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Economia | 20 febbraio 2023, 10:24

Nuovo ospedale di Cuneo, la decisione sul finanziamento riesuma la querelle sulla sede: “Rigenerare e ampliare il Santa Croce ancor più conveniente”

Parole dei consiglieri comunali di Cuneo Mia e Cuneo per i Beni Comuni, che hanno presentato un ordine del giorno in cui si chiede alla città di ‘sconfessare’ la decisione presa a inizio 2021 e dirottare fondi sulla struttura centrale

L'ospedale Santa Croce di Cuneo

L'ospedale Santa Croce di Cuneo

La conferenza d’intenti sul nuovo ospedale unico della città di Cuneo, chiarificatrice rispetto alla linea di finanziamento scelta per la realizzazione della struttura (il partenariato pubblico-privato proposto dalla Inc Spa), non ha placato le discussioni relative al futuro della sanità del territorio.

I gruppi consigliari Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia, infatti, hanno prodotto un ordine del giorno sulla tematica, tornando a chiedere con forza la revisione totale del progetto a partire dall’ubicazione dell’ospedale stesso: che la città sconfessi, insomma, la decisione presa a gennaio 2021 e utilizzi i 148,8 milioni di fondi ex-art 20 per l’edilizia ospedaliera e i 32,5 milioni di euro dei fondi ministeriali per interventi antisismici e antincendio per un progetto di rigenerazione della struttura dell’ospedale Santa Croce, rendendola sede del nuovo nosocomio unico.

TITOLO
Una battaglia, quella per evitare lo spostamento dell’hub sanitario dal centro della città, che accomuna diverse forze di minoranza (oltre alle due firmatarie dell’ordine del giorno, anche gli Indipendenti di Giancarlo Boselli) da prima dell’ultima campagna elettorale. Che ritrova forza proprio grazie agli sviluppi presentati nella conferenza d’intenti.

Nel corso dell’incontro in Provincia (che i consiglieri definiscono ‘di carattere informativo e marketing politico’), Sturlese è tornato a sollevare la questione relativa al contenzioso sulla Pedemontana Veneta che vede protagonista il gruppo Fininc (di cui la Inc è parte), ma il governatore piemontese Alberto Cirio ha risposto sostenendo che non è detto sia il promotore a vincere il bando di gara. Certamente, però, risulterebbe favorito; anzi – sottolineano gli scriventi - secondo l’articolo 183 del codice dei contratti può vantare diritto di prelazione e divenire aggiudicatario anche non vincendo. Inoltre, pur non vincendo e rinunciando al diritto di prelazione, avrebbe diritto al pagamento delle spese per la predisposizione della proposta.

Il presidente Cirio e l’assessore Icardi si sono rivelati abili prestigiatori in questa sorta di gioco delle tre carte nel quale le istituzioni locali hanno rinunciato a svolgere un ruolo attivo – si legge nell’ordine del giorno - . Tanto più, quindi, rimaniamo fermi nella convinzione che un intervento di rigenerazione e ampliamento dell'attuale sede del S. Croce sarebbe perfettamente fattibile e avrebbe dei costi e dei tempi sicuramente inferiori rispetto alla scadenza annunciata (ma di quasi impossibile rispetto) del termine di fine opera nel dicembre del 2028”.

Simone Giraudi

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