Aperto dai saluti istituzionali di Paola Lanzavecchia (presidente Sezione Vini Confindustria Cuneo) e Patrizia Mellano (segretario generale Camera di Commercio di Cuneo), si è tenuto nella mattinata di oggi, martedì 29 novembre - presso Casa di Langa a Cerretto Langhe -, il convegno "Vino e mercati: scenari per il vino piemontese tra nuovi obblighi e tendenze di consumo", organizzato da Confindustria Cuneo in collaborazione con i consorzi di tutela dei vini piemontesi, Camera di Commercio di Cuneo, Think Quality srl ed ExpNol ltd.
"Quello con 'Vino e mercati' è un appuntamento pressoché fisso che ci permette di riunirci e confrontarci sui temi più attuali, in uno scenario non facile come quello nazionale e internazionale - ha affermato la presidente Lanzavecchia -. Il vino piemontese sta reagendo bene, le aziende sono solide: abbiamo avuto ottimi risultati nel 2021 e nel 2022 stiamo vedendo la tenuta del comparto e, anzi, su alcuni vini stiamo andando molto bene. È utile analizzare i numeri ed elaborare i dati, dando inoltre informazioni importanti sulle normative che cambieranno per l'etichettatura nel prossimo 2023".
Alberto Cugnetto (sezione Vini e Liquori Confindustria Cuneo) si è quindi soffermato sull'analisi dei dati dei vini piemontesi, presentando aggiornamenti su prezzi di uve e vini sfusi, ma anche sull'andamento delle giacenze e degli imbottigliamenti dei principali consorzi, effettuando un confronto con l'annata precedente e con il 2019, scelta come annata di riferimento perché più rappresentativa del mercato pre-Covid. "Le tendenze di consumo si mantengono buone per i vini piemontesi, soprattutto per il comparto spumantistico, che sta vivendo un momento abbastanza felice. I vini rossi fermi, prodotti tradizionali del Piemonte, continuano a essere molto apprezzati sia in termini di volumi che di valori, ma anche i vini bianchi fermi stanno avendo un recupero rispetto a qualche anno fa. Interessante anche la crescita di alcune piccole DOC, in termini di volumi non così importanti sul totale, ma che rappresentano una risorsa importante per determinati territori".
I prezzi nella GDO, in Italia e all'estero, sono stato oggetto dell'intervento di Elena Angaramo (responsabile Centro Studi Confindustria Cuneo): "Le rilevazioni in GDO Italia mostrano un incremento generalizzato dei prezzi di quasi tutte le denominazioni tra aprile e ottobre 2022. Questi aumenti, tuttavia, compensano solo in parte l'aumento dei costi delle materie prime alla fonte che impattano sui produttori i cui margini stanno subendo una forte erosione. Il prezzo complessivo in GDO è, inoltre, condizionato dalla forte inflazione e dall'aumentato costo del packaging. Per quanto riguarda la GDO all'estero, sono stati analizzati i primi 14 mercati in cui i vini piemontesi sono presenti. Per il Piemonte i vini fermi rappresentano nella maggior parte dei mercati circa il 70% del totale dei vini piemontesi in scaffale. Fanno eccezione Francia e Russia in cui gli spumanti pesano per circa il 50% e gli Stati Uniti in cui prevalgono, invece, i frizzanti con una quota di oltre il 50%".
Denis Pantini (reponsabile Nomisma Wine Monitor) ha poi analizzato gli scenari evolutivi per il vino italiano e piemontese, tra sostenibilità (ambientale e sociale), inflazione e nuovi trend di consumo.
"Ci troviamo in un momento di transizione: veniamo da un periodo molto favorevole per tutti i vini italiani e in particolare per quelli piemontesi. I dati dell'esportazione dei vini piemontesi dei primi 8 mesi del 2022 mostrano un segno positivo a doppia cifra percentuale, soprattutto sul lato dei valori, che dovrebbe continuare anche per la chiusura dell'anno. Il momento di svolta arriverà nel 2023, che sarà segnato da un rallentamento economico a livello europeo che andrà incidere sulla capacità di spesa dei consumatori e come tale toccherà un po' tutti i vini. Guardando ai vini oggi esportati dal Piemonte, la questione riguarderà principalmente i vini di fascia media e meno quelli di fascia alta, per un motivo molto semplice: vista la polarizzazione dei redditi, il consumatore che li acquistava prima non dovrebbe avere problemi a continuare ad acquistarli anche l'anno prossimo.
L'augurio e l'auspicio è poi quello di diversificare maggiormente i mercati di sbocco perché quello che si sta preannunciando è un rallentamento economico asimmetrico, nel senso che non tocca tutti i mercati allo stesso modo: ci sarà un po' più di difficoltà in Europa, ma stanno già crescendo importanti mercati soprattutto nel Sud-Est asiatico, esclusa la Cina, e anche in Nord America".
Prima degli interventi del pubblico, Gabriele Castelli (Federvini), in videocollegamento, ha fatto chiarezza sui nuovi obblighi del settore enologico, in particolare sulla dichiarazione nutrizionale e sulla lista ingredienti, con i lrelativo impatto che avranno sul settore e sul consumatore.