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Attualità | 21 novembre 2022, 12:22

Gli automobilisti si autopromuovono. Sono sempre gli altri a non rispettare le regole di guida

Un'approfondita ricerca di Anas, giunta alla seconda edizione, rivela questo "self serving bias". Non solo: lo studio rileva che più del 50% degli automobilisti non usa la freccia e più del 41% non usa i dispositivi per la ritenuta dei bambini

Gli automobilisti si autopromuovono. Sono sempre gli altri a non rispettare le regole di guida

Per gli automobilisti è sempre colpa degli altri.

E' questo il dato che emerge dalla seconda edizione della “Ricerca sugli stili di guida”, finalizzata ad evidenziare le cattive abitudini degli automobilisti lungo le strade e autostrade di competenza.

Condotta dall’Istituto CSA Research, evidenzia che il 54,1% dei conducenti non utilizza la freccia al momento del sorpasso, nel 41,7% dei casi non vengono utilizzati i dispositivi per la ritenuta dei bambini nei sedili anteriori; la percentuale sale al 48,4% in caso di bambini nei sedili posteriori.

Un dato emerge in modo chiaro: gli automobilisti al volante hanno una percezione di sé e dei propri comportamenti decisamente indulgente e il dito puntato contro gli altri. I pericoli che causano incidenti o situazioni potenzialmente a rischio vengono attribuiti alle condotte altrui.

Sono state intervistate a campione oltre 3mila persone, così come ci sono state circa 5mila osservazioni dirette su strada. Il risultato è stato presentato oggi nell’ambito del convegno “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime” organizzato in occasione della giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada. 

Fattori sociologici e psicologici: i dati sulla percezione di sé e degli altri

Nella percezione di sé e degli altri, mentre si è alla guida, si evidenzia una significativa discrepanza. Per quanto riguarda il rispetto delle regole del codice della strada, in una scala da 1 a 10, il giudizio su sé stessi oscilla tra un punteggio compreso tra l’8 e l’8,8. Decisamente meno clementi quando si esprime un giudizio sugli altri: qui la percezione raccoglie consensi che vanno da 5 a 5,9. 

Questa forma di distorsione percettiva, nota come self serving bias, si accentua in modo particolare nel contesto della guida, investendo il giudizio sulla totalità dei comportamenti.

L’automobile rappresenta da sempre un oggetto fortemente identitario nella cultura italiana. Non solo un mezzo di trasporto, ma anche di espressione della propria personalità, una seconda casa in cui si vuole essere comodi e riflettere il proprio stile. Guidare l’auto è dunque un’attività che occupa un tempo significativo della giornata e in cui si riflettono valori e gusti personali. Nella guida le persone investono tempo e intelligenza, confrontandosi con un contesto che però, soprattutto nei centri metropolitani o trafficati, può essere anche molto stressante. Come attività che prevalentemente si svolge da soli, la guida enfatizza inoltre una prospettiva individualistica con atteggiamenti di idealizzazione di sé e ostilità verso gli altri. In sostanza, la guida rappresenta un piacere individuale mentre gli altri guidatori sono visti come anonimi e potenziali ostacoli, i cui comportamenti sono scorretti.

Il mancato rispetto delle regole

Maglia nera per il mancato uso delle frecce. Dalle osservazioni dirette su strada emerge, infatti, come il 54,1% dei conducenti non utilizzi gli indicatori di segnalazione per il cambio di corsia in fase di sorpasso. Percentuale analoga (54%) non li utilizza per segnalare il rientro dopo il sorpasso. I dati non sono più confortanti per altre tipologie di manovra: il 35,4% degli automobilisti non segnala l’ingresso in strada da rampa di accesso, mentre il 19,5% non indica l’uscita.

Mancato rispetto delle norme del codice della strada anche per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi di ritenuta per bambini: il 41,7% non li utilizza sul lato anteriore della vettura, dato che peggiora se riferito al sedile posteriore dove la percentuale di chi non ne fa uso sale al 48,4%. Infine, il 10,3% dei conducenti usa impropriamente il telefono cellulare e l’11,4% non indossa la cintura di sicurezza, dato che aumenta vertiginosamente per i passeggeri sul sedile posteriore (75,7%).

Non va meglio su altri fronti: su oltre 357mila veicoli monitorati, è stato rilevato il superamento del limite di velocità nel 9,6% dei casi; il mancato rispetto della distanza minima di sicurezza nel 77,7%.

L’impegno di Anas

Anas, in vista dello sfidante obiettivo di ridurre del 50% le vittime di incidenti stradali entro il 2030, è fortemente impegnata nell’implementare la sicurezza agendo su più fronti contemporaneamente con un piano d’azione strategico. In attuazione del grande piano industriale 2022-2031, presentato dal Gruppo Ferrovie dello Stato, Anas realizzerà 50 miliardi di euro di investimenti dei 190 miliardi previsti.

Il piano prevede l’aumento delle risorse da destinare alla manutenzione programmata: al momento sono in corso 1.200 cantieri di manutenzione e 65 cantieri di nuove opere per un totale di circa 9 miliardi di investimenti. Infine, muovendo dal dato che oltre il 93% degli incidenti deriva dal comportamento del guidatore, Anas è impegnata anche nella promozione e diffusione di una cultura della sicurezza stradale, attraverso la campagna di comunicazione “Quando guidi, guida e basta”.  

Barbara Simonelli

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