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Attualità | 02 gennaio 2023, 13:12

Un albero e una targa a Mondovì per la famiglia Castagnino che salvò l'ebreo Marco Levi dai nazisti

Approvata all'unanimità la proposta dei consiglieri del centrosinistra per rendere omaggio a quel gesto di generosità che ottant'anni fa salvò la vita al direttore della fabbrica di ceramica Besio

Il consigliere Cesare Morandini

Il consigliere Cesare Morandini

E' stato approvato all'unanimità l'ordine del giorno promosso dai consiglieri del centrosinistra monregalese Cesare Morandini, Laura Gasco e Davide Oreglia per piantumare un albero e dedicare una targa alla memoria di Giovanni Castagnino e della sua famiglia che, grazie ad un profondo senso di umanità, fecero sì che l'ebreo Marco Levi, direttore della ceramica Besio, potesse salvarsi dalla deportazione nei campi di sterminio. 

Giovanni Castagnino, come illustrato dal consigliere Morandini, nacque a Mondovì nel 1886, carbonaio e agricoltore, noto per la sua generosità nell’accogliere i viandanti, nascose nella sua casa, a rischio della vita ed in forma disinteressata, per diciannove mesi, dall’ottobre 1943 all’aprile 1945, l’ebreo Marco Levi, direttore della fabbrica di ceramica Vedova Besio e Figlio, già colpito dalle leggi razziali del 1938, salvandolo dalla deportazione in Germania. Insieme a Giovanni Castagnino, la sua famiglia: la moglie Maria, le quattro figlie bambine, la sorella Marietta e il fratello Luigi. La casa era isolata, a Campi Manera, comune di Roburent.

Durante il rastrellamento dell'inverno del 1944 Marco Levi fu nascosto in un anfratto poco distante, e sfamato da Maria con rocamboleschi stratagemmi per non destare sospetti. La famiglia subì diverse perquisizioni delle truppe tedesche, che misero più volte sottosopra la casa tenendo il mitra spianato su Giovanni e Maria e sulle bambine, che nonostante questo mai tradirono la presenza di quel giovane uomo che condivideva con loro la frugale vita quotidiana. Evidente è il rischio che la famiglia corse in quell'anno e mezzo, così come sono encomiabili le premure per il giovane ebreo, a cui fu permesso, nonostante la povertà della famiglia, di rispettare le norme alimentari ebraiche (usando ad esempio il tarassaco come "erbe amare" per il pranzo rituale della Pasqua).

Per la famiglia Castagnino è stata depositata la richiesta per il conferimento dell'onorificenza di Giusto tra le Nazioni presso l'Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme "Yad Vashem".

"Nel 2023 - ha evidenziato Morandini - correranno ottant'anni da quel gesto di generosità, e per la città di Mondovì avrebbe un grande significato celebrare l'anniversario dell'inizio della Resistenza - che ebbe nel nostro territorio personaggi e vicende di grande spessore ed eroismo - con un gesto simbolico di riconoscimento di quell'atto coraggioso, quale la piantumazione di un albero e l'apposizione di una targa a ricordo della Famiglia Castagnino nei pressi del giardino della scuola media "Anna Frank" di Mondovì che ospita il monumento cittadino alle vittime della Shoah. Auspichiamo, come deve essere, che la volontà di porre in evidenza un gesto eroico nel segno dell'opposizione alla politica razziale e di persecuzione del nazifascismo incontri il favore e l'impegno di tutte le forze politiche, sociali e culturali che proprio da quella opposizione hanno ricevuto la loro origine e la loro libertà."

La proposta, condivisa da tutto il consiglio, è stata presentata nella serata di venerdì 30 dicembre. Da parte dell'amministrazione, come evidenziato dall'assessore Francesca Botto: "L'impegno a realizzare questa iniziativa e proseguire nel recuperare e valorizzare il patrimonio storico-culturale cittadino per poterlo trasmettere alle generazioni future". L'amministrazione nei prossimi mesi provvederà a contattare i discendenti di Marco Levi, e in particolare il nipote, colpito da un grave lutto nelle scorse settimane, per presentare l'iniziativa.

Un plauso all'iniziativa arriva anche dall'Associazione "Col. Cordero Lanza di Montezemolo onlus", impegnata da tempo nella scoperta e proposta al pubblico, di fatti della Resistenza poco noti, ma di grande impatto sociale.

"Siamo lieti - scrivono - che il Consiglio Comunale di Mondovì, abbia ufficialmente riconosciuto l’eroicità e la generosità di Giovanni Castagnino, un carbonaio dell’alta Valle Corsaglia, in Comune di Roburent, nato nella nostra città nel 1886. Come avevamo sollecitato, da anni, presso parecchi amministratori comunali, si è voluto ufficialmente riconoscere e ricordare, pur dopo decenni, la profonda umanità del montanaro. Compì un atto di coraggio e di fratellanza universale, in quelle tragiche circostanze: ospitò e salvò il dott. Marco Levi. Lo nascose dai rastrellamenti nazisti,, , dall’ottobre 1943 alla Liberazione. In quanto alla difesa di Israeliti in Mondovì non ci è stato possibile ancora di ottenere adeguato riconoscimento alla Congregazione di Diritto Pontificio delle Suore Domenicane del Santo Rosario, allora con Casa Generalizia a Carassone, ove attualmente vi è una Casa per Suore anziane, per di più di una nuova Congregazione, le Domenicana di San Tommaso. Nella Casa di Dogliani ospitarono, nello stesso periodo delle persecuzioni razziali, la mamma del dott. Levi, la sorella e due figli, tra cui l’attuale prof. Guido Neppi Modona. La stessa Congregazione ospitò nella Casa di Fossano una madre con la figlia Regina, che, dopo la Liberazione, emigrarono in USA, con il fratello, che era stato accolto dai Salesiani dell’Istituto tecnico. Ancora: nel Castello di Morozzo le Suore, sfollate dalla casa di Torino, nascosero svariati ebrei. Come onlus ,nel 2013 avevamo consegnato alla Congregazione, un attestato di riconoscenza, durante la commemorazione del col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo e del v. brig. Salvo d’Acquisto. Ma fu appena un atto di una associazione. Merita l’impegno di un Ente Pubblico”.

Arianna Pronestì

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