Silenzio. Prima e dopo l’ultimo saluto a Luca Bergia, 54enne fondatore e batterista, per 35 anni, dei Marlene Kuntz, uno dei più noti gruppi italiani di rock alternativo degli anni Novanta.
Un silenzio interrotto solo dall’applauso al termine delle bellissime parole di Cristiano Godano, il frontman della band di cui Bergia era l’anima nascosta, quella sempre al fondo del palco, ma irrinunciabile.
Un applauso che ha fatto eco anche fuori dalla chiesa.
Un’enorme ondata di affetto, piena di smarrimento e domande, quella seguita alla morte di Luca, “fratello e padre”, come lo ha accolto il celebrante a inizio del rito funebre.
Da poco più di due anni Luca Bergia si era ritirato dalla scena artistica, dedicandosi all’insegnamento, un nuovo percorso che aveva definito lui stesso “piacevolmente catartico, di rinascita”.
E c’erano anche tanti studenti, oggi, nella Chiesa del Sacro Cuore a Cuneo. Ragazzi, musicisti e amici, in una chiesa troppo piccola per contenere tutti.
“Ci sono tante persone che hanno il cuore ferito e spezzato dal vuoto che hai lasciato, dalle tante domande che ci possono tormentare. Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato”, ha detto il prete in apertura di omelia.
Il cuore spezzato è quello delle tantissime persone che hanno voluto salutarlo. È quello della madre dei due figli Tommaso e Alessandro, Roberta. “Lo senti l’immenso amore che sei riuscito a smuovere? Ci hai lasciati tutti di sasso, quel maledetto mostro alla fine si è impadronito di te e della tua vita. Eri empatico e generoso, dedito totalmente all’arte e al gruppo Marlene Kuntz. In cima a tutto, eri un uomo buono e questo lo ricorderanno tutti”.
Poi i fratelli Antonello ed Elisabetta, che con infinito amore hanno sottolineato la vicinanza e la riscoperta del fratello, proprio nel suoi anni più difficili. “In questi anni ci è capitato di riscoprire te e il tuo delicato mondo. Vai verso la luce sereno, non voltarti”.
Infine i suoi compagni di vita, i Marlene Kuntz.
Dopo aver annullato due concerti, a Milano e Rimini, i Marlene hanno deciso di salire sul palco, questa sera a Saluzzo, al teatro Magda Olivero. Ieri l’annuncio: “Comunichiamo dunque che desideriamo suonare per te”. Cristiano Godano ha ripercorso il giorno in cui ha saputo che Luca non c’era più. E ha ricordato i loro anni insieme, più di 35, tra i chilometri macinati insieme, i palchi, i riti condivisi.
“Quanto è stato difficile per te aver rinunciato a tutto, speravamo che saresti tornato ad occupare quel posto potenzialmente tuo. Per noi eri un Bergonzoni in scala ridotta. Eri come Peter Sellers. Per quella tua capacità di sdrammatizzare. Avevi arguzia, humor, eri secco e cristallino”, ha detto il cantante. Che ha poi ricordato quanto Bergia gli fosse stato vicino in un momento difficile, ascoltandolo con la sua empatia.
“Se solo anche tu avessi fatto così con me e con noi, invece di tacere sempre tutto”
Poi il riconoscimento delle sue doti artistiche: “Credo che il tuo modo di suonare abbia influenzato tante generazioni di batteristi, eri tribale e percussivo. Hai visto quanto affetto e stima per te, quanto amore hai saputo trasmettere?”. È ancora: “Senza di lui non esisterebbe questa bellissima favola dei Marlene Kuntz”.
Poi si rivolge ai figli: “Vi invito stasera a salire sul palco, se vorrete vi siederete sullo sgabello dove si sedeva vostro padre, così capirete cosa provava quando suonava. Era un uomo splendido e un musicista valente.
Ti stavamo aspettando, Luca, resteremo orfani… solennemente e perdutamente grazie, i tuoi Marlene”.