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Attualità | 19 gennaio 2023, 12:43

Tartufo, sulla stagione da spostare confronto in Regione: "Una questione di qualità"

Ieri l’annunciata riunione della Consulta per la Valorizzazione del Patrimonio Tartufigeno , che intanto ha deciso di esportare il modello Alba alle altre manifestazioni. Carosso: "In tutte le fiere dedicate ci sarà un'area di vendita con tanto di giuria"

Giorni di discussione sul futuro del tartufo bianco in chiave di tutela della sua qualità (Foto Davide Carletti Ente Fiera Alba)

Giorni di discussione sul futuro del tartufo bianco in chiave di tutela della sua qualità (Foto Davide Carletti Ente Fiera Alba)

Cambiamento climatico, qualità del prodotto, reputazione, credibilità: questi alcuni dei temi dei quali si è discusso nel corso della seduta che ieri, mercoledì 18 gennaio, ha visto riunirsi la Consulta per la Valorizzazione del patrimonio Tartufigeno Piemontese, comitato presieduto dal vicepresidente regionale Fabio Carosso e composto da venti attori tra rappresentanti di istituzioni, categorie, Centro Nazionale Studi Tartufo (qui la riflessione sul tema del suo presidente Antonio Degiacomi).

Un incontro dove si è cercato di proporre idee che possano aiutare a mantenere gli standard ottimali per la massima espressione della qualità del tartufo bianco d’Alba, ma secondo una prospettiva nazionale, che possa così interessare anche le altre regioni italiane dove è presente il Magnatum Pico, e dove le riflessioni iniziano ad essere quasi d’obbligo.

«Ieri (18 gennaio) - afferma Fabio Carosso, il vice presidente della Regione Piemonte - ci siamo riuniti in Consulta per valutare come continuare a mantenere la qualità come base principale per la valorizzazione del tartufo bianco d’Alba, alla luce di una situazione climatica che porta a processi naturali di cambiamento. Tutti insieme abbiamo convenuto che bisognerebbe portare questa discussione a livello nazionale, per modificare la Legge attuale e rendere più elastico il periodo di inizio e fine cerca del tartufo in tutta Italia, anche in base alle stagioni più o meno piovose. Questo non è un modo per allungare la stagione, anzi per capire come far rendere al massimo il tartufo, in tutta Italia. Ovviamente ci sono zone dove il tartufo bianco, come da noi, ha permesso un quadro economico importante (150/200 milioni di Euro di introiti), e questo è un altro fattore da tenere in considerazione, e da discutere nelle sedi opportune.

Come Regione ci faremo portavoce di questa idea che, vien da sé, include anche il possibile posticipo di alcune Fiere, per tutelare al meglio la qualità del tartufo. Vogliamo lavorare con le altre Regioni italiane e con il Ministero delle politiche agricole e forestali per arrivare ad un punto d’incontro che possa rendere attuabile questo ragionamento».



E qualcosa si sta già muovendo, a maggiore tutela della qualità del tartufo bianco: «Restando in Piemonte, dove le eccellenze sono molte - prosegue Fabio Carosso - porto l’esempio di due grandi denominazioni che hanno reso importanti le loro zone di produzione: il Barolo con i vini delle Langhe, ed il Moscato. Se raccogliessimo le uve in anticipo o in ritardo sicuramente il vino finale non si esprimerebbe al massimo delle sue possibilità. Ecco, con il tartufo bianco vogliamo capire bene, alla luce di quello che ho sottolineato prima, come apportare alcune modifiche per far rendere la sua qualità al massimo livello.

In chiave di tutela abbiamo deliberato che in tutte le fiere piemontesi, di qualsiasi livello, dovrà essere presente un’area dove saranno venduti i tartufi dei trifolau, valutati da una giuria che ne confermerà la qualità, a garanzia del consumatore finale, e per valorizzare il lavoro dei cercatori. Il modello della Fiera del Tartufo Bianco d’Alba viene così sdoganato anche per le altre manifestazioni che mettono al centro il tartufo». 

[Il vicepresidente della Giunta regionale Fabio Carosso]

Livio Oggero

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