Domani a Prunetto si inaugura la "panchina lilla".
Il 15 marzo è la Giormata nazionale del Fiocchetto lilla, in cui si pone l'attenzione ai disturbi alimentari, secondo i dati dell'OMS la seconda causa di morte fra gli adolescenti e i giovani dopo gli incidenti stradali.
Prunetto domani inaugura la panchina ma soprattutto celebra il primo anno di attività per Villa Giulietta, struttura residenziale dedicata a questo problema, una delle pochissime in Italia e in Piemonte, l'unica della regione a indirizzo riabilitatativo.
Si tratta di una struttura privata convenzionata, che può ospitare fino a 20 pazienti, dove operano psichiatri, nutrizinisti, educatori, psicoterapeuti, infermieri e operatori socio sanitari.
Domani, alla ricorrenza, saranno presenti l'assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, il presidente della Provincia Luca Robaldo, il presidente dell'Unione Montana Alta Langa Davide Falletto e il sindaco di Prunetto Luigi Costa.
E' proprio il sindaco Costa ad evidenziare la soddisfazione di ospitare una struttura all'avanguardia, che accoglie persone sofferenti e affette da disturbi alimentari provenienti da ogni parte d'Italia, soprattutto dal sud, dove c'è maggiore carenza di posti dedicati a chi soffre di queste patologie sempre più diffuse.
Negli ultimi anni, anche in seguito alla pandemia, le richieste di assistenza sono aumentate e il disagio è cresciuto soprattutto nell'età adolescenziale.
"Sarà una giornata di sensibilizzazione verso una malattia non ancora conosciuta che interessa soprattutto i giovani. Villa Giulietta è nata un anno fa, dopo un lavoro durato anni. Siamo riusciti a realizzarla grazie al supporto della Regione. Non è un ospedale, ma un posto per riabilitare il corpo e la mente, grazie ad un lavoro di equipe e ad un supporto continuo a tutti i livelli", spiega Costa.
La panchina lilla è stata donata dal Comune alla struttura. Sono stati gli ospiti a dipingerla. La responsabile di Villa Giulietta è Stefania Lanaro, psicoterapeuta oltre che psicomotricista e fisioterapista.
Da novembre presso la struttura, evidenzia come lì si cerchino di curare "la fragilità, la difficoltà a viversi come persone che sono capaci e possono fare, in una società che ci vuole perfetti, giovani e sempre sul pezzo. Anche le famiglie sono spesso sovraccaricate di ansie e preoccupazioni. Quando un genitore mi dice che spera che il proprio figlio sia felice, rispondo che ciò che conta è la serenità, e soprattutto è importante trasmettere gli strumenti per affrontare le difficoltà della vita", spiega la dottoressa Lanaro.
Ancora, evidenzia come dopo il disturbo alimentare non si sarà più gli stessi, così come vengono messe in discussione tutte le relazioni, a partire da quelle famigliari. "Qui facciamo un grande lavoro sulle emozioni, perché è da lì che parte tutto. Quando mangiamo, nel piatto non ci sono solo le proteine, ma anche la rabbia, il dolore, la gioia..."
Venti posti letto, pazienti dai 14/15 anni a salire. "Sono quasi tutte femmine, adesso abbiamo una signora di 56 anni qui. Facciamo anche tanta attività all'aperto, sport a contatto con la natura. E si lavora molto in gruppo."
Conclude la dottoressa: "Da queste patologie non si guarisce mai del tutto. Qui il percorso di cura dura almeno tre mesi, ma poi continua anche fuori, non finisce mai. Ci vogliono anni e anni prima di star bene, ma la maggior parte delle persone che abbiamo dimesso riesce ad avere una vita abbastanza normale. E' importante chiedere aiuto, trovare le cure e le strutture giuste. Ce ne sono poche. Villa Giulietta è una realtà che funziona e di cui andare orgogliosi".