Un rito che si ripete dal 2009, da quando il signor Filippo Fulcheri ha perso la moglie Rosella, portata via da un tumore.
Ogni anno sale a 2.420 metri di quota, in Valle Stura, al colle della Bandia, e monta e addobba l'albero vicino alla bellissima statuta della Madonna con il bambino che punta il braccio verso il cielo, vicino alla cappella costruita da don Giulio Bruno, per 40 anni cappellano al Santuario di San Magno.
Filippo, tecnico radiologo dell'ospedale di Cuneo in pensione, ama profondamente quel luogo e se ne prende cura. Ha pulito e reso fruibili diversi sentieri, compreso quello che porta il nome della moglie.
Una storia, la sua, piena di amore. Per la moglie, per la natura, per la montagna, per la vita. Alla quale chiunque può contribuire, portando un addobbo e appendendolo all'albero, che sarà presto sepolto dalla neve, come tutto lassù. Fino al disgelo, quando Filippo tornerà a rimettere tutto a posto. Un impegno che lo tiene vivo e che gli consente di non dimenticare, come riporta la frase sotto la statua, "non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo".