"Curioso il modo in cui è stato nominato il successore della Azzan. Si è scelto un commissario quando sarebbe servito un nuovo direttore generale, una figura che segua la questione per almeno tre anni. Livio Tranchida è un vero kamikaze".
Così si è espresso Ugo Sturlese, decano del consiglio comunale di Cuneo e membro del gruppo di minoranza Cuneo per i Beni Comuni. Ma le stesse parole avrebbe potuto dirle - e, in un certo senso, l'hanno fatto - Giancarlo Boselli (Indipendenti) o Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), nell'incontro ufficiale che ha visto i tre gruppi consigliari unirsi questa mattina in municipio.
Al centro, l'analisi del terremoto che ha scorso verso la fine del mese di marzo la sanità del capoluogo, con le due dimissioni - a distanza di quattro giorni l'una dall'altra - del direttore generale Elide Azzan e di quello sanitario Monica Rebora. Presenti anche i consiglieri comunali Luciana Toselli e Paolo Armellini, Armanda Bellazzini di "Di piazza in piazza' e l'assessore Gianfranco Demichelis.
I capigruppo hanno approfittato della conferenza stampa per sottolineare una volta di più la propria disaffezione nei confronti del progetto che riguarda l’area dell’attuale Carle e per ricordare – grazie a nuovi dati comparitivi conferiti da Bongiovanni – quanto la linea di finanziamento pubblico-privata sia la più costosa (i fondi INAIL e la procedura tradizionale frutterebbero infatti, secondo loro, un risparmio di 138.016.789,40 euro e di 538.176.789,40 euro.
“La Regione ha immaginato un’operazione faraonica e assurda, con oltre 1,4 miliardi di euro per la costruzione di nove ospedali in una legislatura sola – ha commentato Sturlese - . La verità è che quei soldi sarebbero stati meglio spesi per potenziare la medicina del territorio, ma sugli ospedali c’è un giro d’interessi spaventoso: questi finanziamenti corrispondono a interessi specifici di grandi gruppi, che ben poco hanno a che fare con la salute dei cittadini”.
Bongiovanni ha ricordato di aver chiesto in più occasioni, alla Azzan, un incontro formale prima delle sue dimissioni o la presenza in una commissione consiliare, nessuna delle due eventualità mai concretizzatasi: "Il progetto preliminare sul nostro ospedale è stato commissionato dalle fondazioni degli ospedali di Alba e Bra, in cui la famiglia Dogliani promotrice del partenariato ha un ruolo – ha aggiunto - , e questo non può non destare allarme. Basta con dichiarazioni deboli e incerte, diversi casi di partenariato pubblico-privato hanno portato a enormi difficoltà e rischiamo seriamente succeda anche a noi”.
Boselli: “Sono anni che la città discute e il ruolo del sindaco è stato pari a zero. Stante il suo ruolo, però, ha poteri politici e amministrativi che superano quelli regolamentati e scritti: una sua dichiarazione, fatta tempo addietro, avrebbe pesato. Il problema è che certe posizioni bisogna portarle avanti anche politicamente: la città ha fatto veramente una brutta figura”.
"Le dimissioni? In contrasto ai solleciti della Regione"
Al di là delle dichiarazioni generali sul progetto, l’obiettivo della conferenza stampa è stato interpretare le dimissioni delle due donne, "scoppiate come una bomba nella politica cittadina" e - secondo gli intervenuti - bollate genericamente come semplice conseguenza di ragioni personali o 'atti dovuti'. I tre consiglieri, invece, le collegano più strettamente alle indicazioni di apertura della governance regionale nei confronti della linea di finanziamento collegata all'ipotesi di partenariato pubblico-privato.
"Crediamo che i due direttori si siano dimessi perché sollecitati pesantemente dall'assessorato regionale a firmare il contratto di partenariato - ha detto Sturlese- . Una scelta forte e chiara nei confronti di un progetto che presenta forti scenari di dubbio e preoccupazione; firmare un progetto simile espone a rischi di compromissione della finanza pubblica e le dimissioni, a questo punto, sono più che giustificabili".
"Perché non è stato nominato un nuovo direttore generale attingendo dagli idonei? È stato scelto per fedeltà alla Regione? Si è mai occupato di ospedali a questo livello?" ha chiesto Bongiovanni.
"Il quadro attuale è piuttosto preoccupante, anche se Cirio e Icardi continuano a sostenere il contrario - ha aggiunto Boselli - . Quando si nomina un commissario, però, significa che non si è in una situazione 'sotto controllo'".
"Tranchida è ancora direttore di Amos? Ci sono situazioni di incompatibilità? - ha proseguito l'Indipendente - Amos, un'azienda pubblica che applica contratti impropri con corrispettivi non conformi, è chiaramente controllata da una specifica forza politica e da circa sei mesi chiediamo una commissione in cui i suoi vertici rispondano ad alcuni quesiti avanzati dai suoi stessi utenti, sindacati e lavoratori". "Evidente abbia prevalso un tipo d'indicazione strettamente politica - ha continuato Boselli - anche se l'occasione avrebbe necessitato una scelta differente. Credo questo sia stato il più grande errore di Cirio in questi cinque anni; la sanità è indubbiamente nervo scoperto per la sua governance".
"Da Manassero lungo silenzio e dichiarazioni confusionarie"
I tre capigruppo non hanno certo risparmiato a maggioranza e sindaca i propri strali.
Sturlese, per esempio, ha giudicato ambigua la posizione di Patrizia Manassero facendo riferimento alla manifestazione di protesta che i democratici di territorio e regione hanno messo in campo negli scorsi giorni, e una sua recente presa di posizione: "La manifestazione in difesa della sanità pubblica è stata giustissima e molto partecipata, ma non si puo ignorare il silenzio assurdo e la posizione di succubanza tenuti sino ad oggi,e che ancora si trascinano nelle blande dichiarazioni della sindaca".
"Abbiamo chiesto alla sindaca di agire pretendendo dalla Regione un modus operandi più rispettoso dei cittadini cuneesi e partecipato al sit in del PD, ma ci pare davvero si continui con un atteggiamento in contraddizione - ha aggiunto Bongiovanni - . Se non ci fossimo esposti noi cosa sarebbe successo? Rischiamo seriamente di non averlo, il nuovo ospedale, e temiamo passerà parecchio tempo, eventualità che non va certo a favore dei cittadini".
“Il PD è il partito del sindaco e si è mosso l'altro giorno dopo un lungo silenzio con dichiarazioni forti anche a livello regionale – ha ricordato Boselli - . Qui da noi difende più gli affari dell'ambiente ma non lo fa a livello nazionale: la Schlein sa com'è e cosa fa il suo partito a Cuneo?”