Attualità - 17 gennaio 2023, 16:59

Alta Langa, le modifiche al disciplinare fanno discutere. Nada (Coldiretti): "Serve un punto d’equilibrio tra piccoli produttori e parte industriale"

A non convincere l’associazione agricola i 220 ettari di teorica nuova superficie vitata e altri aspetti. A giorni il confronto coi vertici del Consorzio, mentre le vendite volano: +40% nel 2022

Alta Langa Docg: si sta discutendo sulle modifiche del nuovo disciplinare (Foto Antonio Perrone - www.altalangadocg.com)

Alta Langa Docg: il metodo classico che sta diventando grande, e che vuole raggiungere, a ragione, il livello del Franciacorta e del Trentodoc, così da essere riconosciuto nell’Olimpo delle bollicine di eccellenza italiane paragonabili allo Champagne.

La strada intrapresa nel 2001 dai primi 48 soci (41 viticoltori e 7 case spumantiere) ha portato a una crescita costante: attualmente il Consorzio di Tutela della Denominazione conta conta 134 soci, più di 90 viticoltori, 55 case spumantiere, oltre 350 attori che lavorano 378 ettari, per una produzione attesa di 3 milioni di bottiglie dalla vendemmia 2022.

E il futuro è roseo: le vendite 2022 sono al +40% rispetto al 2021 (dati prenatalizi), ed è stato aperto il bando 2023/25 per consentire l’iscrizione di 220 nuovi ettari a Pinot Nero e Chardonnay, le due varietà utilizzate per la produzione dell’Alta Langa Docg.

E allora quali nubi incomberebbero all’orizzonte su un panorama che sembra molto sereno? Dopo l’ultima riunione del Consorzio, in cui si è proposto il nuovo disciplinare, i piccoli produttori, spalleggiati dalla Coldiretti, hanno avuto la sensazione di una svolta più industriale, che, a detta loro, rischierebbe di snaturare il progetto Alta Langa. 

In questi giorni sono stati fatti incontri e altri sono in programma per comprendere le modifiche proposte nel nuovo disciplinare e approvate in assemblea. Sul tema il Consorzio fa sapere che sta ascoltando le diverse istanze nell’attesa di proseguire l’iter. Un chiaro atteggiamento di valutazione e di apertura al dialogo, per capire come trovare un punto di equilibrio in una questione che per ora non sembra chiara.

Una chiarezza che anche la Coldiretti Cuneo richiede: «Nei prossimi giorni - afferma Enrico Nada, il presidente provinciale dell'associazione agricola – avremo un incontro col Consorzio dove presenteremo le nostre istanze. Il progetto Alta Langa Docg ha sempre puntato sulla grande qualità e crediamo che i piccoli produttori, con le case storiche che hanno ancora un’impronta familiare, siano i veri artefici di questo successo. Ricordiamo che, insieme ai loro Barolo o Barbaresco, portano in giro per il mondo anche questo spumante, e lo fanno conoscere raccontandone l’unicità.

Partendo da questo pensiamo che le modifiche che si vogliono apportare sull’estensione della superficie vitata, che consideriamo sproporzionata, e sull’inserimento del nome di chi effettua la sboccatura sulla contro etichetta, che peraltro viene fatta in proprio solo dalla parte industriale, siano due operazioni da valutare con criterio. Ci vuole tutela verso i piccoli produttori e per la qualità del progetto. Non dobbiamo perderci dietro una scritta sulla contro etichetta o esagerare col bando di espansione della zona, che, non poco velatamente, sembra essere una mossa a favore dell'industria.

A fronte di questa situazione discuteremo col Consorzio perché 220 ettari di teorica nuova superficie vitata per arrivare a 3 milioni di bottiglie in un lasso di tempo così breve, si parla di due o tre anni, e le operazioni di sboccatura in contro etichetta sono assolutamente da modificare, se si vuole mantenere l’eccellenza di un prodotto che mira ai massimi livelli di qualità».