in Italia per questo patrimonio zootecnico e per i posti di lavoro che crea".

Il presidente della provincia di Cuneo Luca Robaldo è intervenuto, ringraziando i cacciatori e ha evidenziato: "Siamo grati dell'operato che svolgete, nonostante la burocrazia. In Granda abbiamo un indotto di circa 1 milione e 300 mila maili l'anno, l'arrivo della PSA potrebbe avere delle conseguenze devastanti. Ora più che mai dobbiamo lavorare uniti". 

L'appello all'unità appare fondamentale per affrontare la Peste Suina Africana che, lo ricordiamo non ha conseguenze per gli esseri umani, ma deve avvenire un cambiamento culturale nei confronti dei cacciatori, troppo spesso stigmatizzati e che ora sono chiamati ad agire in prima linea.

"A questo corso hanno partecipato cacciatori di ogni età e provenienti da tutta la Provincia di Cuneo e dalla Liguria - spiega Emiliano Negro, presidente di Federcaccia Mondovì e vice presidente di Federcaccia Cuneo - Tutti i partecipanti sono intervenuti con la volontà di mettersi a disposizione per cercare di contenere la PSA, ma ci teniamo a precisare che lo sradicamento di una specie non è negli obiettivi di nessun cacciatore. Speriamo davvero che l'impegno che viene profuso in questo periodo dai cacciatori contribuisca a portare un cambio di rotta riguardo a una categoria che troppo spesso viene demonizzata".

Sulla possibilità di anticipare l'apertura della caccia con battute anche nei mesi estivi - il presidente di Federcaccia Mondovì chiarisce: "Faremo il possibile per contenere la PSA. Il tutto andrà però commisurato alle temperature: non possiamo pensare di fare battute di caccia in pieno agosto con temperature che metterebbero in pericolo i nostri cani, anche loro vanno tutelati". 

Una corsa contro il tempo - e non così scontata - perché se da un lato si poteva agire in maniera diversa e prima, dall'altra è bene ricordare che la malattia non viene diffusa solo dal cinghiale. Il contagio avvine infatti con il contatto con altri animali infetti, ma anche con qualsiasi altro oggetto o prodotto alimentare contaminato dal virus. 

Il corso, con esame finale, ha visto gli interventi di Giacomo Olivero (tecnico faunistico), Emiliano Negro (docente corsi aspiranti cacciatori) e Massimo Gula (eterinaio Asl).

Diversi i moduli e gli argoenti affrontati: biologia, distribuzione, alimentazione, riproduzione del cinghiale, norme di sicurezza, strumenti ottici, armi e munizioni, nozioni fondamentali di balistica, balistica terminale, reazioni al tiro e recupero dei capi feriti, norme igienico-sanitarie e trattamento animali abbattuti, tecniche e modalità di prelievo campioni biologici, dispositivi da utilizzare e precauzioni da adottare durante il trattamento delle spoglie. Ogni argomento è stato trattato con specifici riferimenti ai Piani di contenimento della specie cinghiale adottati dalla Provincia e alle disposizioni del Piano Regionale di Interventi Urgenti (PRIU) per il controllo della peste suina africana e il depopolamento nella specie Cinghiale (Sus scrofa) nelle aree indenni della Regione Piemonte.

I partecipanti, al superamento dell'esame, riceveranno un attestato valido sull'intero territorio regionale, nonchè l'iscrizione alle specifico registro provinciale.

Nel corso della mattinata sono stati premiati due due storici iscritti alla Federazione: Vittorino Giacosa, classe 1933, e Giorgio Culazzo, classe 1932, che hanno voluto partecipare al corso di formazione per il contenimento del cinghiale.