Arresti domiciliari per i sindaci di Vezza d’Alba Carla Bonino, di Montaldo Roero Fulvio Coraglia, per il vicesindaco e i responsabili dell'ufficio tecnico e del servizio finanziario del Comune vezzese, per due professionisti e per un imprenditore. Misure cautelari per altre sei persone tra funzionari, professionisti e imprenditori, che coi primi sono accusati a vario titolo dei reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa aggravata ai danni dello Stato, turbativa d’asta, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Nei confronti della maggior parte di loro, sequestrati beni e valori per oltre un milione e mezzo di euro.
Sono i provvedimenti eseguiti nelle prime ore di questa mattina, mercoledì 14 dicembre, da 40 militari della Guardia di Finanza di Cuneo in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Asti nell’ambito dell’indagine che il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf ha battezzato Feudo 2, con rimando al nome dell’inchiesta che nel giugno 2021 portò agli arresti del sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo, nei confronti del quale ha appena preso avvio il processo al Tribunale di Asti.
Nel mirino, le modalità con le quali venivano gestiti gli appalti pubblici nei due Municipi, come riportato in una nota diramata questa mattina dal Comando provinciale delle Fiamme Gialle.
"L’operazione – si legge nella nota – costituisce l’epilogo di un’articolata indagine di polizia giudiziaria avviata nel luglio 2021 a seguito di perquisizioni che le Fiamme Gialle hanno eseguito presso gli uffici comunali di Vezza d’Alba e Montaldo Roero e la sede legale dell’Unione dei Comuni del Roero: Tartufo e Arneis".
Nel mirino degli investigatori, coordinati dalla Procura della Repubblica di Asti, "molteplici condotte illecite", un quadro investigativo che "ha fatto luce su un articolato, pervasivo e ben consolidato sistema fraudolento di gestione della cosa pubblica", con appalti che venivano "affidati in maniera fraudolenta sempre ai medesimi professionisti e imprenditori, i quali, grazie a molteplici artifizi, facevano ottenere ai Comuni ingenti finanziamenti anche quando non sussistevano i presupposti per la loro concessione".
Secondo gli investigatori "tutto ciò, da un lato, consentiva ai sindaci di aumentare il consenso elettorale e, dall’altro, favoriva il tornaconto personale dei professionisti che vedevano affidarsi ricorrentemente incarichi di progettazione, di direzione dei lavori e di assistenza e supporto alle stazioni appaltanti. In tale contesto, i professionisti su cui pende l’accusa di corruzione, grazie al loro ruolo di progettisti e direttori dei lavori e, contemporaneamente, di assistenti alle stazioni appaltanti, sono riusciti a veicolare le procedure di gara a favore di imprese compiacenti che, in cambio, hanno acquistato i materiali da impiegare per i lavori oggetto degli appalti affidati, da aziende riconducibili ai professionisti che li avevano agevolati".
Le Fiamme Gialle hanno accertato che tale meccanismo fraudolento ha provocato, nel corso degli anni, effetti disastrosi per le casse degli enti locali, perché il sistematico conferimento di incarichi ai medesimi professionisti veniva in più occasioni effettuato senza copertura finanziaria.
In buona sostanza, gli incarichi venivano assegnati senza la registrazione delle relative spese sui vari capitoli di bilancio. Tale condotta, che si concretizzava attraverso la falsificazione dei visti di regolarità contabile inseriti nei provvedimenti di affidamento degli incarichi, ha generato gravi deficit che sono stati sistematicamente occultati falsificando i bilanci, rappresentando in tal modo una situazione finanziaria sempre positiva anziché l’effettivo deficit.
I finanzieri, ricostruendo i bilanci, hanno addirittura scoperto che i funzionari del Comune di Vezza d’Alba preposti alla loro redazione, con la connivenza del sindaco, al fine di chiudere gli esercizi finanziari con un risultato positivo, hanno annotato in bilancio crediti del tutto falsi.
Gli indagati, a cui è stato anche notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, saranno sottoposti nei prossimi giorni ad interrogatorio di garanzia.
La Guardia di Finanza, nell’esercizio delle funzioni di polizia erariale, ricostruirà il complessivo danno cagionato alle casse dello Stato dalle condotte delittuose poste in essere dagli indagati, frutto di una gestione privatistica delle risorse pubbliche, in spregio delle norme che ne regolano l’utilizzo.
"L’operazione odierna – si ribadisce dal Comando provinciale delle Fiamme Gialle – conferma la costante vigilanza della Guardia di Finanza a tutela del bilancio dello Stato e degli enti eubblici e al contrasto ealla repressione degli illeciti contro la Pubblica Amministrazione, in un momento storico in cui le amministrazioni centrali e locali sono chiamate ad uno straordinario impegno nella gestione delle più cospicue risorse mai destinate alla spesa pubblica".