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Attualità | 27 ottobre 2022, 16:22

Saluzzo, Damiano: “Bene l’annuncio del nuovo ospedale, ma tanti aspetti restano da chiarire”

Il presidente dell’associazione “Officina delle Idee” manifesta perplessità sui tempi di realizzazione e sulle modalità di finanziamento. “Il Saluzzese – afferma – merita attenzione e rispetto perché non siamo figli della Petacci”

Saluzzo, Damiano: “Bene l’annuncio del nuovo ospedale, ma tanti aspetti restano da chiarire”

Le reazioni che si colgono sulla piazza saluzzese, all’indomani dell’annuncio fatto a Savigliano dal presidente della Regione, Alberto Cirio, e dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi sulla realizzazione di un nuovo ospedale di pianura, destinato a servire i Comuni dell’area saviglianese, saluzzese e fossanese, sono per lo più all’insegna della prudenza.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Damiano, presidente dell’associazione “Officina delle idee”.
 
Lunedì scorso il presidente Cirio e l’assessore Icardi hanno presentato il progetto del nuovo ospedale di pianura destinato a servire l’area saviglianese, saluzzese e fossanese. Il 7 novembre verrà firmato l’atto formale che dovrebbe dare il via all’iter di progettazione. Che cosa ne pensa?

“Penso che l’indicazione del sito per realizzare il nuovo ospedale Savigliano – Saluzzo - Fossano sia, in linea generale, una bella notizia, annunciata con grande enfasi. Per ora è però solo una notizia, appunto.
Questo nuovo sito (sulla direttrice Savigliano-Saluzzo nei pressi dello stabilimento della Panna Elena) è stato individuato in tre anni. Mi dicono ci sia già un contenzioso aperto con la proprietà dell’area e, se fosse vero, non sarebbe certo una bella cosa. Si partirebbe con il freno a mano inserito. Sulle risorse economiche, come i fondi Inail e la compartecipazione dei privati, non c’è molta chiarezza. Non vorrei iniziasse un tira e molla come per il Parco della Salute di Torino. Speriamo di no. Vigileremo con attenzione”.

Colgo qualche perplessità…

“Non voglio essere profeta di sventure: voglio solo guardare le carte sul tavolo. La previsione di Cirio sui tempi di realizzazione, compresi tra i 5 ed i 7 anni, mi sembra molto ottimistica. Un cronoprogramma ufficiale non è ancora  stato presentato, come qualcuno in Consiglio regionale incomincia a chiedere. Bello tagliare i nastri, fare le inaugurazioni, ma la gente vive un presente fatto di ore e ore nei Pronto Soccorso, di liste d’attesa infinite per una visita specialistica, mentre la sanità privata va a gonfie vele e si arricchisce. Mi chiedo e chiedo se questa è la normalità a cui dobbiamo rassegnarci…”.

Qual è, oggi, la situazione dell’ospedale di Saluzzo?

“L’ospedale cittadino eroga tanti servizi. Ha una forte medicina interna, ha un reparto di rianimazione, la day surgery, la diabetologia, direi tutti i poliambulatori attivi prima del Covid, la sala gessi, la dialisi ordinaria e covid, la radiologia, la ventiloterapia, la neuropsichiatria infantile, quattro sale operatorie d’eccellenza usate poco. Ha bravi medici ed operatori, che - seppur provati da due anni e mezzo di pandemia - hanno un elevato spirito di servizio e chiedono solo di lavorare serenamente”.

L’Officina delle Idee ha raccolto ingenti risorse in questi ultimi tempi. Dal punto di vista strutturale l’immobile del nostro ospedale sembra essere messo meglio del Santissima Annunziata di Savigliano. Si parla da tempo di Case della salute ma finora non si è visto nulla. Sulla scorta della sua esperienza che utilizzo potrebbe avere in prospettiva?

“L’ "Officina", con altre realtà dell’associazionismo e del mondo dell’imprenditoria locale, ha raccolto moltissimi fondi per l’ospedale di Saluzzo e continua a farlo, come per il raddoppio della Dialisi che punta ad un  recupero di tutto il blocco D. Dal punto di vista strutturale, per quanto i dati sull’antisismica non siano ancora stati resi noti, sembra che si, in effetti Saluzzo sia messa meglio come strutture. Ma comunque sia facciano i tecnici: noi non vogliamo certo arrivare al tutti contro tutti, ad un’inutile rissa che porti a farci la guerra tra ospedali! Pretendiamo però rispetto, perché come avrebbe detto mia nonna non siamo “i figli della Petacci”.

GpT

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