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Attualità | 15 febbraio 2023, 18:30

Nuovo ospedale di Cuneo, la Regione lo mette nero su bianco: fine lavori a dicembre 2028 [VIDEO]

La scelta del parternariato pubblico-privato per la costruzione comunicata oggi presso la sede della Provincia. Il presidente Cirio e l'assessore Icardi ne hanno presentato le ragioni come "frutto di un'attenta analisi". Necessario trovare una soluzione per non dismettere le attività dell'ospedale Carle, che sarà parte del nuovo edificio

Nuovo ospedale di Cuneo, la Regione lo mette nero su bianco: fine lavori a dicembre 2028 [VIDEO]

Nuova conferenza di intenti oggi a Cuneo, presso il palazzo della Provincia, dove il presidente della Regione Alberto Cirio, accompagnato dall'assessore alla Sanità Genesio Luigi Icardi, ha incontrato i sindaci e i rappresentanti del territorio.

Il tema è quello del nuovo ospedale del capoluogo. Dopo lo studio approfondito e meticoloso sul dimensionamento clinico-gestionale e dopo la decisione del sito - l'area del Carle, a Confreria - oggi è stata finalmente comunicata la decisione più importante: come verrà pagato?

La scelta, assunta a seguito della valutazione comparativa commissionata dalla direzione sanitaria dell’ospedale Santa Croce e Carle all’advisor Paragon, è ricaduta sul parternariato pubblico privato (PPP).

I 310 milioni di Inail non utilizzati per il Santa Croce, saranno, come ha spiegato il presidente Cirio, utilizzati per coprire gli aumenti dei costi per la costruzione degli altri ospedali del Piemonte. "Cambia il meccanismo di edificazione - ha precisato e ribadito il presidente - ma l'ospedale di Cuneo resta pubblico e resta hub, il più importante della provincia". 

La proposta contrattuale ed economica del promotore, Inc, società del gruppo Fininc, impresa di costruzioni della famiglia Dogliani di Narzole, è stata quindi ritenuta la più conveniente, anche valutando i costi sociali legati ai tempi medi di realizzazione delle opere pubbliche complesse. In Italia, infatti, possono arrivare fino a 15 anni, troppi per un ospedale. Come troppi sarebbero i costi sociali derivati. 

Il dirigente della Regione Sandro Petruzzi, illustrando le ragioni della scelta, ha evidenziato come al costo di realizzazione, pari a 410 milioni, vada sommato il computo dei rischi annessi. Sono proprio questi a rendere più conveniente la scelta del PPP, comportando un risparmio stimato in circa 60 milioni di euro. A cui si aggiunge una previsione di tempi di realizzazione inferiore del 30%.

Fin da quando si era diffusa la notizia della proposta da parte di un privato per realizzare l'opera, era parso subito evidente che fosse ritenuta assolutamente valida, come confermato anche da IRES e dal Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio (DIPE), che ha comunque chiesto degli aggiustamenti.

Il nuovo Ospedale di Cuneo, sulla base del dimensionamento funzionale realizzato da AGM Project Consulting, si estenderà su una superficie complessiva di 112.500 metri quadri e ospiterà 805 posti letto.

Ma quando verrà realizzato?

Il cronoprogramma è stato messo nero su bianco. Sarà pronto a dicembre 2028, quindi in 48 mesi.

A maggio 2023 verrà convocata la Conferenza dei servizi preliminari. Verrà anche approvato il progetto di fattibilità tecnico economica, perché ci sarà anche la compartecipazione privata, 147 milioni ex articolo 20 (della legge finanziaria 67/88, relativa al programma straordinario di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico), cui vanno aggiunti anche 7,5 milioni in capo alla Regione stessa.

A ottobre 2023 è prevista la pubblicazione del bando di gara, con diritto di prelazione per il proponente. A marzo 2024 è prevista l'acquisizione delle aree, la conferenza definitiva e infine la progettazione esecutiva.

Inizio dei lavori a dicembre 2024, con la tecnica del "fast track", con cui le fasi di progettazione ed esecuzione sono svolti in parziale sovrapposizione.

Elide Azzan, direttore generale dell'Aso Santa Croce e Carle di Cuneo, ha evidenziato la necessità di mantenere i 213 posti letto del Carle anche durante le fasi di costruzione del nuovo ospedale. "Lì ci sono otto strutture di area medica, la farmacia, la radiologia, l'area delle malattie infettive. Stiamo già ragionando per trovare una soluzione, perché quelle attività devono continuare", ha detto, evidenziando come tutti i dirigenti medici siano stati coinvolti, fin dalle prime fasi, nella progettazione dell'ospedale.

Nell'intervento, il presidente Cirio ha voluto chiarire alcuni punti: "Questa è una conferenza di intenti, qualcosa che non esiste nel panorama normale della pubblica amministrazione. Lo abbiamo fatto per trasparenza e per informare puntualmente tutti i soggetti interessati. Qui potrebbero esserci tutti i cittadini della provincia di Cuneo, perché sono tutti interessati al tema del nuovo ospedale. Vogliamo essere molto chiari in tutti i passaggi e cerchiamo di muoverci attraverso un cronoprogramma che faremo di tutto per rispettare. Io arrivo da Alba, ho vissuto l'ospedale di Alba-Bra sulla mia pelle, sto vivendo l'Asti-Cuneo sulla mia pelle. Progetti fatti male, senza le opportune valutazioni ne ho visti tanti e non voglio fare gli stessi errori del passato. Ecco perché la conferenza degli intenti, che potremmo non fare, ma che abbiamo voluto fare per rispetto a questo territorio e verso tutti coloro i quali hanno interesse a che questo nuovo ospedale venga realizzato".

Ha concluso la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero: “Il ruolo dell’amministrazione comunale nell’iter che ci porterà ad avere un nuovo ospedale unico è forte e tutt’altro che banale, seppure non decisionale: abbiamo lavorato anni per definire la locazione ottimale e ribadire l'importanza di una struttura che conservi il ruolo di hub. Dobbiamo guardare ai prossimi 60-70 anni, è il momento giusto per farlo e siamo concentrati sull'obiettivo. Regione e azienda ospedaliera stanno facendo passi importanti e molto pesanti a livello di carico di responsabilità. Chiariti i confini di questo carico, come città Cuneo può richiedere d’ora in avanti la maggior trasparenza possibile e assurgere al ruolo di facilitatore e coordinatore, sia delle azioni che circondano il progetto di costruzione del nuovo ospedale sia dei lavori stessi. Ma, anche, guardare al futuro della struttura dell’ospedale Santa Croce: dobbiamo lavorare perché non diventi ‘un vuoto’ in una parte di città già molto delicata”.

Barbara Simonelli

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