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Attualità | 10 febbraio 2023, 15:32

“Sanguinare polvere”: Simone Giraudi sceglie la rivista “Spore” per pubblicare un romanzo a puntate

Giornalista di Targatocn e scrittore, vive a Peveragno. L'opera uscirà illustrata in 11 capitoli, un giallo fantasy che prende spunto dall'eccidio della Paschetta. “Le riviste dovrebbero davvero godere di un'altra credibilità e non solo essere viste come palestra per poi arrivare a pubblicare con una casa editrice”

Simone Giraudi

Simone Giraudi

Da febbraio pubblicherà un romanzo a puntate sulla rivista letteraria online "Spore". Prima uscita lunedì 13 febbraio, poi a cadenza mensile per undici capitoli, accompagnati dalle illustrazioni di Claudia Corso. Un'operazione dal sapore retrò che richiama alla mente la formula del feuilleton.

Simone Giraudi - 31 anni, giornalista di Targatocn - è l'autore di "Sanguinare polvere", un giallo fantasy che prende spunto dall'eccidio della Paschetta di Peveragno avvenuto nel gennaio del 1944 ma è ambientato ai giorni nostri. Protagonista è Ed, un investigatore che ricorda molto Dylan Dog: rimarrà invischiato in una storia familiare a tinte fosche e dovrà vedersela con una creatura soprannaturale che si nutre di emozioni negative legate a ricordi del passato.  

Simone Giraudi vive a Peveragno e scrive dal 2012. Ha autopubblicato due libri (una raccolta di racconti horror e un racconto lungo di fantascienza) e nel 2017, con Leucotea Edizioni, il romanzo “Tatuaggi Color Pelle”. Dal 2018 scrive per lo più racconti e ha scelto la dimensione delle riviste: Spore, Salmace, Blam, Quaerere, Enne2Rivista e Altri Animali. Un suo racconto è menzione speciale nel concorso ‘Da un’illustrazione a una storia’, realizzato da Rivista Blam assieme ad Antonio Pronostico.

“Le riviste sono state la mia casa per molte cose che ho scritto – spiega Simone Giraudi - . Una realtà a cui non avevo mai pensato e che ora non abbandonerei più. Se non ci sei dentro non sai che esiste. In Italia purtroppo è caduta la tradizione, mentre negli Stati Uniti è molto in voga. Scrivere per una rivista è una roba punk, molto stimolante. Ci sono grandi professionisti che spesso lo fanno per hobby in mezzo ad un lavoro vero”.

L'incontro da “Sliding doors” è avvenuto grazie a una raccolta di racconti edita per Moscabianca Edizioni e, due anni fa, a “Firenze Rivista”: “Uno degli eventi di settore più sentiti in Italia. È lì che ho conosciuto di persona Diletta Crudeli, scrittrice a sua volta ed editor di 'Spore'. Mi sono sentito finalmente a mio agio, nel posto giusto. Ed è lì che ho capito che se, nei prossimi anni, dovessi scrivere solo racconti per le riviste, sarebbe la mia dimensione. Per com'è fatto il mondo dell'editoria oggi in Italia, del libro non interessa niente a nessuno. Basta che raggiungano lo spazio fisico nelle librerie. Trovo molto più valore nel partecipare a questo mondo che nel buttare un manoscritto in pasto a un editore, pur bravo e onesto. Le riviste dovrebbero davvero godere di un'altra credibilità e non solo essere viste come la palestra per poi arrivare a pubblicare con una casa editrice”.

“Spore” per Simone Giraudi rappresenta confronto e fermento. È una rivista gestita da ragazzi toscani che punta sul genere fantastico weird, dove l'aspetto horror/fantastico/fantascienza è raccontato in chiave moderna. “Mi piace scrivere come parla la gente - spiega Giraudi - . Se racconti cose che le persone conoscono, molto aderenti alla realtà e poi ci metti in mezzo una cosa strana, ecco che lo strano spicca di più. Poi quando scrivo penso a me come lettore, a cosa piacerebbe leggere a me”.

Giraudi ha frequentato il corso di sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Torino. La sua formazione arriva dal fumetto (Alan Moore e Neil Gaiman), poi prende spunto dal cinema (Cronenberg e Lynch), e trae ispirazione da Lovecraft, Carver e Bukowski, anche se lo scrittore a cui fa più riferimento resta Gaiman. L'incastro è difficile, ma bisogna leggere molto per scrivere bene: a spiazzarlo e a spingerlo sulla via dei racconti è stato Murakami con “Sonno”.

Giornalista, scrittore e anche papà (un anno fa è nata Olivia, ndr). Come si conciliano queste tre vite? “Diciamo che se non avessi questa ossessione della scrittura, la mia vita sarebbe più facile – ride Simone Giraudi - . Devo ringraziare la mia compagna Debora che mi supporta. Prima di Olivia scrivevo almeno un'ora al giorno, tutti i giorni. Ora cerco di farlo tre ore di fila a settimane alterne, ma la paternità mi ha dato nuovi stimoli e sarà al centro di nuovi racconti a cui sto lavorando. Fare il giornalista poi mi aiuta perché sono sempre a contatto con le parole. La scrittura giornalistica impoverisce quella narrativa, ma ha il pregio di essere asciutta e meno pomposa. E per chi vuole scrivere racconti può rappresentare un vantaggio”.

Cristina Mazzariello

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