- 13 ottobre 2022, 12:26

Insulti e vessazioni all’impiegata comunale: nuovo rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Santo Stefano Roero

La donna parte civile nel processo al via dal giugno 2023 mentre a dicembre partirà quello sulle presunte malversazioni in municipio. L'avvocato Roberto Ponzio: "Dimostreremo in sede di dibattimento la correttezza del suo operato"

Il municipio di Santo Stefano Roero

Maltrattamenti aggravati. E’ questa l’accusa dalla quale l’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo dovrà difendersi nell’ambito del procedimento aperto nei suoi confronti dal Tribunale di Asti dopo la denuncia di una ex dipendente comunale, primo atto di un’indagine chiusa nel luglio scorso con la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore Simona Macciò.  Istanza che lo scorso 4 ottobre è stata accolta dal Giudice per l’Udienza Preliminare Giorgio Morando.

Di fronte al Gup è comparsa anche la parte offesa che, rappresentata difesa dall’avvocato Chiara Luciani, ha richiesto e ottenuto la costituzione di parte civile in un processo che però prenderà il via soltanto tra alcuni mesi, il 19 giugno 2023, con l’intento di verificare l’effettività di condotte che gli inquirenti sostengono essersi verificate in un lasso di tempo compreso tra il luglio 2012 e il 5 agosto 2019, integrando un capo di imputazione che rimanda a quanto contemplato dall’articolo 572 comma 3 del Codice Penale, per una fattispecie di reato punita con la reclusione da 4 a 9 anni.

Note le contestazioni avanzate in concreto nei confronti dell’ex primo cittadino, che a partire dal 7 dicembre prossimo dovrà ripresentarsi presso il palazzo di giustizia astigiano, chiamato a comparire tra i sei imputati del processo sulle presunte malversazioni in municipio finite al centro di un’indagine condotta dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Cuineo su segnalazione della Corte dei Conti regionale.   

Nella sua qualità di sindaco pro tempore del piccolo centro roerino, il 72enne agricoltore avrebbe messo ripetutamente in atto condotte vessatorie nei confronti della dipendente, istruttore amministrativo addetta a servizi quali l’edilizia pubblica e privata, sottoponendola a "un regime di vita doloroso", frutto di "condotte svilenti, messe in atto anche di fronte a terzi".

Dalla collaboratrice il sindaco avrebbe preteso che, sin dal suo insediamento, sanasse i numerosi arretrati pendenti sul suo ufficio, imponendole il rispetto di periodiche liste di obiettivi materialmente impossibili da raggiungere, salvo poi collocarla senza alcun preavviso in altri servizi come quello relativo all’Anagrafe.

Richieste quotidiane e pressanti, accompagnate da sistematici insulti e denigrazioni, col chiaro intento – sempre secondo l’accusa – di mettere pesantemente in discussione le sue competenze e capacità professionali, accompagnati da gesti plateali e persino violenti, come strattoni, calci alle scrivanie, pile di documenti gettati a terra.

Atteggiamenti che avrebbero precipitato la donna in uno stato di prostrazione psicologica tale da cagionarle una malattia professionale in ragione della quale nel gennaio scorso l’Inail le ha riconosciuto un’incapacità lavorativa del 12%.

Accuse e addebiti che l’ex sindaco respinge in toto, come spiega il suo avvocato difensore Roberto Ponzio: "L’ex sindaco Maiolo – spiega il legale albese – si propone di dimostrare in sede di dibattimento la correttezza del suo operato, contestando che tra la malattia accertata anni dopo possa essere in nesso causale col rapporto di lavoro".