Un milione e mezzo di euro. È l’ammontare delle somme e dei conti correnti posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Cuneo: la cifra corrisponde a quanto il suo Nucleo di Polizia Economico Finanziaria ha valutato essere il potenziale danno erariale subito dal Comune di Vezza d’Alba, da quello di Montaldo Roero e dall’Unione di Comuni "Roero Tartufo e Arneis" (ente in via di scioglimento dopo l’uscita di Vezza a fine 2019, ricomprendeva gli stessi due municipi insieme a quello di Santo Stefano Roero). Un decennio che i militari delle Fiamme Gialle hanno messo sotto la lente mediante mesi di indagini e il vaglio delle migliaia di documenti e comunicazioni ora finite nelle oltre 100 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Federico Belli nei confronti di 14 soggetti.
Se di effettivo danno e di responsabilità si potrà parlare, toccherà agli inquirenti stabilirlo. Allo stadio attuale, quello delle indagini preliminari, nell’operazione che nella mattinata di ieri, mercoledì 14 dicembre, ha visto l’esecuzione delle misure cautelari richieste del sostituto procuratore astigiano Davide Lucignani nei confronti di soggetti tra i quali figurano pubblici amministratori, funzionari, professionisti e imprenditori emerge un quadro articolato in una varietà di posizioni diverse quasi quanti sono i capi di imputazioni ipotizzati dagli stessi inquirenti. Ipotesi di reato che vanno dal falso in bilancio alla truffa aggravata ai danni dello Stato, dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, alla turbativa d’asta, alla falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
Comprensibile clamore hanno destato gli otto arresti domiciliari disposti nei confronti di altrettanti soggetti. Tra questi i tre amministratori pubblici coinvolti: la sindaca di Vezza d’Alba Carla Bonino, 71enne insegnante elementare in pensione, al suo terzo mandato alla guida del municipio e consigliere provinciale dal 2018 al 2021, con deleghe a Turismo, Parchi e foreste e Montagna. Con lei il suo vicesindaco Giuseppe Steffanino (aveva deleghe a Protezione Civile e Coabser) e il primo cittadino di Montaldo Roero, Fulvio Coraglia, 52enne commerciante, rieletto nell’ottobre 2021 dopo un precedente mandato dal 2016.
Ai domiciliari anche due funzionari vezzesi: si tratta della responsabile del servizio finanziario Federica Borello, 50 anni, e del responsabile del servizio tecnico, geometra Aldo Pugnetti, insieme all’imprenditore Felice Scotta e a due professionisti: l’ingegnere cheraschese con studio a Torino Valter Peisino e il 60enne geometra Giovanni Careglio, che insieme all’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo, 73enne agricoltore, ora indagato, e alla stessa Borello figura tra i sei imputati del processo istruito ad Asti in forza delle indagini collegate all’inchiesta il cui nome – Feudo – ha ispirato quella odierna.
Tra i destinatari dei sequestri ordinati dal Gip, un altro nome comune alle due indagini è quello della 56enne architetto Cinzia Gotta, già sindaca di Baldissero d’Alba dal 2004 al 2014, all’epoca salita agli onori delle cronache per la nomina di Vittorio Sgarbi alla carica di assessore "alla rivoluzione", pure lei tra i sei rinviati a giudizio di Feudo 1.
Misure cautelari anche per il 72enne professionista di Castagnole delle Lanze, nell'Astigiano, Piermichele Gallo, e per Aldo Rocchetti, per la responsabile unica del procedimento dell'Unione dei Comuni roerina Clarice Giacone e per il dirigente tecnico della Regione Piemonte Gianluca Comba.
Nell’attesa di meglio circoscrivere i contorni delle effettive responsabilità ascrivibili ai diversi soggetti toccati dall’inchiesta, gli investigatori tratteggiano un quadro nel quale i professionisti esterni alle amministrazioni si davano da fare per raccogliere finanziamenti e contributi pubblici volti alla realizzazione di opere – utili ai Comuni, ma forse non sempre così necessarie, anche questo andrà stabilito. E nel quale gli amministratori indagati si sarebbero serviti di tali opportunità – da capire se per mera superficialità o più preciso calcolo politico, esclusa al momento l’ipotesi di un tornaconto personale – affidando loro incarichi che non sempre venivano però correttamente e immediatamente registrati nelle relative poste contabili dei bilanci comunali.
A casi di rendicontazioni e certificazioni di regolarità apposte "a posteriori" avrebbero fatto da sfondo attivi di bilancio non così generosi da consentire simili fughe in avanti nella realizzazione delle opere. Al punto che le stesse impattavano sui conti in forza di una contabilità che, sempre secondo gli inquirenti, veniva quindi "aggiustata" mediante il ricorso a poste attive definite irrealistiche, come gli incassi di vecchie multe stradali da parte del Comune di Vezza, ma funzionali alla quadratura formale dei conti.
Il risultato sarebbe stato quello di bilanci formalmente in ordine a fronte di gestioni economiche in realtà negative. Una situazione che, protratta negli anni, sarebbe stata alla base di una spirale perversa che avrebbe finito per alimentare un sistema riconducibile a quello che già aveva portato la Corte dei Conti ad accendere un faro sui bilanci dei Comuni di Vezza e Santo Stefano Roero, con quest’ultimo che, per iniziativa della sua nuova sindaca Giuseppina Facco, eletta nell’ottobre 2021, dopo il commissariamento del Comune e completamente estranea all’odierna vicenda, nelle scorse settimane ha deciso di seguire la strada della formale dichiarazione di dissesto del Municipio.
Sull’altro fronte operavano i professionisti coinvolti. Figure che, forti della fiducia acquisita, venivano sovente richiamati a fornire le proprie prestazioni. Sempre agli inquirenti toccherà verificare la regolarità di affidamenti per opere conferiti a imprese private senza il dovuto rispetto della normativa sugli appalti, aggirata – sarebbe quanto accaduto ad esempio per alcuni interventi realizzati presso la nuova scuola dell’infanzia di frazione Borgonuovo a Vezza d’Alba – "spacchettando" quello che sarebbe stato un singolo appalto da circa 200mila euro in singole prestazioni di minor valore, assegnabili quindi senza l’obbligo di bandire una gara.
Tra le ipotesi di natura corruttiva, quella riguardante un progetto per la posa di rilevatori di inquinamento acustico affidato a un’azienda di Cavallermaggiore che l’avrebbe portato a compimento servendosi di dispositivi acquistati per 50mila euro da una società nella quale due dei professionisti che operavano per conto del Comune di Vezza d’Alba – come consulenti di stazione appaltante e come direttore dei lavori – avrebbero avuto una compartecipazione.
- 15 dicembre 2022, 09:30
Sindaci, funzionari, professionisti: così operavano i 14 indagati nei due municipi del Roero secondo l’inchiesta della Finanza
Nelle cento pagine dell’ordinanza che ha portato a 8 arresti e a sequestri per 1,5 milioni di euro appalti aggirati e conti fatti quadrare con attivi inesistenti. Tra le opere nel mirino degli investigatori 200mila euro di lavori su un asilo e l’acquisto di rilevatori acustici da una ditta compartecipata da due indagati
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