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Attualità | 06 aprile 2023, 10:07

Cuneo, l’ex casa del fascio diventerà ‘cuore’ di un progetto sull’autonomia delle persone con disabilità

Si tratta di un’iniziativa del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, da realizzarsi con fondi PNRR e presentata ieri sera (5 marzo) in commissione. Si partirà il 1° giugno con un nucleo di sei soggetti: sono già state individuate quattro ragazze under 30 pronte a partire

La commissione consiliare di ieri sera

La commissione consiliare di ieri sera

Dodici beneficiari massimo, un percorso in tre diverse fasi di lavoro e un budget complessivo – in fondi PNRR – di 715.000 euro. Oltre, ovviamente, al recupero di una struttura comunale a beneficio della cittadinanza (specie di quella con più fragilità), ovvero l’ex casa del fascio: è questo uno dei progetti che vede coinvolto il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese nella città di Cuneo, incentrato sull’integrazione delle persone con disabilità.

L’idea è stata presentata ai consiglieri delle commissioni VI e II nella serata di ieri (mercoledì 5 aprile), in un incontro tenutosi in sala Vinaj. Presenti l’assessore Alessandro Spedale, il presidente del Consorzio Giancarlo Arneodo, la direttrice Giulia Manassero e la responsabile Sara Marchisio.

Autonomia tra paura e opportunità: il progetto

L’obiettivo del progetto è quello di promuovere l’autonomia delle persone con disabilità, offrendo loro l’opportunità di crearsi una propria dimensione ‘lontano’ dalle famiglie che, altrimenti, le hanno sempre accudite.

Attualmente sono state individuate quattro beneficiarie, ragazze under 30 con disabilità mentale al 70% che si stanno conoscendo in queste settimane e hanno già all’attivo piccole esperienze di lavoro tramite tirocinio. Da un elenco di 50 famiglie segnalate dagli operatori sociali verranno poi individuati altri due soggetti: l’idea è quella di partire il 1° giugno con l’esperienza concreta di autonomia in una struttura temporanea, in attesa che il Comune operi sullo stabile dell’ex casa del fascio i necessari lavori di messa a punto. Alle famiglie coinvolte verrà chiesto un contributo economico per le spese (nell’ordine di due o trecento euro) non per ragioni ‘di budget’ ma come meccanismo di responsabilizzazione.

Ma perché proprio l’ex casa del fascio? “E’ centrale alla città, dodici ospiti ci possono stare nei due piani (secondo e terzo) che avremmo intenzione di occupare, i lavori da realizzare non sono ingenti e sussiste la possibilità di riservare al primo piano un posto per altri servizi del Consorzio. Ma, anche di trovare spazio per realtà quartierali che potrebbero richiederlo” ha detto Manassero nella sua presentazione.

Ad oggi, comunque, non è stato operato ancora alcun atto formale con riferimento alla struttura – vuota almeno dal 2001 – ubicata all’angolo tra via Bartolomeo Bruni e via Felice Cavallotti. Sarà necessario individuare la quantità di denaro necessaria alla messa in sicurezza e quindi intervenire sull’intero stabile il prima possibile.

L’intenzione è partire con questo primo, piccolo, gruppo e poi vedere come si evolvono le cose – ha aggiunto la direttrice - . Significativo che le altre cinque famiglie contattate non se la siano sentita di accettare questa opportunità: la prospettiva dell’autonomia spaventa i genitori, spesso, e questo è anche comprensibile. Le famiglie devono essere preparate e accompagnate in questo percorso”.

Questo bando PNRR, come tutti credo, si configura come una grande opportunità quantomeno a livello economico, ma con una ‘messa a terra’ per ovvie ragioni un po’ poco specifica rispetto alle necessità del nostro territorio – ha aggiunto ancora Manassero - ; insomma, se avessimo potuto stilarne noi i punti, probabilmente l’avremmo fatto diversamente. Il nostro target, che sospetto non fosse quello del bando in prima battuta, è la persona con disabilità intellettiva e non fisica. Inoltre, la nostra iniziativa non è ‘a tempo’, pur basandosi sulle scadenze del PNRR: partiamo e poi, in qualche modo, troveremo le risorse per proseguire. Il contrario sarebbe crudele nei confronti dei soggetti coinvolti”.

Arneodo: “Esperimenti come questo devono avere successo”

Per affrontare le diverse linee di finanziamento del PNRR il Consorzio ha agito assieme agli altri sei enti gestori della provincia di Cuneo e, anche per questo, tutte le candidature provinciali sono state accolte: il finanziamento a livello territoriale è stato di 9.762.500 euro, di cui 5.186.500 euro al solo Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese.

Contentissimi di aver percorso questa strada e di aver ‘fatto sistema’, in maniera coordinata, per raggiungere gli importanti fondi del PNRR” ha detto ancora il presidente Arneodo.

L’autonomia delle persone fragili è l’obiettivo principale e la nostra sfida più grande – ha aggiunto - , e questo tipo di esperimenti deve necessariamente funzionare con successo e profitto per continuare a esistere e, anzi, ad ampliare la propria attività coinvolgendo sempre più persone (magari anche chi, all’inizio, non era così convinto o disposto)”.

Il territorio, insomma, va preparato con pazienza e impegno. Ma per farlo servirebbe superare la drammatica carenza di personale che ci affligge, un tema su cui servirebbe fare una riflessione a livello ampio: le competenze e le professionalità utili al Consorzio non sono più considerate e guardate con gli occhi di venti o trent’anni fa” ha concluso il presidente.

Simone Giraudi

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